Zidane, un portrait du XXI Siècle

   
   
   

Non è il solito documentario Valutazione 3 stelle su cinque

di Fabio Piozzi


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domenica 11 marzo 2007

Vi prego di non cadere nell’errore di scambiare quest’opera per un normale documentario sul calciatore francese, oppure per una semplice ripresa di un incontro calcistico. Le immagini sono tratte dall’incontro realmente disputato Real Madrid-Villareal, svoltosi al Santiago Bernabeu il 23 aprile 2005, e presentatoci qui quasi nella sua interezza, durando il film (fra l’altro non ancora distribuito in Italia) una novantina di minuti circa, titoli di testa e coda compresi. Al centro di ogni inquadratura, è ovvio, c’è Zinedine Zidane, marcato stretto (per attenerci al gergo calcistico), da 17 telecamere, 2 delle quali potentissime HD utilizzate dall’esercito americano. L’effetto è quello di essere sul campo a fianco del fuoriclasse francese, anzi di essere quasi nella sua testa, infatti alcuni suoi pensieri vengono resi mediante sottotitoli che appaiono sporadici, fra i lunghi silenzi, la telecronaca e le urla della folla. I due registi prendono a pretesto il match per intraprendere un viaggio con e in Zidane, una sorta di Grande Fratello che scava più a fondo, restituendoci un’opera a metà strada tra il documentario, l’evento sportivo, il cinema e la videoarte. Infatti non lo si puo’ ritenere cinema in senso stretto, forse anche solo per la mancanza di precedenti simili con cui istituire paragoni o costituire un genere. P. Parreno e D. Gordon (i due registi appunto), già legati al mondo delle arti visuali, ci consegnano un’esperienza sensoriale coinvolgente e ipnotica, senza dubbio unica, non tralasciando di enfatizzare quegli elementi che contraddistinguono il ‘protagonista’ della pellicola, cioè le sue finezze calcisiche. Certo, i momenti morti ci sono e a volte un calo di scorrevolezza si avverte, ma l’eccellente colonna sonora al cento per cento strumentale dei Mogwai contribuisce a dare maggiore profondità alle immagini. Il gruppo scozzese del resto non è nuovo alle collaborazioni cinematografiche: già avevamo avuto modo di sentire alcuni dei loro brani in Le conseguenze dell’amore (P. Sorrentino) e in Miami Vice (M. Mann). Se di film vero e proprio non si può parlare insomma, merita comunque la visione per la sua particolarità, o almeno per averne un opinione a riguardo. Curiosità per i maligni: il film si chiude con l’espulsione del calciatore, il che ricorda anche la sua succesiva chiusura di carriera, sapete tutti in quale partita… VOTO: 3 1/2

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