Dramma sentimentale ambientato nell’upper class britannica, dove una relazione extraconiugale dà vita ad un amore tormentato che si scontra con le convenzioni sociali dell’epoca.
Colpisce per originalità il personaggio della protagonista femminile, interpretata da Katharine Hepburn, che si caratterizza per essere una donna molto emancipata, soprattutto se avuto riguardo ai costumi della società del tempo (che probabilmente nel Regno Unito erano comunque più progrediti che da noi in Italia).
Nonostante tutto però la morale bigotta che ancora dominava la società in quegli anni sarà di ostacolo alla realizzazione del sogno d’amore dei due protagonisti: questo aspetto non viene descritto in modo negativo; non si tratta infatti di un film che ha l’obiettivo di attuare una forma di denuncia sociale.
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Dramma sentimentale ambientato nell’upper class britannica, dove una relazione extraconiugale dà vita ad un amore tormentato che si scontra con le convenzioni sociali dell’epoca.
Colpisce per originalità il personaggio della protagonista femminile, interpretata da Katharine Hepburn, che si caratterizza per essere una donna molto emancipata, soprattutto se avuto riguardo ai costumi della società del tempo (che probabilmente nel Regno Unito erano comunque più progrediti che da noi in Italia).
Nonostante tutto però la morale bigotta che ancora dominava la società in quegli anni sarà di ostacolo alla realizzazione del sogno d’amore dei due protagonisti: questo aspetto non viene descritto in modo negativo; non si tratta infatti di un film che ha l’obiettivo di attuare una forma di denuncia sociale. La pellicola invece deve classificarsi come un’opera prettamente melodrammatica, che si concentra nel rendere nel modo più struggente possibile il tormentato rapporto sentimentale: in quest’operazione, sicuramente ben riuscita, è fondamentale l’apporto dato dagli interpreti, tra cui oltre alla Hepburn si devono ricordare Colin Clive, nella parte dell’amante sposato della protagonista, ed una bravissima Billie Burke, forse la migliore in scena, che recita la parte della moglie trascurata, tradita e quasi rassegnata.
Notevole la presenza scenica di Katharine Hepburn, molto giovane, ma già eccezionalmente carismatica e dotata di una bellezza particolare che si rivela perfetta per la parte affidatale.
La regia della statunitense Dorothy Arzner, una delle rarissime donne registe attive in quegli anni, si caratterizza per il forte ricorso alle riprese in campo lungo, caratteristica molto pregevole dal punto di vista tecnico.
La narrazione procede in modo spedito e senza inutili lungaggini.
Finale suggestivo e di grande effetto.
Una curiosità, il titolo originale non è altro che il nome del protagonista maschile interpretato da Colin Clive: scelta alquanto curiosa visto che viceversa il personaggio centrale della storia sembra molto di più quello della Hepburn, a cui invece si riferisce il titolo della versione italiana (falena d’argento si riferisce infatti ad un costume carnevalesco indossato dalla Hepburn in una scena del film).
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