Tre volte premiato agli Oscar Svedesi 2005 (Guldbagge Awards) è il film d’esordio di Maria Blom (che aveva già scritto e messo in scena il lavoro a teatro e qui vede Lars von Trier come produttore). Gran successo di botteghino in patria, il film racconta le vicende di tre sorelle che vivono alla periferia di Stoccolma (qualche critico ha scritto che l’atmosfera ricorda Bergman rivisto da Woody Allen).
Il banchetto in onore del settantesimo compleanno del padre è l’occasione per delineare i vecchi rancori, le incomprensioni, le gelosie, i sogni frustrati, le cocenti sconfitte della vita delle tre protagoniste: il buio dentro l’apparente serenità. Un classico ritratto di famiglia vista, e accade spesso nel cinema, come un nido di vipere (ma con lievi tocchi di humour) ed anche un realistico e tenero ritratto delle contraddizioni di un‘intera comunità continuamente oscillante tra l‘attaccamento alle tradizioni e le influenze della modernità tipica della Svezia (l‘azione si svolge nella Dalecarlia, remota regione, gretta presuntuosa e soffocante ma anche vivace e imprevedibile come ogni provincia del mondo).
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Tre volte premiato agli Oscar Svedesi 2005 (Guldbagge Awards) è il film d’esordio di Maria Blom (che aveva già scritto e messo in scena il lavoro a teatro e qui vede Lars von Trier come produttore). Gran successo di botteghino in patria, il film racconta le vicende di tre sorelle che vivono alla periferia di Stoccolma (qualche critico ha scritto che l’atmosfera ricorda Bergman rivisto da Woody Allen).
Il banchetto in onore del settantesimo compleanno del padre è l’occasione per delineare i vecchi rancori, le incomprensioni, le gelosie, i sogni frustrati, le cocenti sconfitte della vita delle tre protagoniste: il buio dentro l’apparente serenità. Un classico ritratto di famiglia vista, e accade spesso nel cinema, come un nido di vipere (ma con lievi tocchi di humour) ed anche un realistico e tenero ritratto delle contraddizioni di un‘intera comunità continuamente oscillante tra l‘attaccamento alle tradizioni e le influenze della modernità tipica della Svezia (l‘azione si svolge nella Dalecarlia, remota regione, gretta presuntuosa e soffocante ma anche vivace e imprevedibile come ogni provincia del mondo). Dramma e pathos, acre umorismo e ironia… in perfetto equilibrio come raramente accade. La regista mostra in pieno la sua sorridente capacità di approfondire gli aspetti più intimi e il bisogno di amore e comprensione di tutti noi. Ogni cosa appare semplice e naturale, il che dimostra l’abilità che ha la Blom nel raccontare una storia di gente comune alle prese con i grandi e piccoli problemi della vita (che in fondo è sostanzialmente uguale in ogni latitudine). Da qui il totale coinvolgimento dello spettatore che si riconosce in ciò che gli viene mostrato: spettatore che partecipa in pieno alla vicenda narrata e questo anche grazie alle bravissime attrici che primeggiano all’interno del cast (i maschietti non fanno una bella figura nel film, appaiono come macchiette efficaci ma incomplete). Una minor invadenza della musica, una più completa padronanza dei mezzi tecnici da parte della regia, una cura e attenzione maggiore nel doppiaggio avrebbero reso questo film un piccolo gioiello, divertente ed amaro nello stesso tempo.
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