elpiezo
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martedì 11 settembre 2018
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una surreale caccia al "maschio".
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In occasione di una battuta di caccia una disinibita ventenne diviene oggetto del desiderio da parte degli amici dell’ambiguo fidanzato; subiti abusi e violenze cercherà una feroce vendetta tra le dune isolate di un impervio deserto.
Una primitiva e visionaria caccia all’uomo, un “rape revenge” allucinato e distorto che esaspera oltremodo il genere splatter e concede una divertente e provocante rivalsa al mondo femminile.
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genoa1952
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domenica 9 settembre 2018
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pessimo
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L'idea di una vittima che reagisce e si fa giustizia non e' nuova, ma va benissimo lo stesso, dipende da come e' rappresentata. Qui abbiamo attori che dialogano principalmente attraverso urla e berci, sangue a fiumi, letteralmente, per almeno 2/3 del film, incipit di sesso esplicito, situazioni quasi ridicole....la protagonista che rimane infilzata da parte a parte dopo una caduta di parecchi metri e che, nonostante cio', si libera, gira per un po' con un palo che le esce dallo stomaco, si cura e guarisce da sola.....se gli autori od il regista volevano emulare Tarantino hanno fatto fiasco, la distanza e' tra il giorno e la notte, Da dimenticare.
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samanta
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lunedì 29 agosto 2022
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un film soffocato dal sangue.
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Il film uscito nel 2017 e dato recentemente in tv appartiene alla categoria Thriller/Horror o forse nella categoria tipo Pulp Fiction, ma la regista Carolie Fargeat che ha un modestissimo curriculum cinematografico (Revenge per fortuna è il suo ultimo lungometraggio) si rivela non all'altezza di dirigere un film che sia appena discreto.
La trama inizia con una storia banale: la relazione tra un uomo ricco e sposatissimo con 2 figli Richard (Kevin Jansess) con la giovane ventenne bella e bamboleggiante Jen (Matilda Lutz), i 2 fanno un weekend di sesso nella villa di lui nel deserto (!) interrotto dall'arrivo anticipato di 2 amici di lui Stanley (Vincent Colombe) e Dimitri (Guillaume Bouchède) per iniziare una battuta di caccia, lei deve ripartire ma approfittando dell'asenza momentanea di Richard viene violentata da Dimitri, Richard si limita a sgridarlo, offesa Jen minaccia di rivelare tutto alla moglie, l'amante allora cerca di ucciderla, gettandola da 20 metri in un burrone.
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Il film uscito nel 2017 e dato recentemente in tv appartiene alla categoria Thriller/Horror o forse nella categoria tipo Pulp Fiction, ma la regista Carolie Fargeat che ha un modestissimo curriculum cinematografico (Revenge per fortuna è il suo ultimo lungometraggio) si rivela non all'altezza di dirigere un film che sia appena discreto.
La trama inizia con una storia banale: la relazione tra un uomo ricco e sposatissimo con 2 figli Richard (Kevin Jansess) con la giovane ventenne bella e bamboleggiante Jen (Matilda Lutz), i 2 fanno un weekend di sesso nella villa di lui nel deserto (!) interrotto dall'arrivo anticipato di 2 amici di lui Stanley (Vincent Colombe) e Dimitri (Guillaume Bouchède) per iniziare una battuta di caccia, lei deve ripartire ma approfittando dell'asenza momentanea di Richard viene violentata da Dimitri, Richard si limita a sgridarlo, offesa Jen minaccia di rivelare tutto alla moglie, l'amante allora cerca di ucciderla, gettandola da 20 metri in un burrone. Jen sebben gravente ferita grazie ad un portentoso allucinogeno (pejote) si scatena in una feroce vendetta.
Il film è stato visto da una certa critica in un'ottica femminista nel senso che dimostra come una donna possa rivalersi sui maschi predatori, il giudizio non è corretto. Jen non è la vittoria del femminismo perche dimostra di essere una brutta persona, amante viziata di un uomo più anziano e ricco che tra un rapporto sessuale e un'altro telefona in sua presenza alla moglie "Tesoro ... Ti penso sempre", drogata, si produce in balli sexy strusciandosi addosso a Dimitri. In seguito massacra tutti in modo atroce in un'orgia di violenza, ma non era più semplice e logico accettare di andare via e poi denunciare il fatto alla polizia invece che cercare di ricattarlo? L'altro elemento negativo del film è un crescendo inverosimile e ridicolo di spargimento di sangue, la stessa regista ha ammesso che alla fine di ogni ripresa giornaliera le scorte del sangue finto erano esaurite. Oltre al fiume di sangue sono esibite membra sventrate in una crescita inarrestabile di violenza non solo disgustosa ma anche ridicola. Infatti cadere come fa Jen in un burrone da 20 metri infilzandosi in un ramo secco che la penetra nella schiena uscendo dalla pancia, avrebbe annichilito anche Rambo o Terminator ma non la ragazza che disinvoltamente incomincia ad uccidere.
