kronos
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mercoledì 28 luglio 2010
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gangsters on the road
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L'esordio alla regia di Cimino è un gangster film itinerante che s'appropria di molti elementi caratteristici del cinema statunitense anni '70: dal gusto musicale all'amore per gli spazi assolati e infiniti della provincia USA.
Ma offre anche una delle interpretazioni più amate di Clint Eastwood: fuorilegge nella società ma non nell'anima, protettivo come un padre verso il giovane vagabondo impersonato da Jeff Bridges.
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ultimoboyscout
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giovedì 15 novembre 2012
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l'artigliere e caribù.
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Apprezzabile l'esordio alla regia di Michael Cimino, che oltre a dirigere si occupa anche della sceneggiatura. Il film racconta di un ladro, interpretato da Eastwood, che assieme ad uno scapestrato, interpretato da un incredibile Bridges, si unisce ad altri due criminali per recuperare la refurtiva di un vecchio colpo e progettarne un altro. Cimino si confronta col gangster movie brutale ma retorico, lo humour è delimitato ai soli primissimi minuti (alla scena della chiesa) ma è forte il lato psicologico dei due protagonisti, col regista che ne approfondisce il profilo e ne traccia il rapporto come fossero padre e figlio. Più che discreta la forma ma a colpire sono le ottime, intense prove attoriali, con Bridges che ottenne nell'occasione la candidatura agli Oscar.
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Apprezzabile l'esordio alla regia di Michael Cimino, che oltre a dirigere si occupa anche della sceneggiatura. Il film racconta di un ladro, interpretato da Eastwood, che assieme ad uno scapestrato, interpretato da un incredibile Bridges, si unisce ad altri due criminali per recuperare la refurtiva di un vecchio colpo e progettarne un altro. Cimino si confronta col gangster movie brutale ma retorico, lo humour è delimitato ai soli primissimi minuti (alla scena della chiesa) ma è forte il lato psicologico dei due protagonisti, col regista che ne approfondisce il profilo e ne traccia il rapporto come fossero padre e figlio. Più che discreta la forma ma a colpire sono le ottime, intense prove attoriali, con Bridges che ottenne nell'occasione la candidatura agli Oscar. La trama non ha nulla di particolarmente innovativo, in fin dei conti i quattro antieroi sono solo alla disperata ricerca del loro El Dorado, ma la sfortuna e i tanti piccoli errori commessi saranno loro fatali. La sceneggiatura apapre fin da subito disarticolata, non lascia spazio a calcoli o previsioni ma lascia al totale imprevisto ogni successiva azione o scena e la cosa migliore che riesce a Cimino è rendere commovente e a tratti emozionante una storia dura incentrata su rapine, fughe e sparatorie. L'azione è parte fondamentale del film così come lo è l'amicizia, ma solo tra uomini: le donne hanno un ruolo appena marginale nel film e come diuce Caribù "le donne portano solo guai". Ma l'Artigliere finirà solo, segno che le amicizie non durano o che gli eroi (sempre che lo si possa considerare tale) sono destinati a rimanere soli?
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elgatoloco
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mercoledì 23 agosto 2017
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grande film
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"Thunderbolt and Lighfoot"di Michael Cimino, 1974, film d'esordio del regista-autore scomparso da circa un anno, è decisamente un piccolo capolavoro: questo "on the road"dove nulla è come sembra(già quasi all'inizio, il finto predicatore attribuisce la decorazione di guerra a un compagno di rapine, ma anche la coppia di delinquenti che insegue il giovane Bridges e il più"stagionato"Eastwood viene"svelata"dopo come tale, nella parte mediana e finale la preparazione laboriosa della rapina e la sua esecuzione-messa in opera avvengono in modo decisamente anti-convenzionale, con movimenti di macchina decisamente nuovi, con continui cambiamenti di scena, senza peraltro inseguire uno stile"psichedelico"), sembra essere, a circa un lustro di distanza, un"Easy Rider"completamente diverso, anzi un superamento di quella prospettiva, a livello tecnico, come si è accennato(nessuno spezzettamento "fantasmatico" della storia, non un onirismo esibito), dove l'"eroe"lo è "in sordina"(tanto che appunto rifiuta di spacciarsi per tale), anzi è un rapinatore quasi"romantico", senza in realtà essere tale(romantico, intendo-se lo è , lo è malgré soi.
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"Thunderbolt and Lighfoot"di Michael Cimino, 1974, film d'esordio del regista-autore scomparso da circa un anno, è decisamente un piccolo capolavoro: questo "on the road"dove nulla è come sembra(già quasi all'inizio, il finto predicatore attribuisce la decorazione di guerra a un compagno di rapine, ma anche la coppia di delinquenti che insegue il giovane Bridges e il più"stagionato"Eastwood viene"svelata"dopo come tale, nella parte mediana e finale la preparazione laboriosa della rapina e la sua esecuzione-messa in opera avvengono in modo decisamente anti-convenzionale, con movimenti di macchina decisamente nuovi, con continui cambiamenti di scena, senza peraltro inseguire uno stile"psichedelico"), sembra essere, a circa un lustro di distanza, un"Easy Rider"completamente diverso, anzi un superamento di quella prospettiva, a livello tecnico, come si è accennato(nessuno spezzettamento "fantasmatico" della storia, non un onirismo esibito), dove l'"eroe"lo è "in sordina"(tanto che appunto rifiuta di spacciarsi per tale), anzi è un rapinatore quasi"romantico", senza in realtà essere tale(romantico, intendo-se lo è , lo è malgré soi...), dove la guerra del Vietnam è ormai dietro le spalle("The Deer Hunter"-"Il cacciatore"è di soli quattro anni dopo ed è sul Vietnam in pieno, a dimostrazione del fatto che per Cimino la guerra in Vietnam rimane un tema-.clou assolutO), ma viene citata(l'eroe di guerra, cfr.qui all'inizio), ma anche per accidens, quando la ragazza"incontrata"accenna en passant al fatto che "sapeva di una guerra". Eastwood, all'epoca già lanciato anche come regista, è un gigante di ghiaccio che si scioglie facilmente, che rivela la sua intima fragilità, Bridges un ottimo esordiente(aveva solo 24 anni), George Kennedy impegnato in quella che è ben più di una mera"caratterizzazione", Geoffrey Lewis un"Goody"efficace, Catharine Bach una caratterista di vaglia. Un film che, anche senza volerlo comparare con le prove più mature di Cimino è di livello assoluto, di un tenore assolutamente alto e originalissmo, al di sopra di molte spanne rispetto allla produzione hollywoodiana"consueta"ma anche-quanto si cerca di dire sopra-di quella"off off"o presunta tale...Cimino, ancora una volta, si conferma, un grande autore in parte trascurato-dimenticato. El Gato
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