Il film è ambientato, con qualche licenza storica, nel XII secolo nelle montagne della Lombardia occupata dall'imperatore Federico Barbarossa, il Conte Ulrich detto "Il falco" deve controllare una provincia, ma opprime i sudditi le tasse e le vessazioni. Nelle montagne e nei boschi vivono gli uomini liberi, tra questi c'é Dardo (Burt Lancaster) che vive con il figlio ancora bambino, è stato abbandonato dalla moglie che convive con "Il falco". Per una ripicca nei confronti di Dardo il Conte gli rapisce il figlio per affidarlo alla madre. Nel tentativo, fallito, di riprendersi il figlio Dardo rapisce la nipote del Conte, Anna de Hesse (Virginia Mayo) che il "il falco"voleva dare in sposa a un nobile lombardo: il marchese De Granazia (Robert Douglas Il prigioniero di Zenda, Riccardo Cuor di Leone) per chiedere lo scambio con il figlio.
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Il film è ambientato, con qualche licenza storica, nel XII secolo nelle montagne della Lombardia occupata dall'imperatore Federico Barbarossa, il Conte Ulrich detto "Il falco" deve controllare una provincia, ma opprime i sudditi le tasse e le vessazioni. Nelle montagne e nei boschi vivono gli uomini liberi, tra questi c'é Dardo (Burt Lancaster) che vive con il figlio ancora bambino, è stato abbandonato dalla moglie che convive con "Il falco". Per una ripicca nei confronti di Dardo il Conte gli rapisce il figlio per affidarlo alla madre. Nel tentativo, fallito, di riprendersi il figlio Dardo rapisce la nipote del Conte, Anna de Hesse (Virginia Mayo) che il "il falco"voleva dare in sposa a un nobile lombardo: il marchese De Granazia (Robert Douglas Il prigioniero di Zenda, Riccardo Cuor di Leone) per chiedere lo scambio con il figlio. Il Conte non cede e incomincia a fare rappresaglie nei confronti della popolazione, dopo vari scontri approfittando di un gruppo di fantasisti ed acrobati che danno uno spettacolo nel castello, Dardo irrompe nella fortezza grazie anche alle informazioni di Anna, che si è nel frattempo innamorata di lui, facendo entrare anche la popolazione che si è ribellata, nello scontro il Conte viene ucciso dopo avere ucciso la moglie di Dardo che cercava di impedire il rapimento del figlio, così in duello viene ucciso da Dardo il marchese De Granazia che aveva tradito i ribelli, il figlio viene liberato da Dardo che ha conquistato non solo la libertà per il suo popolo ma anche l'amore di Anna.
Il film ha la direzione di un valente regista di Hollywood: Jacques Tourneur francese naturalizzato americano che iniziò con film horror (Il bacio della Pantera) e poi spaziò in vari generi: avventura, western, thrilller,noir per finire con 20.000 leghe sotto i mari una bella trascrizione cinematografica del romanzo di Verne (con James Mason e Kirk Douglas) . La fotografia a colori del film (ebbe una nomination all'Oscar) è molto bella, il ritmo del film è intenso, è il classico film di avventure in cui la vivacità della trama e l'alternarsi delle scene non lascia spazi di noia allo spettatore, belle le scene di equilibrismo in cui Burt Lancaster che aveva ormai da 5 anni iniziato la carriera cinematograficaa fa valere ile sue doti atletiche, ben diretto e avvincente lo scontro finale, nel film i dialoghi sono molto curati, c'é anche l'ironia e l'allegria, insomma uno spettacolo che a distanza di tanti avvince lo spettatore.
La recitazione è molto buona certo fa impressione vedere Burt Lancaster che qui fa la parte di eroe atletico, appenae dieci- dodici anni dopo interpreterà il criminale nazista in Vincitori e vinti e il principe di Salina nel Gattopardo, questo significa il possesso di una grande professionalità che una volta abbondava nel cinema e adesso comincia a scarseggiare. Ottima la recitazione di Virginia Mayo una delle più belle attrici di Hollywood (il sultano del Marocco disse che la sua bellezza era una prova dell'esitenza di Dio) che condusse una vita personale tranquilla, e che cinematograficamente dimostrò anche doti drammatiche in più occasioni oltre a girare numerosi film brillanti(4 con Danny Kaye) e di avventura, lasciò il cinema agli inizi degli anni '60 anche perché i produttori non le davano sfogo alle sue indubbie capacità artistiche.
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