Briciole |
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Un film di Ilaria Cirino.
Con Claudia Zanella, Franco Castellano (II), Elisabetta Castellotti, Gabriele Mainetti, Francesca Figus
Drammatico,
durata 100 min.
- Italia 2005.
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l'anoressia: da una persona ne coinvolge cento!di obeesFeedback: 1585 | altri commenti e recensioni di obees |
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mercoledì 12 settembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La telecamera entra di soppiatto nella vita di una famiglia ben agiata, all'apparenza perfetta. La casa è bella, madre e padre vanno d'accordo, le tre sorelle tra loro si vogliono bene. Poi qualcosa cambia. Il periodo adolescenziale per Sandra non è semplice: non si sente accettata per quella che è, non si sente bene con se stessa, non si sente apprezzata a sufficienza da coloro che la circondano, è tremendamente insicura e quindi infelice. Smette di mangiare, pensando che quella fosse la soluzione. Viene ricoverata e conosce un'infermiera che le mostra cosa significa essere felice, sorridente. Ma Sandra non lo vede, ha altri pensieri per la testa. Il film cerca di indagare sulla sua psicologia, sulla difficoltà di vivere della ragazza, che non riesce a trovare un equilibrio, uno spazio in cui sentirsi libera. Neanche quando mangia si sente libera di fare ciò che vuole, perchè subito le sorelle la rimproverano, le dicono di fermarsi, di non fare così. Ma è giusto farlo o peggiorano le cose? lasciare correre le cose da sole come fa il padre che fa finta che nulla accada, sperando che il tempo sistemi le cose da sè? fare come la madre che si angustia e arriva a mettersi tanto in discussione da aver bisogno di una psicoanalista? fare come la sorella che versa lacrime ingenuamente? La cura sarebbe un po' più di amore, di calore e l'abbraccio finale lo dimostra, ed è anche l'amore che provava per Saverio a darle la forza di lottare. Almeno uno dei due deve farcela. un argomento difficile quello dell'anoressia da spiegare e soprattutto da mostrare in video, perchè non è semplicemente l'esteriorità il problema principale. E' un malessere interiore, un male di vivere che ti divora piano piano e molto difficile da curare perchè solo la persona affetta può decidere come devono andare le cose. E lottare così da soli è difficile, logorante. Il film avrebbe potuto approfondire di più la psicologia di Sandra e della malattia, ma è interessante il fatto che si sia concentrato sulla famiglia, sul fatto che una persona anoressica pone dei problemi non solo a sè ma a quelli che la circondano. Non si sa più come bisogna comportarsi e ogni gesto sembra un errore. Diventa difficile anche solo esprimere il proprio amore. Non bisogna arrendersi.
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