feanor
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lunedì 28 agosto 2006
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il mio jesus christ superstar
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E'un film che mi appassiono'sin da bambino,avevo 8 anni quando lo viddi la prima volta,di nascosto,perche' mia madre pensava fosse una presa in giro ora che è anziana piace anche a lei.
Peccato che attori così bravi non si siano mai più scrollati di dosso quelle parti e non abbiano più fatto altri film.Ted Neely lo avrei visto bene in ruoli western e storici tipo "le crociate".Credo che la genialita' del film sia l'ambientazione naturale e l'originalita' di mischiare costumi antichi con la moda hippy del tempo.il film e' un manifesto degli anni settanta e qualsiasi rifacimento non generera' mai le stesse emozioni,in fondo, l'epoca che tratta e'connessa bene con gli anni 70.Io ci ho visto anche un riferimento politico di quegli anni i romani occupanti della palestina come gli americani in vietnam Il sinedrio come la classe politica USA e Gesu' e i suoi i primi pacifisti della storia.
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E'un film che mi appassiono'sin da bambino,avevo 8 anni quando lo viddi la prima volta,di nascosto,perche' mia madre pensava fosse una presa in giro ora che è anziana piace anche a lei.
Peccato che attori così bravi non si siano mai più scrollati di dosso quelle parti e non abbiano più fatto altri film.Ted Neely lo avrei visto bene in ruoli western e storici tipo "le crociate".Credo che la genialita' del film sia l'ambientazione naturale e l'originalita' di mischiare costumi antichi con la moda hippy del tempo.il film e' un manifesto degli anni settanta e qualsiasi rifacimento non generera' mai le stesse emozioni,in fondo, l'epoca che tratta e'connessa bene con gli anni 70.Io ci ho visto anche un riferimento politico di quegli anni i romani occupanti della palestina come gli americani in vietnam Il sinedrio come la classe politica USA e Gesu' e i suoi i primi pacifisti della storia.Per quanto riguarda la colonna sonora penso che musiche e testi siano ineguagliabili sia per bellezza che per messaggio morale chiunque, credente o no, puo' dargli il significato che crede senza scalfirne la bellezza.Per me,poi,che sono un appassionato di hard rock e dei deep purple il brano gethsemane ricorda molto child in time con il suo inizio lento che sfocia,poi,in un grido di disperazione.Il finale, con gli attori che abbandonano la scena con la tristezza nel cuore credo sia stata la stessa emozione che quelli come me hanno avuto quando è finito il film,il dispiaciere di veder finire un capolavoro che io speravo non finisse mai.Film e Attori(Ted sei un grande)che resteranno per sempre impressi nella mia mente musiche che saranno sempre la colonna sonora della mia vita.
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antonello chichiricco
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martedì 23 dicembre 2014
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il più bel film musicale di tutti i tempi
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Premetto che apprezzo e seguo con interesse le recensioni de “Il Morandini” (Laura, Luisa e Morando) ma la chiosa finale di questa loro “un mezzo fiasco al botteghino” è davvero il caso di dirlo, grida vendetta al cospetto di dio! Spiego perché. A quei tempi, stiamo parlando del 1973, avevo ventiquattro anni e ricordo benissimo da testimone diretto che questo film al contrario di quanto afferma IL Morandini polverizzò ogni record d’incasso. A Roma alle sale Eurcine e Supercinema J.C.S. è restato in programmazione ininterrotta per oltre un anno e mezzo! Tanto è vero che io e i miei amici musicisti organizzammo per mesi e mesi ciclici pellegrinaggi con parenti, amici e conoscenti per convertirli a questo… Cristo! Alla fine credo senza esagerare di aver fatto conoscere questo film a non meno di 200-300 persone (a loro volta divulgatrici del… verbo).
