Non è difficile immaginare come sulla carta, nel 1962, un seguito spurio del celebratissimo Spartacus, il kolossal di Stanley Kubrick, non avesse speranze. Nè poteva cambiare la situazione la presenza nel cast di Steve Reeves, in quel periodo la stella più luminosa del cosiddetto “peplum” che da qualche anno non vestiva più i panni di Ercole. Solo un geniale quanto appassionato artigiano del cinema come Sergio Corbucci poteva accettare la sfida senza battere ciglio. Il risultato smentisce i pessimisti. La storia corre via con molta leggerezza alternando momenti di azione con fasi preparatorie e di attesa ben gestite. Anche le scene di combattimento godono di una discreta spettacolarità mentre gli attori sono tutti credibili nelle loro caratterizzazioni, compreso uno Steve Reeves meno imbambolato e rigido del solito.
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Non è difficile immaginare come sulla carta, nel 1962, un seguito spurio del celebratissimo Spartacus, il kolossal di Stanley Kubrick, non avesse speranze. Nè poteva cambiare la situazione la presenza nel cast di Steve Reeves, in quel periodo la stella più luminosa del cosiddetto “peplum” che da qualche anno non vestiva più i panni di Ercole. Solo un geniale quanto appassionato artigiano del cinema come Sergio Corbucci poteva accettare la sfida senza battere ciglio. Il risultato smentisce i pessimisti. La storia corre via con molta leggerezza alternando momenti di azione con fasi preparatorie e di attesa ben gestite. Anche le scene di combattimento godono di una discreta spettacolarità mentre gli attori sono tutti credibili nelle loro caratterizzazioni, compreso uno Steve Reeves meno imbambolato e rigido del solito. La genialità di Corbucci sta nell’aver guardato più al modello dei classici film d’avventura che al tradizionale impianto narrativo del genere storico/mitologico all’italiana. L’esempio più evidente è nella doppia personalità del figlio di Spartacus, centurione romano e in segreto capo dei ribelli che si oppongono alle ingiustizie e ai delitti di Crasso, e in quel segno della “S” con cui firma ogni impresa che si rifanno direttamente alle avventure di Zorro. Tra i personaggi spiccano un perverso e crudele Crasso interpretato da Claudio Gora, contrapposto e un Ivo Garrani nei panni di Giulio Cesare capace di grande magnanimità e moderazione.
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