Il mestiere,l'abitudine ad arrangiarsi in ogni genere di cinema non sono sufficienti al buon S. Martino per far di questo film-chimera qualcosa di valido. "Il fiume del grande caimano",per ricordare un'altra avventurosa pellicola del regista,è più compatto e ricco di phatos. In continuo bilico tra cannibalismo (vero e propio filone agli albori,che durerà pochi anni a cavallo dell' 80) ed avventura da cartolina,la narrazione indugia sulle bellezze naturali,ma non beneficia di una convincente sceneggiatura. Ad una prima parte interssante,segue una matassa di idee mal sviluppate,culminante nelle grotte in cima alla montagna. Lì,oltre una vaga sensazione di clima alla Indiana Jones,dove prevale il delirio collettivo,il film deraglia diventando noioso e ridicolo. Nei titoli di testa sequenza di animali esotici in tutto il loro splendore,sebbene più tardi li rivedremo nelle loro "miserie" (reali morti cruente). Buon cast,su tutti Stacy Keach. La signora Andress,già baciata da madre natura,appare ancor più bella grazie a luci e trucchi,ma a discapito della credibilità:è sempre in ordine,linda e cotonata,anche dopo le fatiche più immani. Ed il rimmel non le cola mai
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|