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Premetto che apprezzo e seguo con interesse le recensioni de “Il Morandini” (Laura, Luisa e Morando) ma la chiosa finale di questa loro “un mezzo fiasco al botteghino” è davvero il caso di dirlo, grida vendetta al cospetto di dio! Spiego perché. A quei tempi, stiamo parlando del 1973, avevo ventiquattro anni e ricordo benissimo da testimone diretto che questo film al contrario di quanto afferma IL Morandini polverizzò ogni record d’incasso. A Roma alle sale Eurcine e Supercinema J.C.S. è restato in programmazione ininterrotta per oltre un anno e mezzo! Tanto è vero che io e i miei amici musicisti organizzammo per mesi e mesi ciclici pellegrinaggi con parenti, amici e conoscenti per convertirli a questo… Cristo! Alla fine credo senza esagerare di aver fatto conoscere questo film a non meno di 200-300 persone (a loro volta divulgatrici del… verbo). Non solo: nei decenni successivi ci sono state varie riedizioni e ristampe della pellicola con altrettanto immutato successo.
Passiamo al film. Il canadese Norman Jewson (La calda notte dell’ispettore Tibbs, Stregata dalla Luna, Rollerball, The Hurricane) era già un eclettico e quotato regista quando nel 1973 gli venne affidata, dopo l’enorme successo della versione teatrale, la trasposizione cinematografica di quest’opera rock. Per girare gli esterni la troupe si trasferì diversi mesi in medio oriente utilizzando per le riprese siti archeologici quali Avdat nel deserto del Negev. L’idea di utilizzare armi, utensili, vestiario, posticci e moderni, così come le scelte di aggrappare a una struttura di tubi Innocenti gli starnazzanti neri corvi-sacerdoti, o di utilizzare angeli-caccia e carri armati (proprio in quell’anno ci fu la guerra del Kippur) è stata geniale, e ha trasformato lo scenario del film in una suggestiva teatralità atemporale. Il cast era composto esclusivamente di ragazzi giovani, compresi gli eccellenti i protagonisti, Ted Neeley (Jesus), Yvonne Elliman (Maddalena), Barry Dennen (Ponzio Pilato), Bob Bingham (Caifa), Kurt Jaghjian (Hanna), Larry Marshall (Simone zelota), Josh Mostel (Erode), tutti incredibilmente bravi sia come cantanti che come attori. In primis sottolineerei la prova magistrale, intensa e struggente, del bravissimo, compianto Carl Anderson (Giuda).
In magica successione le bellissime scene, tutte riuscite dall’inizio alla fine, valorizzate da una fotografia (famosi gl’infuocati tramonti) e da una scenografia a dir poco superbe. I testi di Tim Rice, da alcuni ritenuti dissacranti (malgrado ammorbiditi nel film rispetto alla versione teatrale), rivalutavano in chiave moderna la figura di Giuda, visto come vittima predestinata nonché critico osservatore di un Cristo più divo, che dio. Splendide le musiche composte a soli ventuno anni da Andrew Lloyd Webber (nominato baronetto per meriti artistici) passate alla storia della musica come un’incomparabile miscela di ballate pop, rithm&blues, funky,
country rock e venature classicheggianti. Un grande, grandissimo film, forse il più bello in assoluto fra i film musicali di tutti i tempi, a pari merito col Fantasma dell’Opera, dello stesso autore.
Antonello Chichiricco
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[+] le falsità storiche
(di johncor1960)
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taniamarina
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domenica 24 maggio 2009
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gesù è sceso per la seconda volta
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Andrew Loyd Weber e Tim Rice fanno un'accoppiata vincente, e il regista ha saputo interpretare al meglio il messaggio musicale e teatrale di questa opera. Le voci sono mozzafiato e le musiche si incidono nell'anima, con attori strepitosi investiti da vera vocazione. In sostanza la crocefissione del movimento del '68 raccontata con un lirismo che non si ripeterà più, regalandoci momenti musicali semplicemente magnifici come quello in cui Gesù chiede a dio di ripensarci. La figura di Giuda è la vera protagonista di questo capolavoro mai troppo osannato. Dio, se esistesse, ringrazierebbe. Clicca taniamarina su google :)
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parsifal
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venerdì 4 gennaio 2019
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rivoluzione spirituale
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Nel lontano 1973, due giovani di sicuro e comprovato talento, rispettivamente Andrew LlOyd Webber , musicista e compositore e Tim Rice, autore e paroliere, diedero vita ad una delle opere rock più entusiasmanti del '900, destinata a diventare un vero e prprio oggetto di culto. Da qui ne venne tratto il seguente film, diretto da N.Jewson e girato in Medio Oriente, tra Siria ,Iran e Giordania. Nel musical Jesus veniva interpretato da un giovane Ian Gillan, leader e cantante dei Deep Purple, mentre nel film la parte venne affidata a Tedd Neeley, che ancor oggi la interpreta nei teatri di tutto il mondo. L'opera è pervasa da uno spirito innovativo e ribelle , riflesso dei tempi in cui fu realizzata.