Il montaggio è approssimativo ad esempio: Stanley mutilato viene ucciso da Jen con un colpo di pistola mentre sta seduto in auto con il capo sul poggia testa il proiettile entra dalla fronte ed esce dalla nuca ma il poggiatesta appare del tutto lindo. Il colmo del ridicolo si raggiunge nel finale con Richard che corre nei corridoi della villa inseguito da Jen versando litri di sangue dalle ferite mostrandosi completamente nudo (lati A e B) cercando di coprire il pene con un mitra! Il film apppare una scimiottatura di Quentin Tarantino (ma c'è un abisso qualitativo sia tecnico che artistico con la Fargeat), ad esempio la macchina da ripresa che indugia quasi in un piano sequenza su Dimitri che facendo la pipì cerca di affogare in una buca un ragno.
Disastrosa appare la recitazione in particolare Kevin Jansenss ha una asoluta mancanza di espressività, Matilde Lutz non sa recitare e si limita a fare "la faccia feroce", ma se è poco credibile nella parte della bambola sexy, è fuori parte in quella della donna Rambo.
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davidelolli97
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domenica 9 settembre 2018
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uno spreco di tempo e di sangue finto
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Ho visto questo film ieri sera, si vede che è a budget molto ridotto, budget che è stato speso in sangue finto e in un elicottero, peccato che l'elicottero sia nella prima scena del film. Il resto del film sembra inizialmente una parodia di un film porno fatto male, ma si sviluppa in un vero e proprio schifo, roba che quando lo guardavo non sapevo se ridere o se piangere. Un insieme di inseguimenti che si basavano sul seguire strisce di sangue lunghe chilometri, resurrezioni di una donna che a quanto pare non aveva la colonna vertebrale, uccisioni che accentuavano quanto le vittime fossero di plastica (dalla via che c'erano potevano usare le barbie). Il tutto viene poi messo insieme da un montaggio degno dei bambini sfruttati in russia per fare video trash, con riproporsi di scene già viste qualche secondo prima, sopratutto nel finale, dove si vede che anche il regista non ne voleva più sapere.
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Ho visto questo film ieri sera, si vede che è a budget molto ridotto, budget che è stato speso in sangue finto e in un elicottero, peccato che l'elicottero sia nella prima scena del film. Il resto del film sembra inizialmente una parodia di un film porno fatto male, ma si sviluppa in un vero e proprio schifo, roba che quando lo guardavo non sapevo se ridere o se piangere. Un insieme di inseguimenti che si basavano sul seguire strisce di sangue lunghe chilometri, resurrezioni di una donna che a quanto pare non aveva la colonna vertebrale, uccisioni che accentuavano quanto le vittime fossero di plastica (dalla via che c'erano potevano usare le barbie). Il tutto viene poi messo insieme da un montaggio degno dei bambini sfruttati in russia per fare video trash, con riproporsi di scene già viste qualche secondo prima, sopratutto nel finale, dove si vede che anche il regista non ne voleva più sapere. Insomma in poche parole un film "bellissimo"!!
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dandy
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mercoledì 8 luglio 2020
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una buona tarantinata e nulla più.
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La regista,debuttante e sceneggiatrice mixa rape and revenge vecchio stile(con echi più da "Thriller" che "Non violentate Jennifer")con il pulp più esagerato(con echi da "Kill Bill" e altro dello stesso regista)tra peyote e ferite letali curate alla fai da te.Sceglie di concentrarsi sulla vendetta della protagonista lasciando quasi in disparte lo stupro,e sa gestire tecnica e abituali virtuosismi.Ma si ha l'impressione che se avesse girato in maniera seria ed equilibrata il film sarebbe stato ben altra cosa.Perchè il prologo,col comportamento della protagonista che porterà i soliti benpensanti a dire "se l'è cercata" e il di lei fidanzato che si rivela ben più disumano dell'amico stupratore(e patetico codardo quando si tratta di confrontarsi con altri uomini) non è affatto scontato.
