amyblue
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giovedì 1 settembre 2011
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freddo come il ghiaccio. l'ultimo grande thriller.
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Da Amsterdam alla campagna francese per una vacanza romantica, bici sul portapacchi e qualche problema di coppia, il tragitto di Saskia Wagter e Rex Hofman si snoda tra autostrade e gallerie, giunge al capolinea in una stazione di servizio dove ad attenderli c'è l'insospettabile professore di chimica Raymond Lemorne. Preleva la ragazza, la narcotizza e la occulta nel suo casolare di campagna, dove non ci è dato saperlo. Rex cercherà l'adorata per tre lunghi anni, allucinato e distrutto, fin quando il gatto deciderà che il topo ha giocato a sufficienza con lui. Minimale e glaciale, girato con mano ferma dal sorprendende Sluizer ed arricchito da magistrali interpretazioni, è un film bilingue (francese/olandese) lento e metodico, non c'è spazio per l'intrattenimento dozzinale, solo intellettuale.
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Da Amsterdam alla campagna francese per una vacanza romantica, bici sul portapacchi e qualche problema di coppia, il tragitto di Saskia Wagter e Rex Hofman si snoda tra autostrade e gallerie, giunge al capolinea in una stazione di servizio dove ad attenderli c'è l'insospettabile professore di chimica Raymond Lemorne. Preleva la ragazza, la narcotizza e la occulta nel suo casolare di campagna, dove non ci è dato saperlo. Rex cercherà l'adorata per tre lunghi anni, allucinato e distrutto, fin quando il gatto deciderà che il topo ha giocato a sufficienza con lui. Minimale e glaciale, girato con mano ferma dal sorprendende Sluizer ed arricchito da magistrali interpretazioni, è un film bilingue (francese/olandese) lento e metodico, non c'è spazio per l'intrattenimento dozzinale, solo intellettuale. E' un film per pochi, pochissimi. Si ammira incantati il gioco psicologico, attanagliati da un'angoscia in cui ci si può immedesimare per la sua semplicità. Violenza fredda ed una sottile brezza di sadismo attraversano una pellicola macchiata di brulle tinte estive, interessante il ricorso ossessivo al giallo/arancione nei dettagli. Probabilmente il più grande e sottovalutato Noir/Thriller di sempre, superato solo da Mulholland Drive sebbene appartengano a due sottogeneri completamente differenti. Evitare come la peste il remake targato Hollywood dello stesso regista, dove l'atmosfera è diluita come caffè americano e perfino l'agghiacciante finale è buttato alle ortiche del buonismo. Tarantino farà anni dopo, un omaggio esplicito proprio al finale originale, niente a che vedere ma la dice lunga sulla portata di questo capolavoro dimenticato. Parole al vento, è indescrivibile.
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gianleo67
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lunedì 12 dicembre 2016
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l'uovo d'oro...d'eternità
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Dopo la misteriosa scomparsa di Saskia in una stazione di servizio durante una loro gita in Francia, Rex decide di ritornare periodicamente dall'Olanda e mettersi alla disperata ricerca della sua ragazza per i successivi tre anni. Tra manifesti affissi, interviste TV e indagini porta a porta la sua ossessione cresce al punto da far naufragare la sua nuova relazione sentimentale e far girare a vuoto la sua vita. Finchè un uomo, che dice di aver rapito la ragazza, non si fa vivo e lo invita a seguirlo...
Dal romanzo Het Gouden Ei, di Tim Krabbé e da quest'ultimo sceneggiato, George Sluizer trae un dramma delle ossessioni tenuto costantemente sotto traccia, nella sua esplicita ambizione di abbozzare un discorso meno banale sul valore da attribuire alle relazioni umane ed ai destini individuali.
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Dopo la misteriosa scomparsa di Saskia in una stazione di servizio durante una loro gita in Francia, Rex decide di ritornare periodicamente dall'Olanda e mettersi alla disperata ricerca della sua ragazza per i successivi tre anni. Tra manifesti affissi, interviste TV e indagini porta a porta la sua ossessione cresce al punto da far naufragare la sua nuova relazione sentimentale e far girare a vuoto la sua vita. Finchè un uomo, che dice di aver rapito la ragazza, non si fa vivo e lo invita a seguirlo...
Dal romanzo Het Gouden Ei, di Tim Krabbé e da quest'ultimo sceneggiato, George Sluizer trae un dramma delle ossessioni tenuto costantemente sotto traccia, nella sua esplicita ambizione di abbozzare un discorso meno banale sul valore da attribuire alle relazioni umane ed ai destini individuali. Sviluppato come un giallo dei sentimenti ambientato nella placida indolenza e nell'anonima indifferenza della provincia francese, costruisce un po meccanicamente la sua struttura attraverso i tre atti di una trance de vie di coppia prima felice, poi interrotta dal genio della perversione di un professore di chimica con prole e con l'ossessione per le sfide avverse al destino per risolversi nel ricongiungimento ideale di una sepoltura prematura (ecco che ritorna Poe!) annaffiata nell'amorevole inconsapevolezza degli affetti domestici.
Agitato dai presagi onirici di un ineluttabile terrore escatologico (il titolo originale è 'L'uovo d'oro') ed irretito dalla beffarda irriverenza di un destino di vite parallele condannate ad incrociarsi per un banale starnuto, è un film curioso che affida all'apparente ordinarietà del montaggio e della messa in scena il compito di suggerire le insospettabili sfumature di una gelida indifferenza morale (non ci sono condanne e perfino gli eroi possono essere persone disgustose), sottolineando grazie all'insinuante commento musicale di Hennie Vrienten la complementarietà di una ossessione di vita che traguarda, da parti opposte, il senso di una insoddisfazione esistenziale che non può che risolversi nella morte e nell'oblio di una notizia di giornale che presto scolorità insieme alle foto dei suoi sfortunati protagonisti.
La vita, l'amore, le passioni (anche quelle sbagliate), niente è per sempre; ed inseguire una promessa (fatta a sè stesso o a qualcun altro) non può che condurre alla perdizione ed alla follia (The Pledge - La promessa) piuttosto che ad un destino di tomba da illuminare alla fioca luce di un accendino che presto esaurirà la sua minuscola riserva di fuoco (Buried - Sepolto). Curisoso il parallellismo di una ideale disfida ciclistica franco-olandese a colpi di Maillot jaune e Mont Ventoux, tra un ciclista Amateur ed un amante del crimine a tempo perso. Più azzeccata la maschera da insospettabile Barbablù di mogli altrui del fulvo e mefistofelico Bernard-Pierre Donnadieu di quella di tormentato bel tenebroso interpretata da un anonimo Gene Bervoets. Successo di pubblico e di critica per George Sluizer che tenterà il bis con un remake americano accusato di snaturare il nichilismo nordeuropeo ed il fascino bilingue dell'atmosfera orignale.
"Oh mia piccola Eva Eva
Abbracciami di mare dolce piovra Eva
Staremo stretti ma ci salvera'
Come un uovo di eternita'."
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