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Nel lontano 1973, due giovani di sicuro e comprovato talento, rispettivamente Andrew LlOyd Webber , musicista e compositore e Tim Rice, autore e paroliere, diedero vita ad una delle opere rock più entusiasmanti del '900, destinata a diventare un vero e prprio oggetto di culto. Da qui ne venne tratto il seguente film, diretto da N.Jewson e girato in Medio Oriente, tra Siria ,Iran e Giordania. Nel musical Jesus veniva interpretato da un giovane Ian Gillan, leader e cantante dei Deep Purple, mentre nel film la parte venne affidata a Tedd Neeley, che ancor oggi la interpreta nei teatri di tutto il mondo. L'opera è pervasa da uno spirito innovativo e ribelle , riflesso dei tempi in cui fu realizzata. Viene presa in oggetto l'ultima parte della vita del Nazareno, attenendosi ai Vangeli, ma narrata da un differente punto di vista, prendendo in considerazione l'aspetto rivoluzionario del pensiero di Gesù e la sua capacità di opporsi all'arroganza del potere di Roma , sostenuto dalla casta dei farisei e di catalizzare le simpatie del popolo che lo sostiene sino a quando non diverrà l'oggetto dell'ira della folla, a causa delle bieche manovre di potere ai suoi danni, messe in atto da Annah e Caipha, sacerdoti del Sinedrio, terrorizzati dalla sua ascesa sociale.. Nella narrazione ,assai,avvincente , viene anche preso in considerazione il pensiero di Giuda, considerato non un traditore per vocazione, ma una vittima delle circostanze e delle sue aspettative. Visivamente il film è decisamente innovativo poichè vengono uniti elementi del passato a situazioni decisamente peculiari dei tempi moderni. Molto toccanti ed indimenticabili alcune scene ,come la cacciata dei mercanti dal Tempio o il lungo monologo musicale del Getsemane, in cui Gesù manifesta tutti i suoi dubbi riguardo alla sua missione terrena. Opera di elevatissimo spessore culturale, cinematografico musicale, è diventata irrinunciabile ,nel corso del tempo.
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paolomiki
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giovedì 23 settembre 2010
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mastodontico
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Sublime veder ballare questi ballerini avvolti dalla polvere del deserto.Commovente vedere disegnato sul volto santo di gesù l'espressione della triste meraviglia descritta da Montale in una sua poesia.Incredibile come si possa stare in silenzio avvolti dal chiasso e dalla musica sulla poltrona proprio come se si fosse inginocchiati dentro una chiesa .Uno spettacolo nello spettacolo per l'eternità!!!
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shiningeyes
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giovedì 28 marzo 2013
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miglior film su cristo
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Strano dire che, la miglior trasposizione cinematografica su Cristo sia un musical, visto che le vicende che portarono alla crocifissione e resurrezione di Cristo difficilmente si possono narrare musicalmente, a meno che non ti chiami Fabrizio De Andrè (“La buona novella”).
“Jesus Christ Superstar”, oltre a darci un volto più umanizzato e meno divino di Gesù, ci offre la possibilità di deliziare le nostre orecchie tramite le grandiosi voci di Ted Neely e Carl Anderson, che sembrano ingaggiarne un duello vero e proprio; ci offre una visione di una fotografia incisiva ed abbagliante, che riprende una selvaggia ed arida Gerusalemme dominata dalla legione romana, che si mischia alla contemporaneità del gruppo hippy.