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La regista,debuttante e sceneggiatrice mixa rape and revenge vecchio stile(con echi più da "Thriller" che "Non violentate Jennifer")con il pulp più esagerato(con echi da "Kill Bill" e altro dello stesso regista)tra peyote e ferite letali curate alla fai da te.Sceglie di concentrarsi sulla vendetta della protagonista lasciando quasi in disparte lo stupro,e sa gestire tecnica e abituali virtuosismi.Ma si ha l'impressione che se avesse girato in maniera seria ed equilibrata il film sarebbe stato ben altra cosa.Perchè il prologo,col comportamento della protagonista che porterà i soliti benpensanti a dire "se l'è cercata" e il di lei fidanzato che si rivela ben più disumano dell'amico stupratore(e patetico codardo quando si tratta di confrontarsi con altri uomini) non è affatto scontato.Per il resto è solo un prodotto di genere che accontenterà egregiamente i fan:la protagonista è avvenente e notevole,(un pò una Jessica Alba più spigliata)e le scene truci non mancano.Non male la caccia finale tra Jes e il fidanzato nudo nella casa che si sporca sempri più di sangue.Girato in Marocco,ma l'ambientazione potrebbe essere in Messico.
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amintore
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sabato 8 settembre 2018
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solo per amanti del pulp
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Matilda Anna Ingrid Lutz merita tutta l' attenzione di questo mondo per la sua bellezza, il film meriterebbe invece una citazione nella famosa parodia di Scary Movie che attendiamo ancora da qualche anno ( o c'è da sperare che siano finiti ?). Gli amanti del pulp troveranno soddisfazione nelle laceranti ferite inquadrate in primo piano, i litri di sangue sparsi sulle scene che neppure in un mattatoio è possibile vedere in tale quantità, con la sopravvissuta sexy protagonista che non mi risulta dover apparire una eroina della Marvel come sembra invece evidentemente essere.
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jurimoretti
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venerdì 7 settembre 2018
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il primo rape revenge movie diretto da una donna
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REVENGE:
Il primo rape revenge movie, diretto da una donna Coraline Fargeat.
Prodotto dalla Midnight Factory, il film parla di una ragazza Jen, che viene invitata da un uomo molto ricco ad una battuta di caccia.
Il week end, si trasforma in un vero è propio incubo. Jen viene violentata e poi uccisa (almeno così sembra), fino a che non si sveglierà e vorrà vendetta.
Un film che non ha una trama del tutto originale, ma il fatto che sia diretto da una donna e la cosa stupisce e si può dire che è riuscita a realizzarlo magnificamente, dove la violenza non ha limiti.
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REVENGE:
Il primo rape revenge movie, diretto da una donna Coraline Fargeat.
Prodotto dalla Midnight Factory, il film parla di una ragazza Jen, che viene invitata da un uomo molto ricco ad una battuta di caccia.
Il week end, si trasforma in un vero è propio incubo. Jen viene violentata e poi uccisa (almeno così sembra), fino a che non si sveglierà e vorrà vendetta.
Un film che non ha una trama del tutto originale, ma il fatto che sia diretto da una donna e la cosa stupisce e si può dire che è riuscita a realizzarlo magnificamente, dove la violenza non ha limiti.
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gustibus
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martedì 25 dicembre 2018
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d'autore ma esagerato!
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Un vero peccato questo REVENGE di Coralie Fargeat film francese del 2017.Partito magnificamente con un tocco di regia da serie A,lei una specie di Lolita bionda(Matilda Lutz)In cerca di successo invitata in un specie di vacanza in pieno deserto messicano poi brutalmente violentata e fino a qui il film denuncia sul femminicidio ci stava,con inquadrature D'AUTORE.Poi nella seconda parte dove la ragazza si salva(alla "KILL BILL")e comincia la vendetta.Tutti e quattro i protagonisti entrano in un teatro di sangue che scorre a litri,ma con le ferite che avevano, il racconto sarebbe finito mezz'ora prima...considerando che la regista volutamente tiene il piu'responsabile della violenza completamente nudo col fucile da caccia,e tutto coperto dal sangue,la "Lolita"aveva tre ferite ma tutto scorre fino al finale eccessivo,esageratissimo,sopra le righe in ogni frangente.
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Un vero peccato questo REVENGE di Coralie Fargeat film francese del 2017.Partito magnificamente con un tocco di regia da serie A,lei una specie di Lolita bionda(Matilda Lutz)In cerca di successo invitata in un specie di vacanza in pieno deserto messicano poi brutalmente violentata e fino a qui il film denuncia sul femminicidio ci stava,con inquadrature D'AUTORE.Poi nella seconda parte dove la ragazza si salva(alla "KILL BILL")e comincia la vendetta.Tutti e quattro i protagonisti entrano in un teatro di sangue che scorre a litri,ma con le ferite che avevano, il racconto sarebbe finito mezz'ora prima...considerando che la regista volutamente tiene il piu'responsabile della violenza completamente nudo col fucile da caccia,e tutto coperto dal sangue,la "Lolita"aveva tre ferite ma tutto scorre fino al finale eccessivo,esageratissimo,sopra le righe in ogni frangente.Davvero poteva uscire un ottimo messaggio d'autore,ma e'stato rovinato e forse anche volutamente.Il film in Italia ha incassato una miseria,ed e'giusto cosi',se preso seriamente nn e' fatto per famiglie e forse neanche per ragazzi/e,questo e'il limite del film.
