renato corriero
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giovedì 6 dicembre 2007
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ottimo poliziesco su problemi razziali
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Uscito praticamente in contemporanea con "Indovina chi viene a cena" quest'altro bellissimo film sui problemi razziali contribuisce a lanciare Sidney Poitier come divo (anche se l'oscar lo ha preso Rod Steiger). Ottima comunque l'ambientazione in uno stato del profondo sud degli Stati Uniti, dove un'ispettore di polizia di colore è fuori da ogni immaginazione. Ottima la sequenza in cui si vedono i lavoratori negri lavorare ancora nei campi di cotone come quando erano schiavi in contrasto con questo abilissimo ispettore di polizia ben vestito e molto in gamba sotto tutti gli aspetti. Bellissima comunque la figura del capo della polizia locale Rod Steiger, razzista e all'inizio tremendamente prevenuto nei confronti dell'ispettore di colore, che a poco a poco ha fiducia in lui, lo stima ed alla fine gli diventa amico.
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Uscito praticamente in contemporanea con "Indovina chi viene a cena" quest'altro bellissimo film sui problemi razziali contribuisce a lanciare Sidney Poitier come divo (anche se l'oscar lo ha preso Rod Steiger). Ottima comunque l'ambientazione in uno stato del profondo sud degli Stati Uniti, dove un'ispettore di polizia di colore è fuori da ogni immaginazione. Ottima la sequenza in cui si vedono i lavoratori negri lavorare ancora nei campi di cotone come quando erano schiavi in contrasto con questo abilissimo ispettore di polizia ben vestito e molto in gamba sotto tutti gli aspetti. Bellissima comunque la figura del capo della polizia locale Rod Steiger, razzista e all'inizio tremendamente prevenuto nei confronti dell'ispettore di colore, che a poco a poco ha fiducia in lui, lo stima ed alla fine gli diventa amico. Ottimo il particolare della scena finale alla stazione ferroviaria, in cui gli porta la valigia, cosa inaudita negli stati del sud di quel tempo dove un negro che dava uno schiaffo ad un bianco (anche se per contraccambiarlo) rischiava addirettura la vita.
Purtroppo l'uscita di questi ottimi films è coincisa con l'assassinio di Martin Luther King e di Robert Kennedy, il che fa maggiormente capire com'era forte il problema razziale a quel tempo.
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el tronco
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domenica 26 dicembre 2010
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graffiti americani di sangue
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Solido poliziesco vecchia maniera, arricchito dalla tematica razziale, sempre attuale negli Stati Uniti, più di quanto la data di produzione potrebbe far presupporre. E' un film che trasuda 'americanicità' da ogni fotogramma, di bollicine di Coca Cola da una bottiglia appoggiata sul bordo della strada, dignitoso escursus che raffigura un Paese non solo fatto dalle luci delle grandi metropoli. Realtà piccola quella di Sparta in Mississippi, ma non per questo priva d'interessi concorrenti: e allora, l'esito delle investigazione può non esser così tanto scontato. Poitier è un figurino che non dimentica mai i puntini sulle 'i', Steiger vero mattatore-trascinatore: insieme formano una coppia da enciclopedia del cinema, che, fra gag ed inseguimenti, fa dimenticare pure quella pagina, relativa ai loro passati, lasciata quasi in bianco.
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Solido poliziesco vecchia maniera, arricchito dalla tematica razziale, sempre attuale negli Stati Uniti, più di quanto la data di produzione potrebbe far presupporre. E' un film che trasuda 'americanicità' da ogni fotogramma, di bollicine di Coca Cola da una bottiglia appoggiata sul bordo della strada, dignitoso escursus che raffigura un Paese non solo fatto dalle luci delle grandi metropoli. Realtà piccola quella di Sparta in Mississippi, ma non per questo priva d'interessi concorrenti: e allora, l'esito delle investigazione può non esser così tanto scontato. Poitier è un figurino che non dimentica mai i puntini sulle 'i', Steiger vero mattatore-trascinatore: insieme formano una coppia da enciclopedia del cinema, che, fra gag ed inseguimenti, fa dimenticare pure quella pagina, relativa ai loro passati, lasciata quasi in bianco. Accompagnamento musicale, curato da Quincy Jones, al top. L'America (rurale) è vicina.
troncocinema.blogspot.com
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[+] americanicità!