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Strano dire che, la miglior trasposizione cinematografica su Cristo sia un musical, visto che le vicende che portarono alla crocifissione e resurrezione di Cristo difficilmente si possono narrare musicalmente, a meno che non ti chiami Fabrizio De Andrè (“La buona novella”).
“Jesus Christ Superstar”, oltre a darci un volto più umanizzato e meno divino di Gesù, ci offre la possibilità di deliziare le nostre orecchie tramite le grandiosi voci di Ted Neely e Carl Anderson, che sembrano ingaggiarne un duello vero e proprio; ci offre una visione di una fotografia incisiva ed abbagliante, che riprende una selvaggia ed arida Gerusalemme dominata dalla legione romana, che si mischia alla contemporaneità del gruppo hippy.
Non vi sto certo a citare le canzoni che corredano questo gran musical, anche se non posso fare a meno di dire quanto sia bello ed intenso il canto iniziale di Carl Anderson (Giuda), o di quanto sia dolce e melodioso il canto della Maria Maddalena e dell'altisonante coro dei giudici del sinedrio, che condannarono Gesù.
Un'opera diretta con grande manovrabilità e sapienza, che esalta bene le doti di un musical che non muore mai, in cui le coreografie sono spettacolo per occhi.
E con questo film che si afferma la rock-opera, facendo vedere come la musica rock si insinui anche nel cinema, dopo il favoloso live-documentario “Woodstock”; e devo dire che questa sarà una delle rock-opera di maggior importanza, se non la più importante.
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gigiesse
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lunedì 17 settembre 2012
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il musical
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Questo è il più bel musical che io abbia visto. Il livello delle canzoni rock che compongono il film è straordinario. L'ambientazione semplificata al massimo (si vede che deriva da un'opera teatrale) e inserita nel deserto è di forte impatto. Ma oltre a questo ciò che rende sensazionale qesto film è anche la rivisitazione della passione di cristo dal punto di vista di giuda. Il film infatti ribalta la situazione e, come il vangelo secondo gesù cristo, offre un'alternativa alla storia tradizionale estremamente interessante.
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byrne
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lunedì 20 gennaio 2014
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hollywood?
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Quattro stelle sono tante. Ma tante davvero. Tre e mezzo forse sarebbero state più prudenti, più decenti. Ma proprio non si può, e allora dal mio punto di vista quattro è più vicino alla realtà di tre. Jesus Christ Superstar è entrato nella cultura popolare, cinematografica e musicale, con prorompente energia catartica, posizionandosi tra i "racconti evangelici" (si notino le virgolette, si legga la parentesi, quindi si torni indietro e le si rilegga e via andando) cinematografici più personali, viscerali ed inquietanti, nonchè tra i film musicali ("opera rock" è un termine esacrabile dal punto di vista estetico, lo aborro, non lo uso se posso evitarlo) più vari, omogenei, emozionanti e intelligenti della storia del cinema.
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Quattro stelle sono tante. Ma tante davvero. Tre e mezzo forse sarebbero state più prudenti, più decenti. Ma proprio non si può, e allora dal mio punto di vista quattro è più vicino alla realtà di tre. Jesus Christ Superstar è entrato nella cultura popolare, cinematografica e musicale, con prorompente energia catartica, posizionandosi tra i "racconti evangelici" (si notino le virgolette, si legga la parentesi, quindi si torni indietro e le si rilegga e via andando) cinematografici più personali, viscerali ed inquietanti, nonchè tra i film musicali ("opera rock" è un termine esacrabile dal punto di vista estetico, lo aborro, non lo uso se posso evitarlo) più vari, omogenei, emozionanti e intelligenti della storia del cinema. Due, essenzialmente, sono i principali pregi. Primo: la musica e l'orchestrazione, a dir poco perfette. Tanti musical si ricordano per una o due canzoni, quelle del film in questione si piantano più o meno tutte alla base del cranio, rimangono, e rimangono ben più per la forza emotiva che per l'indubbia facilità di alcuni dei motivi. Secondo: i personaggi, la rilettura originalissima delle figure bibliche. Un Gesù umanissimo, iracondo, splendido, saggio e tuttavia impotente, capace soltanto di assistere alla propria inevitabile fine. Un Giuda (vero protagonista) brutalmente critico che si fa portatore del messaggio chiave del film, acutissimo grido d'allarme che toglie i veli all'idolatria ed all'evanescenza del successo (e quindi ben si adatta ai tempi in cui il film fu realizzato), ed è contemporaneamente il solo a comprendere e compiangere con cognizione di causa Gesù. Caifa, metafora quantomai "nera" della politica che (sembra di citare Il Divo) si prodiga affinchè, attraverso azioni deprecabili, il bene della gente sia preservato. Erode, l'uomo di oggi, l'incredulo edonista incapace di guardare oltre il suo naso. Maddalena, egoista e candida, senza malizia, piena di un amore che non sa definire. E dulcis in fundo il sorprendente Pilato, protagonista, nella scena del processo, di una vera e magistrale declamazione teatrale, acutissimo, elegante, ironico, incapace di condannare a prescindere il Nazareno in cui non trova nessuna colpa.
