laurence316
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venerdì 14 luglio 2017
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discreto film storico pulito e corretto
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Uscito in Italia in occasione della Giornata della Memoria 2015 quale evento speciale, Corri ragazzo corri è un onesto film di informazione e di denuncia, anche se non aggiunge nulla di nuovo al genere a cui appartiene.
E' pulito e corretto, non troppo violento, non troppo raccapricciante (nemmeno nelle scene più cruente), un perfetto prodotto per ragazzi, la cui forza è però sminuita da un adattamento didascalico, (pare) neanche troppo fedele al testo originale, ispirato ad una storia vera. E' proprio il fatto che si tratti di una faccenda realmente accaduta, aiuta a superare l'assurdità della storia.
Corri ragazzo corri ripercorre sentieri già tracciati, insiste troppo su fastidiosi flashback non sempre necessari e si sofferma eccessivamente su alcuni particolari non funzionali alla trama (come la parentesi con il cane, che appare inserita apposta solo per strappare quattro lacrime).
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Uscito in Italia in occasione della Giornata della Memoria 2015 quale evento speciale, Corri ragazzo corri è un onesto film di informazione e di denuncia, anche se non aggiunge nulla di nuovo al genere a cui appartiene.
E' pulito e corretto, non troppo violento, non troppo raccapricciante (nemmeno nelle scene più cruente), un perfetto prodotto per ragazzi, la cui forza è però sminuita da un adattamento didascalico, (pare) neanche troppo fedele al testo originale, ispirato ad una storia vera. E' proprio il fatto che si tratti di una faccenda realmente accaduta, aiuta a superare l'assurdità della storia.
Corri ragazzo corri ripercorre sentieri già tracciati, insiste troppo su fastidiosi flashback non sempre necessari e si sofferma eccessivamente su alcuni particolari non funzionali alla trama (come la parentesi con il cane, che appare inserita apposta solo per strappare quattro lacrime). Anche il versante teologico acquista un'esagerata importanza, quando in realtà l'atto di cambiare fede è solo un mezzo come un altro per tentare di sopravvivere (inutili, a tal proposito, le scene della sepoltura del cane e il finale tiremmolla con l'inviato dell'orfanotrofio).
Dati i temi non banali (perdita della propria identità, brutalità della guerra, l'esplicita denuncia della connivenza fra nazisti e alcuni polacchi cattolici) poteva essere molto meglio.
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sabrina lanzillotti
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mercoledì 25 febbraio 2015
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l’odissea di un bambino è l'odissea di un popolo
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1942, Polonia. Srulik, un bambino ebreo di circa nove anni, riesce a scappare dal ghetto di Varsavia con l’aiuto di suo padre. Costretto a separarsi dai genitori e dai fratelli, si finge un orfano polacco per evitare la cattura da parte delle truppe naziste.
Cambiato il suo nome in Jurek, il ragazzino sarà costretto a vivere nei boschi i tre anni che lo separano dalla guerra, imparando a dormire sugli alberi e a cacciare per cibarsi.
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1942, Polonia. Srulik, un bambino ebreo di circa nove anni, riesce a scappare dal ghetto di Varsavia con l’aiuto di suo padre. Costretto a separarsi dai genitori e dai fratelli, si finge un orfano polacco per evitare la cattura da parte delle truppe naziste.
Cambiato il suo nome in Jurek, il ragazzino sarà costretto a vivere nei boschi i tre anni che lo separano dalla guerra, imparando a dormire sugli alberi e a cacciare per cibarsi. Supererà i rigidi inverni polacchi chiedendo ospitalità nei villaggi vicini, offrendo il proprio lavoro in cambio di un piatto caldo.
Durante tutto il suo calvario, rischierà però di perdere la propria identità ebraica incontrando persone che lo inganneranno per una ricompensa, lo picchieranno e cercheranno di ucciderlo e altre disposte a rischiare tutto pur di aiutarlo.
Quella che Pepe Danquart porta sul grande schermo è la vera storia di Yoram Friedman, raccontata nel best sellerCorri Ragazzo Corri di Uri Orlev, la storia agghiacciante e crudele di un piccolo sopravvissuto all’Olocausto.
Il film racconta in modo crudo e forse a tratti eccessivo, ciò che il piccolo protagonista ha dovuto affrontare per riuscire a sopravvivere. Dalla morte della sua famiglia, Srulik si trova ad affrontare da solo la malvagità e la disperazione che il regime nazista ha diffuso.
Picchiato, rincorso, rifiutato, privato di un braccio, venduto alle SS per un pezzo di pane, il ragazzo non si perde d’animo e continua senza sosta la sua corsa verso la libertà, ricordando sempre le ultime parole di suo padre: “Devi sopravvivere, non mollare. Dimentica il tuo nome, dimentica tuo padre e tua madre, ma non dimenticare mai di essere ebreo”.
Corri Ragazzo Corri non è semplicemente un film sull’Olocausto, sulla guerra, sull’infanzia rubata, ma è il canto agitato dell’esistenza che resiste, che non si rassegna, anche a rischio di perdersi per sempre.
La fuga del piccolo Srulik è la metafora dell’odissea affrontata da tutti gli ebrei e gli “indesiderati” d’Europa, uomini e donne privati della propria identità, per i quali sembra non esserci più un posto nel mondo.
Uscito nelle sale cinematografiche in concomitanza con la Giornata della Memoria, la pellicola di Danquart è un elogio alla libertà ed è per questo che, nonostante la durezza delle immagini, è un film da proiettare nelle scuole, per tramandare alle nuove generazioni ciò che è stato e ciò che non dovrà mai più essere.
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