La Nave da Battaglia che compare nello svolgersi della vicenda è la Supercorazzata Littorio, a quel tempo l'orgoglio della nostra Marina Militare. 42.000 Tons di stazza, aveva gli apparati più moderni a bordo essendo stata costruita nei Cantieri Navali di Genova negli anni precedenti alla II G.M. Mio Padre, il Maggiore del Genio Navale Silvio Dossi, ne era uno dei controllori durante la costruzione dell'apparato macchine, con 4 eliche a propulsione a turbina. capaci di erogare 140.000 hp che la spingevano a più di 30 nodi (una velocità enorme per una "barca" da 40.000 Tonnellate ) .
Erano considerate (la Littorio e le altre Corazzate della sua classe) le più potenti navi da battaglia esistenti. La Plancia era girevole, per garantire al riparo dalle intemperie la massima visibilità. Le torri di lancio con i cannoni da 380 potevano lanciare a 18 Km di distanza un proietto di 800 Kg, gittata fuori dalle Navi Inglesi. Esse erano dotate, uniche al mondo, di un apparato di compenso in tempo reale al rollio e al beccheggio, comandato da sensori e motori di allineamento costruiti da una delle prime fabbriche al mondo di elettronica, tutta italiana, per cui il campo di tiro rimaneva costante nonostante i movimenti della Nave.
Era dotata di ricognitori montati su guide di lancio che potevano dall'alto segnalare la presenza di Navi Ostili per un raggio di decine di miglia nautiche.
Nel Film "La Nave Bianca" mio Padre compare al minuto 16 ed è l'Ufficiale in tuta bianca che maneggia la strumentazione per il lancio del ricognitore. Lo si vede di spalle e nella breve sequenza successiva lo si vede di profilo,
E' l'unico ricordo che mio Padre mi ha lasciato della Guerra, che lui odiava, ma alla quale partecipava compiendo il suo dovere di Ufficiale Superiore della Regia Marina Italiana
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