La morte cammina con i tacchi alti |
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Un film di Luciano Ercoli.
Con Frank Wolff, Nieves Navarro, Simón Andreu, Carlo Gentili, George Rigaud.
continua»
Giallo,
durata 93 min.
- Italia 1971.
MYMONETRO
La morte cammina con i tacchi alti
valutazione media:
2,30
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sia ben chiaro, il merito è tutto nostro!diFeedback: 9165 | altri commenti e recensioni di |
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venerdì 21 dicembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Così l'ispettore Baxter (Carlo Gentili)esclama prima dei titoli finali, in questo atipico thriller girato a Londra e dintorni a inizio anni '70. Luciano Ercoli firma una pellicola interessante, con personaggi discretamente intriganti anche se poco approfonditi. D'altronde ce ne sono molti e l'impressione è che si sia voluto privilegiare la fotografia e la trama, piuttosto complessa. Questa mantiene lo spettatore in continua curiosità, interessato a mettere insieme i tasselli del puzzle. Il personaggio principale è l'ispettore Baxter (Carlo Gentili), un vero antieroe che di inglese ha davvero poco nell'aspetto, per manifestarlo tutto in un senso dell'umorismo "very british". Ad esempio esibisce una calma disarmante persino di fronte al furto dell'auto di servizio... Il suo fidato "secondo", Bergson, gli fa da spalla anche se forse un pò più di dinamismo e qualche parola in più non avrebbero guastato. Tra le cose migliori del film la splendida villa fuori Londra e le donne protagoniste della vicenda, tutte molto belle e piene di glamour per l'epoca. E tutte molto interessate ai diamanti dei quali tutti, persino i ladri, hanno perso le tracce. Si sente la mancanza di qualche esterno in più girato magari nel west-end londinese, avrebbe alleggerito la pellicola rendendola meno "chiusa" e anche Bergson, se avesse guidato una propria vettura di servizo sportiva, poteva dare un tocco di leggerezza. In effetti, l'auto in dotazione a Baxter è una classica berlina sportiva inglese dell'epoca, una splendida Jaguar MK 2, ma non basta a rendere "frizzante" la vicenda. Senza contare che in una sequenza la vettura è sostituita da una simile, anche se la targa è la stessa... In ogni caso Baxter e Bergson riescono a risolvere il tutto in modo brillante, tra un finto cieco, un voyeur elegante e compassato e un proprietario di fabbrica di ghiaccio alquanto bizzarro. L'ispettore è geniale nello smontare l'artificio che il colpevole aveva usato per costruirsi un alibi di ferro, anzi "di ghiaccio"! Un thriller che avrebbe potuto dare molto di più, ma che comunque è riduttivo classificarlo come un B-movie, perchè in effetti le buone intenzioni del regista si avvertono. Esilarante una battuta dell'ispettore al fidato Bergson. Quest'ultimo, vedendolo pensoso, gli chiede -"Ispettore, che cosa ha in testa?"- Replica Baxter con tutta calma -"Il cappello, Bergson, il cappello".- di "Joss"
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