Film ben curato in ogni aspetto, che mescola in modo sapiente spettacolo, psicologia dei personaggi ed emozioni, etica e storia senza mai farsi pesante per banalizzazioni, volgarità e forzature di vario genere. L'ultima valle avvince e sorprende fino alla fine, forse unico film nella storia del cinema collocato sullo sfondo della devastante guerra dei trent'anni, che denuncia la follia della guerra e dei conflitti ideologici nel nome delle religioni, contrapponendovi i valori del pensiero libero, dell'etica, della pace e della comprensione tra gli esseri umani. Le pochissime scene di lotta fanno solo da contorno, mentre si assiste soprattutto ad una efficace caratterizzazione dei personaggi principali: eccellente Michael Caine nel ruolo del capitano combattuto tra etica e vocazione militare, attore inglese di prim'ordine con una carriera teatrale e cinematografica lunghissima e costellata di successi (Alfie, Funerale a Berlino, Gli insospettabili), e ottimo nel personaggio di Vogel, l'uomo di cultura, anche Omar Shariff, che all'epoca del film univa buone capacità di attore ad una grande popolarità sulla scena cinematografica grazie a film epici quali Lawrence d'Arabia, il Dottor Zivago, Mayerling. Non dimentichiamo pure la bellissima colonna sonora di John Barry, autore prolifico al pari di Ennio Morricone, e la fotografia del paesaggio del Tirolo. Quindi senza dubbio uno dei film storico-drammatici meglio riusciti del cinema europeo, di quel modo di fare cinema di cui oggi sentiamo la mancanza. E per questo ci pare così incomprensibile come una pellicola di questo valore sia difficilmente reperibile sul mercato italiano e praticamente dimenticata dalle maggiori emittenti televisive.
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