Si possono citare anche la splendida fotografia, la regia solidissima, l'originale scelta di costumi, probabilmente dettata da ragioni finanziarie, e le coreografie. Sento tanti dire che sono invecchiate. Vabbè, se lo dite voi..
Opera indimenticabile.
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rob8
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giovedì 2 agosto 2018
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un prodotto di notevole fattura
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Quando l’opera rock di Rice e Webber, concepita negli ultimi bagliori della summer of love, approda al cinema, le speranze giovanili di palingenesi del mondo nel nome dell’amore e della fratellanza sono ormai state brutalmente deluse.
Così, la lettura hippy della passione di Gesù e i tangenziali riferimenti politici alle guerre israeliane del 1967, con tanto di Mig e carrarmati che braccano Giuda nel deserto, apparvero già all’epoca dell’uscita del film datati e stereotipati.
Eppure, col tempo la pellicola ha acquistato un importante valore testimoniale di un modo di rappresentare la Storia, utilizzando gli stilemi della cultura popolare, di cui musica e cinema hanno rappresentato nel Novecento la massima espressione.
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Quando l’opera rock di Rice e Webber, concepita negli ultimi bagliori della summer of love, approda al cinema, le speranze giovanili di palingenesi del mondo nel nome dell’amore e della fratellanza sono ormai state brutalmente deluse.
Così, la lettura hippy della passione di Gesù e i tangenziali riferimenti politici alle guerre israeliane del 1967, con tanto di Mig e carrarmati che braccano Giuda nel deserto, apparvero già all’epoca dell’uscita del film datati e stereotipati.
Eppure, col tempo la pellicola ha acquistato un importante valore testimoniale di un modo di rappresentare la Storia, utilizzando gli stilemi della cultura popolare, di cui musica e cinema hanno rappresentato nel Novecento la massima espressione. Inoltre, ha confermato come quella stagione cinematografica fosse ancora aperta alla sperimentazione di nuovi linguaggi, persino da parte di un regista come Jewison, autore fino a quel momento piuttosto mainstream.
Fatto sta che la potenza visiva delle immagini; la commistione scenografica tra antico e moderno; l’ambientazione accecante del deserto; la grandezza della colonna sonora e non da ultima la inesauribile forza della storia di Gesù, qui intesa soprattutto nella sua accezione narrativa, fanno di questo film un prodotto di notevole fattura.
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elgatoloco
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martedì 1 dicembre 2020
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straordinario tentativo di modernizzare la storia
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Con questo"Jesus Christ Superstar"(1973, Norman Jewison, anche sceneggiatore con Melwyn Bragg, ma fedelissimo al musical teatrale di Tim Rice-testo, libretto- e Andrew Llyod Webber-musiche, grande successo del 1971 e ulteriore dimostrazione di come Holluwood, ma prima ancora Broadway riesca a coinvolgere il meglio della cultura musicale e teatrale europea, in questo caso inglese)si realizza una vera"modernizzazione"della storia sacra, che aveva perso, almeno in parte, afflato insieme alla religiosità, in quegli anni. L'ultima settimana di vita di Gesù, narrata in temrini moderni e sempre rigorosamente ispirati al criterio del "playing the play"in questa straordinaria riproposizione della vita e del sacrificio oblativo di Cristo, in termini che guardano certo alla modenirtà(almeno a quella hippie.