(di nico g.)
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greatsteven
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giovedì 4 aprile 2019
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solidarietà d'armi fra due uomini agli antipodi.
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LA CALDA NOTTE DELL'ISPETTORE TIBBS (USA, 1967) di NORMAN JEWISON. Interpretato da SIDNEY POITIER, ROD STEIGER, LEE GRANT, WARREN OATES, LARRY GATES, JAMES PATTERSON, SCOTT WILSON, ANTHONY JAMES, QUENTIN DEAN, WILLIAM SCHALLERT, MATT CLARK
A Sparta (Mississippi), in una notte all’apparenza come tutte le altre, giunge dopo un viaggio in treno da Philadelphia un elegante uomo di pelle scura. Al contempo l’agente di polizia Sam Wood, nel suo giro di ronda notturno, scopre il cadavere di un uomo che poi viene identificato come quello del signor Colbert, un ingegnere sposato in procinto di far costruire una fabbrica siderurgica nel paese.
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LA CALDA NOTTE DELL'ISPETTORE TIBBS (USA, 1967) di NORMAN JEWISON. Interpretato da SIDNEY POITIER, ROD STEIGER, LEE GRANT, WARREN OATES, LARRY GATES, JAMES PATTERSON, SCOTT WILSON, ANTHONY JAMES, QUENTIN DEAN, WILLIAM SCHALLERT, MATT CLARK
A Sparta (Mississippi), in una notte all’apparenza come tutte le altre, giunge dopo un viaggio in treno da Philadelphia un elegante uomo di pelle scura. Al contempo l’agente di polizia Sam Wood, nel suo giro di ronda notturno, scopre il cadavere di un uomo che poi viene identificato come quello del signor Colbert, un ingegnere sposato in procinto di far costruire una fabbrica siderurgica nel paese. Lo sceriffo Bill Gillespie, bigotto e ignorante, fa arrestare come primo indiziato del delitto l’uomo appena arrivato in stazione, ma questi si dichiara subito innocente e, per confermarlo incontrovertibilmente, dimostra di essere l’ispettore di polizia Virgil Tibbs, esperto della squadra omicidi di Philadelphia. Lo sceriffo, che non ha mai visto di buon occhio i neri, decide di fargli vedere il corpo morto e provare a verificare se può aiutarlo nella complicata indagine, poiché è conscio di non poterla concludere da solo. Inizialmente i rapporti fra i due uomini di legge sono difficili, per via soprattutto dei reciproci pregiudizi e dell’intolleranza razziale, ma poco a poco comincia a svilupparsi un legame che non si può dissolvere in quanto Virgil è indispensabile a Gillespie per chiudere con un successo questo caso tanto astruso. Coloro che vengono ritenuti responsabili di aver commesso l’omicidio sono, nell’ordine: un certo Harvey Oberst, malvivente comune già noto alle locali forze dell’ordine di cui però Tibbs conclama l’estraneità ai fatti; Endicott, proprietario di un enorme piantagione di cotone cui Colbert era arrivato a pestare i piedi per la costruzione della sua fabbrica e pertanto sospettato di averlo eliminato per ragioni personali; e lo stesso agente Wood, in seguito scagionato dall’accusa di aver sottratto denaro dal portafoglio del defunto per via d’un ingente prelievo in banca. In città la fama di Virgil cresce velocemente e fin dal principio non è una fama positiva, tanto che il sindaco di Sparta vorrebbe che lo sceriffo lo spedisse via sul primo treno. Combattuto fra l’intenzione di cacciar via l’ispettore e quella di tenerlo al proprio fianco perché utilissimo alla prosecuzione del delicato lavoro, infine