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Nella strampalata e improbabile storia raccontata da questa commedia, l’ennesima diretta da Marino Girolami, Claudio Villa può contare sulla presenza di una spalla d’eccezione, che l’anno prima, nel 1956 ha vinto il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista per l’interpretazione di un ex galeotto nel film “Il bigamo” di Luciano Emmer. Si tratta di Mario Carotenuto, un attore rivelatosi al pubblico e alla critica nel 1952 con una parte drammatica in “Umberto D.” Di Vittorio De Sica e specializzatosi poi nel ruolo del popolano romano, vivace e ‘caciarone’, ma generoso e ricco d’umanità. La sua presenza dà spessore a un film altrimenti destinato a risultare frammentario e caotico e ancora oggi rende testimonianza delle qualità di un attore troppo spesso relegato in ruoli marginali o in film di secondo piano. Claudio Villa appare a disagio nel ruolo del cantante che ‘provoca il prurito’, quasi non fosse del tutto convinto della validità del soggetto. Il meglio di sé lo dà, more solito, nelle parti cantate che sono, in fondo, quelle per cui la gente paga il biglietto all’ingresso delle sale cinematografiche.
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