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Con questo"Jesus Christ Superstar"(1973, Norman Jewison, anche sceneggiatore con Melwyn Bragg, ma fedelissimo al musical teatrale di Tim Rice-testo, libretto- e Andrew Llyod Webber-musiche, grande successo del 1971 e ulteriore dimostrazione di come Holluwood, ma prima ancora Broadway riesca a coinvolgere il meglio della cultura musicale e teatrale europea, in questo caso inglese)si realizza una vera"modernizzazione"della storia sacra, che aveva perso, almeno in parte, afflato insieme alla religiosità, in quegli anni. L'ultima settimana di vita di Gesù, narrata in temrini moderni e sempre rigorosamente ispirati al criterio del "playing the play"in questa straordinaria riproposizione della vita e del sacrificio oblativo di Cristo, in termini che guardano certo alla modenirtà(almeno a quella hippie.rock, se vogliamo essere precisi)con tanto di profferte di droga e di sesso venduto al"peggior offerente"nelle sequenze dei mercanti nel tempio, con la gelosia dell'ex.seguac(traditore Giuda , con la difficoltà esibita(ma diremmo bene anche superata)di una troupe che vuol mettere iin scena una vicenda che risale a duemila anni prima(quasi), con la discussa affermazione-anche se comunque precedente di qualche anno e queste cose durano "lo spazio di un mattino,ma non sempre viene da aggiungere,- di John Lennon per cui THe Beatles"sarebbero stati più popolari di Gesù, affermazione poi ridimensionata, in parte smentita- un musical ripercorso filmiicamnete con grande maestria da Norman Jewison, che certo non è l'ulitmo arrivato, anzi. Rimangono in mente tutte le sequenze, diremmo, anche se certo quelle della crocifissione(ingiustamente considerate "blasfeme"da sopravvivenze anti e preconcilairi di ogni tipo, sembrano sopravanzare, insieme a quelle citate prima della profanazione mercantile del tempio. La dialettica Gesù-Giuda(che in seguito, anche se non certo per diretta influenza del musica e del film, che rispetta la fedletà all'erchetipo teatrale, seguendo ANdré Bazin e la sua straordinaria"Ontologia del cinema", verrà approfondita da vari esegeti in forma nuova e gli studi più recenti sono di questi anni)è forse il nucleo centrale del film e naturalmente il merito va ai due interpreti.chiave Ted Neeley e Carl Andreson, rispettivamente nei panni di Gesù e di Judas, ma non è da rrascurare la rpova noteovlssima di Yvoenne Eliman come"Marida Maddalena", dove anche questa scelta, molto"spettacolare", quasi"ovvia"(il chercher la femme è importante, quando si tratta di cinema e teatro, essendo elmento catalizzatore, comunque, la donna), di dare paiicolare rilievo a una figura che, soprattutto nei Vangeli canonici, rimane un po'ai margini ma anche in certo senso"misteriosa"appare vincente, merito però dell'atrrice-.cantante. Avendo visto varie edizioni teatrlai, certo non quella originaria, devo dire che qui la qualità musicale e teatrale degli/dlele interpreti è nettamente superiore a tutte quelle viste negli ultimi 20 anni, almneo(anzi diremo almneo un quarto di secolo), per cui la sintesi, quasi da interezza wagneriana tra parola-musica e dramma riesce pienamente, il che non è scontato per le trasposizioni filmiche di musicals. Chiudo con un ricordo personale. nel 1978-79, dunque un lustro dopo il film, studivano (fuori d'Italia)una materia che faceva da trait-d-union tra filsofoia e teologia e bel libro principale si parlava di "teologia rock "e"teologia hippie" e, senza un richiamo testuale, il riferimento indubbio era a"Jesus Christ Superstar". El Gato
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