Gillespie sceglie per la seconda opzione, anche perché la vedova Colbert minaccia di ritirare gli operai dal cantiere ove si sta edificando l’impianto siderurgico se il colpevole non verrà arrestato. Dopo innumerevoli vicissitudini (compreso l’aborto di Delores, un’avvenente sedicenne sedotta e abbandonata) e moltissimi personaggi che entrano in scena a complicare la situazione, alla fine Virgil scopre chi assassinò l’ingegnere: il nevrotico Ralph, oltretutto colpevole di aver ingravidato Delores. Finalmente Virgil può prendere un treno e raggiungere la sua destinazione, con l’aggiunta piacevole che fra lui e Bill Gillespie è ormai nata un’amicizia che ha abbattuto le precedenti diffidenze. Thriller provocatorio sottolineato dalla suggestiva colonna di Quincy Jones, sceneggiato da Stirling Silliphant da un romanzo di John Ball e completato dal brano country blues In the Heat of the Night interpretato nientemeno che da Ray Charles. Benché sopravvalutato (dopotutto la vicenda, seppur avvincente, non si discosta troppo da un poliziesco convenzionale con ogni sua bardatura di suspense e accumulazioni), non gli manca un ritmo incalzante e un robusto copione su cui fare affidamento e, nonostante le forzature, si dimostra un impietoso ritratto delle relazioni razziali coinvolte in affari economici e istituzionali. Esagerato l’Oscar al miglior film (fra l’altro nell’anno di una pietra miliare cinematograficamente interessantissima quale Gangster Story) e mal piazzato quello al miglior attore consegnato a Steiger: certo, il suo sceriffo scapolo, senza figli, dedito di tanto in tanto al whisky, col condizionatore sempre rotto e alle prese con la sua rabbia facile e il suo consueto piglio autoritario stupisce per intensità interpretativa, ma l’ispettore eccezionale e superintelligente di Poitier lo supera di un’abbondante spanna, per come l’attore recita il suo ruolo con impeccabile impegno e carisma torrenziale. Altri temi trattati in maniera tutt’altro che scontata sono l’aborto clandestino, le annose rivalità imprenditoriali, il bisogno della polizia di poter contare sulla credibilità della scienza, la violenza dei bianchi contro i neri mossa solo e puramente dall’odio classista e manicheo e le varie forme dell’acqua (la mutevolezza malleabilissima) che possono assumere i contorni di un’inchiesta quando gli indizi portano in molteplici direzioni e non è elementare individuare né l’alibi né l’autore materiale di un reato. Comunque, malgrado una virata di troppo sull’abitudinario della rappresentazione del genere in questione, rimane un’opera da far riscoprire alle generazioni che non han vissuto gli anni ’60 e in particolar modo uno dei più bei film di N. Jewison, regista medio che seppe gestire il suo momento di celebrità con ammirevole dovizia, specie se si osserva come ha saputo instaurare una perfetta intesa nella coppia Poitier-Steiger, elevandola come vicendevole contraltare e opponendoli l’uno all’altro in modo che i personaggi avessero una naturale evoluzione, questa volta sì, senza scatti imprevisti o banalità inventate alla carlona. Altri 3 Oscar andarono alla sceneggiatura non originale, al suono e al montaggio.
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toty bottalla
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venerdì 30 settembre 2016
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grande steiger...come sempre!
