wurdalak
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mercoledì 5 settembre 2007
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berretti verdi e cannibalismo
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Prima ed unica incursione di Margheriti nel genere gore (che non amava), rappresenta anche la vetta più alta della sua intera filmografia. Senza nulla voler togliere a capolavori immortali margheritiani come "Danza macabra", "Contronatura" e "Nella stretta morsa del ragno", questo è, a mio parere, uno dei film più viscerali,disperati e contemporanei del panorama horror nostrano. Le immagini iniziali, ambientate in Vietnam,rendono con grande realismo ed efficacia l'orrore della guerra che si sposa perfettamente, anche a livello metaforico, all'orrore della furia cannibalistica che s'impossessa soldati americani protagonisti della vicenda. Di grande caratura le interpretazioni di John Saxon e Giovanni Lombardo Radice,che sanno conferire umanità e pathos ai loro personaggi.
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Prima ed unica incursione di Margheriti nel genere gore (che non amava), rappresenta anche la vetta più alta della sua intera filmografia. Senza nulla voler togliere a capolavori immortali margheritiani come "Danza macabra", "Contronatura" e "Nella stretta morsa del ragno", questo è, a mio parere, uno dei film più viscerali,disperati e contemporanei del panorama horror nostrano. Le immagini iniziali, ambientate in Vietnam,rendono con grande realismo ed efficacia l'orrore della guerra che si sposa perfettamente, anche a livello metaforico, all'orrore della furia cannibalistica che s'impossessa soldati americani protagonisti della vicenda. Di grande caratura le interpretazioni di John Saxon e Giovanni Lombardo Radice,che sanno conferire umanità e pathos ai loro personaggi. Crudezza e disperazione, ritmo da grande action movie americano e complessità interiore dei personaggi, si armonizzano in una perfetta e quasi miracolosa alchimia. Che dire di più? Un masterpiece del nostro cinema di genere che merita di essere riscoperto (al di là delle rivalutazioni tarantiniane)apprezzato ed amato da tutti i veri cultori del horror e del cinema di genere.
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dandy
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venerdì 4 dicembre 2020
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non è proprio un granchè.
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Margheriti,col consueto psudonimo di Anthony Dawson,si ispira solo vagamente al film di Coppola,puntando più che altro agli zombi-movies di Romero e Fulci,e forse alla lontana anche a "Rabid" di Cronenberg.Un'idea sicuramente interessante,che però è sviluppata in maniera piuttosto scialba.Gli effetti gore sono discreti(c'è anche un buco nello stomaco che sembra aver ispirato Zemeckis per "La morte ti fa bella")e il finale pessimista è azzeccato,ma il resto è senza nerbo.L'intreccio è piatto,i personaggi banali (vedi il capitano scorbutico)e i dialoghi mediocri,talvolta persino peggiorati dal doppiaggio(i deliri di[sic]Charlie Bukowski e il commilitone nero o i piagnistei dell'infermiera nelle fogne).
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Margheriti,col consueto psudonimo di Anthony Dawson,si ispira solo vagamente al film di Coppola,puntando più che altro agli zombi-movies di Romero e Fulci,e forse alla lontana anche a "Rabid" di Cronenberg.Un'idea sicuramente interessante,che però è sviluppata in maniera piuttosto scialba.Gli effetti gore sono discreti(c'è anche un buco nello stomaco che sembra aver ispirato Zemeckis per "La morte ti fa bella")e il finale pessimista è azzeccato,ma il resto è senza nerbo.L'intreccio è piatto,i personaggi banali (vedi il capitano scorbutico)e i dialoghi mediocri,talvolta persino peggiorati dal doppiaggio(i deliri di[sic]Charlie Bukowski e il commilitone nero o i piagnistei dell'infermiera nelle fogne).Anche certi stunt,come nel prologo in Vietnam o la sequenza delle moto al supermercato non sono proprio il massimo.Un film di genere vecchio stile che farà di certo felici i fan,ma non il cult definito da Tarantino.Occhio alle versioni tagliate.Co-sceneggiato da Dardano Sacchetti.
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