Gli invasori spaziali

Difficile non definirlo cult movie della fantascienza anni '50 così come non è possibile tacere della insensata decisione che il bravo regista ha dovuto subire riguardo il cambiamento di finale nella versione 'europea'. Così, mentre assistiamo a una classica storia di invasioni marziane tipiche delle avventure divulgate da riviste di genere, famosissime in quegli anni, il tutto, realizzato con un generale (e ipnotico) senso di meraviglia e di innocenza, gode di una fotografia calda e avvolgente nonché di un piccolo protagonista simpatico e convincente. La messincena, che prevede effetti speciali retrò, omoni verdi e goffi, dischi volanti tipici e armi improbabili capaci di sciogliere la roccia, cadrebbe nell'inverosimile se il regista non avesse pensato saggiamente di trasformare la storia in un sogno profetico del ragazzino. In questo modo dunque ogni elemento trova la sua giusta dimensione e il film si mostra come la proiezione delle nostre paure infantili nei confronti dell'ignoto. Peccato però che a causa di dissensi con l'autore originale dello script e con la Produzione, tale finale si previdde solo negli USA. In Europa e dunque in Italia il film termina semplicemente con il più banale degli 'happy end' che ha rovinato gran parte del valore di questa singolare opera cinematografica. (Fortunatamente in DVD è presente sia la versione USA sia la versione italiana del film di Menzies.)