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In una piccola cittadina dello stato del Mississippi avviene un omicidio, la polizia locale arresta per sbaglio un negro distinto che è in realtà un ispettore di polizia esperto in omocidi...Film poliziesco del 1967 ben diretto e ottimamente interpretato da Steiger, Poitier e da bravi caratteristi, i ritmi di ripresa sono lenti quasi in simbiosi con l'ambientazione in realtà, era il modo di girare di allora, un'indagine che trova ostacoli di tipo razziale, di pregiudizi e stupidità in quegli anni ancora forti, un film a cui sembra mancare il giusto alone di mistero e un finale meno scontato e ingarbugliato, buona tuttavia l'ansia creata allo spettatore che porta all'assassino, vorrei citare le altre star del film, i doppiatori, le voci di: Calavetta, Amendola, Locchi e quella sinfonica di Corrado Gaipa, straordinarie interpretazioni che completavano lavori già buoni e miglioravano quasi sempre prodotti non eccelsi, buona la fotografia e ottimo come sempre il grande Rod Steiger, mia valutazione: 3,5 stelle.
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In una piccola cittadina dello stato del Mississippi avviene un omicidio, la polizia locale arresta per sbaglio un negro distinto che è in realtà un ispettore di polizia esperto in omocidi...Film poliziesco del 1967 ben diretto e ottimamente interpretato da Steiger, Poitier e da bravi caratteristi, i ritmi di ripresa sono lenti quasi in simbiosi con l'ambientazione in realtà, era il modo di girare di allora, un'indagine che trova ostacoli di tipo razziale, di pregiudizi e stupidità in quegli anni ancora forti, un film a cui sembra mancare il giusto alone di mistero e un finale meno scontato e ingarbugliato, buona tuttavia l'ansia creata allo spettatore che porta all'assassino, vorrei citare le altre star del film, i doppiatori, le voci di: Calavetta, Amendola, Locchi e quella sinfonica di Corrado Gaipa, straordinarie interpretazioni che completavano lavori già buoni e miglioravano quasi sempre prodotti non eccelsi, buona la fotografia e ottimo come sempre il grande Rod Steiger, mia valutazione: 3,5 stelle. Saluti.
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elgatoloco
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martedì 10 gennaio 2017
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straordinario affresco storico-culturale
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Veramente un grande affresco storico-culturale, questo "IN the Heat of the Night"(Nel calore della notte)più pregnante del titolo italiano"La calda notte dell'Ispettore Tibbs", forse più"specchietto per le allodole", vista la presenza di Sidney Poitier. Mostra un "Sud"degli USA(Mississipi, ma non importa molto, l'Alabama sarebbe stato uguale)in cui domina ancora il"sudismo"pre-Guerra di Secessione, dove appunto il Sud voleva la piantagione di cotone, con il"bovero negro"schiavo al posto dell'industia(è il tema o sotto-tema del film), con il razzismo dominante e diffuso a livello , appunto, di "cultura"in senso antropologico(usi, costumi, abitudini), con la sottomissione sempre e comunque del Nero al Bianco.
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Veramente un grande affresco storico-culturale, questo "IN the Heat of the Night"(Nel calore della notte)più pregnante del titolo italiano"La calda notte dell'Ispettore Tibbs", forse più"specchietto per le allodole", vista la presenza di Sidney Poitier. Mostra un "Sud"degli USA(Mississipi, ma non importa molto, l'Alabama sarebbe stato uguale)in cui domina ancora il"sudismo"pre-Guerra di Secessione, dove appunto il Sud voleva la piantagione di cotone, con il"bovero negro"schiavo al posto dell'industia(è il tema o sotto-tema del film), con il razzismo dominante e diffuso a livello , appunto, di "cultura"in senso antropologico(usi, costumi, abitudini), con la sottomissione sempre e comunque del Nero al Bianco. Ecco allora che il"Nero"(ispettore di polizia ipercompetente in materia di omicidi, ma non solo)"spezza le uova nel paniere"a chi non lo accetta, ma i razzisti in crisi a causa dell'omicidio del principale finanziatore e unico