L'amore inatteso |
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Un film di Anne Giafferi.
Con Éric Caravaca, Arly Jover, Valérie Bonneton, Jean-Luc Bideau, Benjamin Biolay.
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Titolo originale Qui a Envie d'Être Aimé?.
Drammatico,
durata 89 min.
- Francia 2010.
- Microcinema
uscita giovedì 21 marzo 2013.
MYMONETRO
L'amore inatteso
valutazione media:
2,57
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il bisogno d'amoredi renato volponeFeedback: 38280 | altri commenti e recensioni di renato volpone |
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venerdì 22 marzo 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Qui as envie d' être aimé? "Chi ha bisogno di essere amato?" è il titolo originale di questo "amore inatteso" della regista Anne Giaffari. Un brillante avvocato trova improvvisamente, per una serie di strane coincidenze, la vocazione verso Dio. Dopo aver partecipato ad un colloquio a scuola per il figlio, viene invitato dal professore a partecipare ad un incontro di catechesi per adulti. Finirà per esserne affascinato e, nella vergogna di dirlo ai suoi familiari, frequenterà il corso di nascosto per alcuni mesi. Non si tratta di una chiamata della grazia al sacerdozio, ma viene descritto come un invito alla fede. Gli incontri di catechesi non vengono descritti nei contenuti, ma nei partecipanti, per lo più persone sole che hanno bisogno d'amore, viene facile accomunare queste sedute a quella della sorella del protagonista che è in "analisi" da diversi mesi, anche lei per "bisogno d'amore". Si ha poi l'impressione che Antoine, il nostro avvocato, trovi in Dio il padre amorevole e accondiscendente che lui non ha avuto. Insomma un messaggio che invita a ripensare alle proprie convinzioni e aspettative dando più spazio agli altri, alle persone che ci sono vicine e con cui dobbiamo condividere i nostri spazi. È facile cadere nel banale, soprattutto quando il protagonista, nella lite con il fratello e in quella con la moglie, rinunciando a reagire, di fatto "porge l'altra guancia" . Il film è fatto bene in termini di riprese e fotografia, anche i tempi tra una scena e l'altra, pur essendo lenti, sono giustamente calibrati, solo le cene serali hanno troppa luce per essere credibili. Molto belle le riprese in esterno nella campagna francese. Solo la sceneggiature non tiene rendendo il tutto molto vicino ad "uno spot per le vocazioni" dove si invita a lasciare a ciascuno la libertà di decidere la propria fede. Mettendo poi in discussione le certezze di un uomo di legge si rende tutto molto, troppo facile per un pubblico non attento ai particolari. La fede e la coscienza sono una conversazione con la propria anima e con il proprio interiore e per essere raccontate hanno bisogno di solide certezze, non di begli attori e banali luoghi comuni.
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