jayan
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venerdì 29 ottobre 2010
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film crudo e fedele sull'esplorazione d'africa
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Un ottimo film sull'esplorazione dell'Africa, in particolare sulla ricerca delle sorgenti del Nilo. Burton e Speke compiono questa storica spedizione e, dopo tanti sacrifici e perdite, riescono nel loro intento. Ma al rientro in Patria, sono uno contro l'altro. Speke afferma di essere stato lui a scoprirle e vuole prendersi tutti i meriti. Mentre, di fatto, sono stati entrambi gli scopritori, con i loro sacrifici e la loro determinazione. Bellissime immagini per un'Africa ritratta com'era, piena di insidie non solo da parte della natura ma anche da parte degli indigeni, che non sempre erano buoni con loro, e da parte dei cercatori di schiavi... Un film storico da vedere, dove c'è spazio anche per alcune scene d'amore tra Burton e la sua compagna.
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Un ottimo film sull'esplorazione dell'Africa, in particolare sulla ricerca delle sorgenti del Nilo. Burton e Speke compiono questa storica spedizione e, dopo tanti sacrifici e perdite, riescono nel loro intento. Ma al rientro in Patria, sono uno contro l'altro. Speke afferma di essere stato lui a scoprirle e vuole prendersi tutti i meriti. Mentre, di fatto, sono stati entrambi gli scopritori, con i loro sacrifici e la loro determinazione. Bellissime immagini per un'Africa ritratta com'era, piena di insidie non solo da parte della natura ma anche da parte degli indigeni, che non sempre erano buoni con loro, e da parte dei cercatori di schiavi... Un film storico da vedere, dove c'è spazio anche per alcune scene d'amore tra Burton e la sua compagna. Il miglior film sull'esplorazione africana mai realizzato!
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elgatoloco
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lunedì 7 settembre 2020
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un film importante, anche sul piano culturale
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"Mountains on the Moon"(Bob Rafelson, dai diari originali di Richard Francis Burton e John Hanning Speke e da un romanzo di William Harrison tratto dai due diari autobiografici e sceneggiatura di Harrison e dello stesso Rafleson)è un film abbastanza atipico nella filmografia di Rafelson: storico, biografico, narra della scoperta delle fonti del Nilo, avvenuta nel 1854, da parte del geografo Harrison e di Speke, aristocratico inglese con foti interessi geografici, comunque, che vivono unìesperienza drammatica, che include anche un attacco da parte di una tribù locale, che rimprovera loro e alla loro spedizione di aver "contaminato"un luogo sacro. Esperienza devastante, che li conduce a due scelte diverse nell'identificare le fonti: per Burton erano varie, per Speke(che aveva ragione, come si dimostrerà ex post)invece la fonte è unica, iil lago che egli, in omaggio alla Queen, chiama Victoria.
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"Mountains on the Moon"(Bob Rafelson, dai diari originali di Richard Francis Burton e John Hanning Speke e da un romanzo di William Harrison tratto dai due diari autobiografici e sceneggiatura di Harrison e dello stesso Rafleson)è un film abbastanza atipico nella filmografia di Rafelson: storico, biografico, narra della scoperta delle fonti del Nilo, avvenuta nel 1854, da parte del geografo Harrison e di Speke, aristocratico inglese con foti interessi geografici, comunque, che vivono unìesperienza drammatica, che include anche un attacco da parte di una tribù locale, che rimprovera loro e alla loro spedizione di aver "contaminato"un luogo sacro. Esperienza devastante, che li conduce a due scelte diverse nell'identificare le fonti: per Burton erano varie, per Speke(che aveva ragione, come si dimostrerà ex post)invece la fonte è unica, iil lago che egli, in omaggio alla Queen, chiama Victoria. Decisamente trabloccante di spettacolarità, questo film pretenzioso, votato all'illustrazione di ogni particolare, anche brutale, della lotta delle tribù locale verso i Bianchi, senza però in alcun modo che si possa parlare di"razzismo", dato che la narrazione dei fatti e la relativa rappresentazione sono"neutre", oggettive, certo impregnate a un realismo duro, non lontanissimo invero da quello di un"Africa Addio"di quel curioso personaggio made in Italy che si chiamava Gualtiero Jacopetti, che perà si riferiva all'Africa relativamente attuale, comunque degli anni 1950 e 1960, per usare unìapprossimazione non lontana dal vero. Narrazione di un'epoca, quella della"coda"delle grandi scoperte o meglio esplorazioni geografiche, "Mountains"è un film tonitruante, eccessivo, che oggi fatichiamo a vedere, in quanto in qualche modo "ci disturba"appunto perché crudemente e in modo crudelemente"realista", pieno di realtà impervie, descritte come sono, in qualche modo ripetitivo, privo di quelle attrazioni che ci riservano film"altri", molto più"divertenti". Gli/le interpreti, a iniziare da patrick Bergin e Ian Glen(che interpretano rispettivamente Burton e Speke)a Fiona Shaw, che è Isbal Arundell. Fim impervio e decisamente invitante a leggere i testi da cui è stato tratto, si deve considerare come tale, al di là della spettacolcarità che all'epoca avrà sicuramente attratto molti/e spettatori /trici, senza che questo carattere"illustrativo"vada in realtà a detrmimento del film, che è anche in qualche modo un documentario o almeno aspira ad essere un"documento", che rimanda a quanto altrimenti si trova nelle vecchie fotografie, nelle stampe e ovviamente nei libri. Materiali che stanno"dietro"il film, comunque che precedono e preludono la/alla sua realizzazione. Se poi vogliamo altro dal cinema, questo"altro"lo si trova abbondantemente, ma c'è anche questo cinema, che , dato l'impiego di mezzi, non si può certo definire"più modesto"ma che forse vuol richiamare chi i legge o meglio guarda ad vvinciarsi ad altri materiali, oltre a quelli qui proposti, comem già accennato sopra. Musiche e rumori sottolieano il tutto. El Gato
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