Ancora una volta,Wakamatsu racconta una vicenda di sesso e violenza nell'universo degradato e quasi alieno della gioventù post '68 nipponica.Un autentico dramma da camera,la cui ambientazione svolta quasi esclusivamente sulla terrazza di un palazzo(pare quello dove abitasse il regista)ne amplifica il surrealismo e la claustrofobia.E l'impossibilità per i due protagonisti di trovare una via di fuga,se non nel modo più estremo.Come per il successivo "Violent Virgin"(assieme a questo uno dei suoi film migliori)colpiscono i passaggi dal bianco e nero al colore,l'uso dello schermo panoramico e la musica,la violenza al tempo stesso gratuita e astratta.Nell'allusione alla barbara uccisione di Sharon Tate(di cui appaiono le foto nel finale,oltre alla vaga somoglianza nella prima mattanza del giovane poeta)ci si potrebbe leggere una critica all'Occidente mercificato e non più "innocente".Come gli altri lavori del regista,un'opera spiazzante e all'avanguardia,non per tutti i gusti ma unica nella rappresentazione di eros e thanatos.Il 22enne Takeshi Kitano dovrebbe essere uno dei 4 inquilini pervertiti ammazzati.
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