"Andrò come un cavallo pazzo" è un film estremo nel suo surrealismo crudo, violento e perverso, un po' come gli antri più remoti dell'inconscio umano. Sicuramente è un risultato importante perché la provocazione di Arrabal non è mai fine a se stessa, ma - seppur in alcuni momenti volutamente brutale e disgustosa - finalizzata ad ampie e significative metafore psicologiche.
Sotto il profilo tecnico, invece, ci sono parecchie imperfezioni per quanto riguarda gli effetti speciali: in molte scene gli stratagemmi cinematografici sono fin troppo evidenti, anche considerando i mezzi degli anni '70.
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