industriale(cfr.sopra)della zona naturalmente non lo accettano, anche perché è di altra parte degli States, ma poi sono costretti a tenerselo il tempo dell'indagine...UNa sorta di nèmesi e di catarsi, in un 1967 dopo l'uccisione di JFK , ma anteriore a quella di Martin Luther King e di Bob Kennedy, quando i"Black Panthers"con Malcom X e molti appunto con il reverendo Luther King, con modalità diverse, lottavano per l'equiparazione dei diritti degli Afroamericani(ma gli States WASP erano ancora timidi nel riconoscimento dei diritti degli Ebrei-cfr.il Jerry Lewis-Show-e degli Ispanici, dopo aver ormai equiparato Italoamericani e Americani di origine irlandese(dei quali i Kennedy sono espressione).IL tutto reso con tempi straordinari(alternanza tempi lunghi-durezza della brevità), personaggi caratterizzati in ogni dettaglio, anche a livello psico-somatico"microscopico", persino l'alternanza tra musiche (all'inizio Ray Charles, poi il"country"più bianco che ci sia..., in un alternarsi, nel quale il raccordo è tenuto dal sound-track del grande Quincy Jones); formidabili, contrastivamente, Sidney Poitier e Rod Steiger, personaggio (capo-polizia locale)di cui alla fine si svelano le fragilità e Warren Oates, tra gli/le altri/e interpreti, in un film che rimane giustamente nella storia del cinema e in genere nella storia. El Gato
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tmpsvita
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martedì 22 agosto 2017
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un cult da vedere anche se è invecchiato un po'
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Poliziesco del 1967, primo capitolo di una trilogia, nominato per 7 Oscar di cui 5 vinti:I ovvero miglior film, miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura non originale, miglior sonoro, miglior montaggio.
Il film è stato leggermente sopravvalutato ma bisogna anche tener conto dell'epoca nella quale il film è uscito. Infatti per essere uscito in quel periodo è davvero notevole, soprattutto per il suo enorme coraggio nel mostrare una cruda realtà senza timore di essere troppo sincero.
Il premio più meritato è quello andato alla sceneggiatura, che si dimostra molto matura ed intelligente.
La regia mi ha colpito moltissimo, è così creativa e moderna, alcuni movimenti di macchina e piani sequenza mi hanno davvero sorpreso, nonostante abbiano ben 50 anni, per questo non capisco come non abbia vinto l'Oscar anche per questa categoria.
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Poliziesco del 1967, primo capitolo di una trilogia, nominato per 7 Oscar di cui 5 vinti:I ovvero miglior film, miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura non originale, miglior sonoro, miglior montaggio.
Il film è stato leggermente sopravvalutato ma bisogna anche tener conto dell'epoca nella quale il film è uscito. Infatti per essere uscito in quel periodo è davvero notevole, soprattutto per il suo enorme coraggio nel mostrare una cruda realtà senza timore di essere troppo sincero.
Il premio più meritato è quello andato alla sceneggiatura, che si dimostra molto matura ed intelligente.
La regia mi ha colpito moltissimo, è così creativa e moderna, alcuni movimenti di macchina e piani sequenza mi hanno davvero sorpreso, nonostante abbiano ben 50 anni, per questo non capisco come non abbia vinto l'Oscar anche per questa categoria.
Più che mediocre, invece, l'interpretazione di Sidney Poitier (Tibbs), molto piatta in alcune scene mentre in altre è inadeguata, fuori luogo e mal calibrata, strano visto che si parla di un attore capace addirittura di vincere un Oscar in seguito per un'altro film, aggiudicandosi così anche il titolo di primo attore africano a vincerne uno.
Tutt'altra storia per quanto riguarda, invece, Rod Steiger che impersonifica perfettamente il capo della polizia e il suo impegno viene giustamente premiato dall'academy.
Il film però non riesce ad intrattenere molto e il finale mi è sembrato un po' sbrigativo.
Comunque è pur sempre un grande classico a cui gli amanti del cinema dovrebbero dedicare almeno una visione.
VOTO: 7/10
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