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wolvie
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giovedì 30 gennaio 2020
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peckinpah al femminile
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Film francese diretto da una donna, che stilizza all' ennesima potenza l ' immaginario femminino della prima Kathryn Bigelow. Al di la' del concetto di bello o brutto, qui lo stile è da graphic novel, ma vivaddio, con una voglia di rappresentazione pulsante, grazie anche ad una fotografia nitida, quasi di fuoco, che non indugia in particolari minimalisti, inserendoci visivamente, nel contesto arido e sanguinolento della vendetta.
Qui le pallottole fanno esplodere la carne, il sangue si versa a fiotti, il fuoco brucia.
Jennifer, stile Lolita super provocante,e' l' amante del macho facoltoso Richard, sposato con prole, che la porta in una villa nel deserto per una due giorni di sesso.
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Film francese diretto da una donna, che stilizza all' ennesima potenza l ' immaginario femminino della prima Kathryn Bigelow. Al di la' del concetto di bello o brutto, qui lo stile è da graphic novel, ma vivaddio, con una voglia di rappresentazione pulsante, grazie anche ad una fotografia nitida, quasi di fuoco, che non indugia in particolari minimalisti, inserendoci visivamente, nel contesto arido e sanguinolento della vendetta.
Qui le pallottole fanno esplodere la carne, il sangue si versa a fiotti, il fuoco brucia.
Jennifer, stile Lolita super provocante,e' l' amante del macho facoltoso Richard, sposato con prole, che la porta in una villa nel deserto per una due giorni di sesso. L' arrivo anticipato dei due soci di Richard per una battuta di caccia, con arsenale di armi al seguito fa precipitare gli eventi.
Jennifer viene stuprata, braccata e apparentemente uccisa.
Da qui la virata del film, Jennifer, novella fenice, rinasce, e armata di fallo (fucile da caccia), inizia a braccare i cacciatori, eliminandoli violentemente con una passione da contrappasso dantesco, dove é lei che penetra il corpo maschile, con : pallottole, coltelli, vetri e con le sue stesse mani.
Astenersi palati deboli.
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matteo manganelli
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venerdì 11 gennaio 2019
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non c'è spazio per il perdono
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Una bomba; non saprei come altro definire il film di Coralie Fargeat.
Un rape revenge movie che non si macchia neanche un secondo di sciatteria.
Poco importa se la credibilità degli eventi narrati lascia molto a desiderare: Revenge è un viaggio onirico nella vendetta, un film che fa della violenza visiva il suo punto forte.
Un'opera che ha bisogno di pochi dialoghi e di poche spiegazioni.
Il sangue e la violenza sprigionati nella seconda parte della pellicola sono la risposta idealistica al martirio psicologico e fisico che tutte le donne subiscono ogni giorno.
Gli uomini ne sono consapevoli, anche se non lo ammettono quasi mai: si parte da uno sguardo o da un commento spiritoso e si finisce troppo spesso per perdere il controllo.
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Una bomba; non saprei come altro definire il film di Coralie Fargeat.
Un rape revenge movie che non si macchia neanche un secondo di sciatteria.
Poco importa se la credibilità degli eventi narrati lascia molto a desiderare: Revenge è un viaggio onirico nella vendetta, un film che fa della violenza visiva il suo punto forte.
Un'opera che ha bisogno di pochi dialoghi e di poche spiegazioni.
Il sangue e la violenza sprigionati nella seconda parte della pellicola sono la risposta idealistica al martirio psicologico e fisico che tutte le donne subiscono ogni giorno.
Gli uomini ne sono consapevoli, anche se non lo ammettono quasi mai: si parte da uno sguardo o da un commento spiritoso e si finisce troppo spesso per perdere il controllo.
E se nei secoli, la violenza sulle donne si è dispersa molte volte nell'omertà e nell'indifferenza, nel film di Coralie Fargeat non c'è spazio per il perdono e la comprensione: uomini forti che diventano vermi impotenti e una donna frivola che si trasforma in una guerriera spietata.
Questo è Revenge: il realismo sacrificato sull'altare dell'idealismo, la spettacolarità che si divora la credibilità, la bellezza che schiaccia la sobrietà.
Prendetelo come un manifesto pop che condanna la violenza sulle donne e non come un convenzionale action movie.
Piccola nota: il film è estremamente violento, sconsigliato ai più impressionabili.
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