La niña dei tuoi sogni |
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Un film di Fernando Trueba.
Con Penélope Cruz, Antonio Resines, Neus Asensi, Jesús Bonilla, Loles León.
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Titolo originale La niña de tus ojos.
Drammatico,
durata 121 min.
- Spagna 1998.
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Tra farsa e realtàdi Francesco2Feedback: 41676 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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lunedì 2 agosto 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Di Trueba in Italia sappiamo poco, soprattutto che vinse un Oscar nel 1994 con "Belle Epoque". Per quel pochissimo che mi è dato di conoscere, il suo è un cinema variamente giudicato: è un caso che la Tornabuoni, giornalista non credo di botta buona, faccia la premessa che fa a una recensione che sa un pò di stroncatura? In effetti, non si può dire che gli sceneggiatori -Ancora prima del regista- di questo sgangherato filmetto ci abbiano azzeccato molto. In diversi punti dla farsa sfocia nel ridicolo, quando si vorrebbe ironizzare su questi personaggi o renderli simpatici si fa fiasco. Funzionano di più, semmai, le scene in costume dove la Cruz si esibisce in Tedesco. Lì si perde per un attimo il disordine "litigioso" degli iberici ( Che dicono di loro stessi: "Ma dobbiamo fare riconoscere che siamo Spagnoli?"), e si entra parzialmente in un altro meccanismo, mostrare la verità della finzione ("Doppia finzione", peraltro, dato che la ragazza aveva imparato a memoria in una lingua che non conosceva). Bene, la prima "zona d'ombra" di questa commediola è proprio il modo di valutare questo confine. In fondo la finzione nell'apparente realtà è presente più di quanto non sembri: si pensi alle scene (a volte noiose, certo.....) in cui il personaggio principale ha a che fare con Goebbels. In fondo non esiste una comunicazione AUTENTICA nel senso che nessuno dei due capisce cosa l'altro dica, ma il livello è più banale ed al contempo più profondo quando le viene domandata diplomazia con l'uomo tedesco; ecco che la menzogna non riguarda i codici della comunicazione, o non solo quelli, nel momento in cui -Prima- l'ideale è tutelare il gruppo(Piccolo) nel paese(Grande) che deve realizzare un "Grande sogno"(!): girare un film, loro spagnoli epoveri (Si crede) nella Germania grande e ricca(Ma neanche tanto, del resto erano gli anni'30, e la fortuna di Hitler fu agevolata dalla crisi economica). Dunque, un livello di simulazione duplice o addirittura triplice, fin quando l'obiettivo da raggiungere riguarda una cricca ed ha una dimensione legata alle ambizioni personali; in una situazione in cui la "Provinciale" spagnola rimane più volte delusa dagli "Aperti" tedeschi, e più volte sostiene che vorrebbe tornare in Germania. E' la conoscenza col russo, però , che imprime una parziale svolta all'innocua ed a volte antipatica pellicola. Nonostante i codici della comunicazione restino immutati ( I due non si capiscono, almeno lei non lo capisce)il cambiamento d iprospettiva è molto ampio. La ragazza non lotta più per coronare un sogno personale o di pochi altri, ma per salvare un innocente da un'ingiustizia. Allora dalla simulazione legata a tutelare una cricca si passa all'"autenticità", volta ad evitare che un uomo paghi per colpe(?) non sue.(In fondo,la scenata contro gli ebrei verso l'inizio del film anticipava un pò la seconda parte.........). Quando Goebbels muore, si è come "frantumato" il muro di pocrisia che imprigionava un rapporto(Inesistente) o il film stesso, quantopiù la moglie dello stesso Goebbels era al corrente delle scappatelle del marito. La "Realtà" ha fatto definitivamente irruzione. Il film non si è realizzato più, alla fine, come se -Senza retorica, però- la realtà avesse avuto la meglio sulla fiction. Più di dieci anni prima degli "Abbracci spezzati"( Ma anche in questo film, si badi, ci sono omaggi allo "spettacolo"), dove invece la seconda è un mezzo per affrontare meglio la prima.
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