dandy
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venerdì 29 ottobre 2021
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la morte è la fine dello spettacolo.
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Il film che sancisce la fine degli anni'70(e di tutto ciò che era cominciato il decennio precedente)e l'inizio di una decade totalmente differente.Per molti considerato come l'"8 1/2" del regista,è anche una sorta di "The Rocky Horror Pictures Show" più "realistico",ma non senza momenti di visionarietà(il numero osè a poco da inviare a quelli del film di Sherman).Un musical sorprendentemente diretto e impietoso non solo sulla vita e la morte(da brividi il monologo del comico sulle 5 fasi reiterato durante tutto il film),ma anche sul mondo dello spettacolo(a cominciare dai ritmi disumanbi).Il cui protagonista è sincero fino in fondo,impenitente e stramaledettamente monumentale nel declino.
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Il film che sancisce la fine degli anni'70(e di tutto ciò che era cominciato il decennio precedente)e l'inizio di una decade totalmente differente.Per molti considerato come l'"8 1/2" del regista,è anche una sorta di "The Rocky Horror Pictures Show" più "realistico",ma non senza momenti di visionarietà(il numero osè a poco da inviare a quelli del film di Sherman).Un musical sorprendentemente diretto e impietoso non solo sulla vita e la morte(da brividi il monologo del comico sulle 5 fasi reiterato durante tutto il film),ma anche sul mondo dello spettacolo(a cominciare dai ritmi disumanbi).Il cui protagonista è sincero fino in fondo,impenitente e stramaledettamente monumentale nel declino.Un antieroe tutto americano travolto dalla sua stessa vita e per il quale anche l'ora di andarsene è un'ora di show dove,letteralmente,si balla fino all'ultimo.Un ritratto che anticipa in modo impressionane e tragico l'evoluzione degli '80 di Reagan.E una pietra miliare sul più scomodo degli argomenti possibile.Il cinismo è imperante ma mai gratuito,l'avvicendarsi della fine non risparmia crudezze(c'è una breve agghiacciante sequenza di operazione a cuore aperto,forse autentica)e c'è anche spazio per autentica commozione(indimenticabile la scena in cui Gibson consola una paziente in fin di vita),oltre che a tanto divertimento(la cattivissima sequenza del flashback dove il giovane Gideon,interpretato dal 18enne keith Gordon, è eccitato dalle ballerine).Grande il numero finale sulle note di "Bye Bye Love".Se in "Lo squalo" Scheider (qui con baffi e pizzetto)era magistrale,qui trova il ruolo della vita.Eccezzionale,e ingiustamente trascurato agli Oscar(4 sono andati a scenografie,costumi,montaggio e musica).Fotografia di Giuseppe Rotunno.Fosse,che coreografa,si ispira a esperienze personali(fu colpito da infarto mentre stava montando "Lenny" e dirigendo "Chicago" a Broadway).La Lange,pur in sordina, è una Morte che probabilmente vorrebbero in tanti...John Ligtow è Lucas Sergeant.Shandal Bregman,al debutto, è la ballerina e il suo numero non lascia indifferenti.Peccato che dopo "Conan Il barbaro" non ha trovato altri film che potessero farla emergere...Esordio anche per CCH Punder(l'infermiera cinica).
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parsifal
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mercoledì 12 luglio 2017
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signori, si va in scena
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Mr. Bob Fosse , nel 1979, dà vita a quest'opera da sapore squisitamente autobiografica. " Signori , si va in scena" è la frase che il protagonista Joe Gideon, alter ego di Fosse, interpretato da un eccellente Roy Scheider,pronuncia di fronte allo specchio, tutte le mattine prima di iniziare la sua rocambolesca giornata. Essendo un regista, autore e coreografo ed amando molto il suo lavoro, ( più di ogni altra cosa al mondo) è sempre immeso fino al collo nel rutilante mondo dello spettacolo ed in particolar modo del musical, che costitusce l'essenza del pensiero e dell'azione di Fosse: Provini su provini, accettazione e rifiuto delle centinaia di candidature, e le tentazioni che conseguono, alle quali Gideon non sa e non vuole rinunciare.
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Mr. Bob Fosse , nel 1979, dà vita a quest'opera da sapore squisitamente autobiografica. " Signori , si va in scena" è la frase che il protagonista Joe Gideon, alter ego di Fosse, interpretato da un eccellente Roy Scheider,pronuncia di fronte allo specchio, tutte le mattine prima di iniziare la sua rocambolesca giornata. Essendo un regista, autore e coreografo ed amando molto il suo lavoro, ( più di ogni altra cosa al mondo) è sempre immeso fino al collo nel rutilante mondo dello spettacolo ed in particolar modo del musical, che costitusce l'essenza del pensiero e dell'azione di Fosse: Provini su provini, accettazione e rifiuto delle centinaia di candidature, e le tentazioni che conseguono, alle quali Gideon non sa e non vuole rinunciare. E' un' accanito tabagista, forte bevitore e per rendere al massimo in ogni campo , senza dover mai abbassare la guardia, usa molte anfetamine:Ma la tentazione più grande sono le donne; le ama tutte, senza tralasciarne nessuna. Ma il suo è un modo di amare da narcisista, ossessionato dal proprio ego, accentratore e manipolatore, oltre ad essere un bugiardo costituzionale, come egli stesso ammette " Non dire balle ad un ballista come me." Durante il film , vi sono degli squarci sul passato, che avvengono nel corso dei lunghi dialoghi che Gideon intrattiene con Angelica ( una sofisticata e sensuale Jessica Lange) che altro non è che la Morte, in una delle sue numerose metamorfosi. Egli confessa candidamente e con disarmante onestà tutte le sue colpe , i suoi difetti e le mancanze commesse nel corso della propria vita. Quel che ne emerge è il ritratto di un egoista dal cuore tenero ,innamorato di sè stesso e del proprio lavoro, sino alle estreme conseguenze. Durante le prove dell'ennesimo musical, il cuore che così tanto ha battuto , inizia a fare i capricci sino a cedere. Gideon finisce in clinica, ma dopo lo spavento iniziale , ricomincia a comportarsi da irresponsabile, senza lacun riguardo per sè stesso e la propria salute. Inizieranno una serie di quadri dedicati al sistema circolatorio ed all'apparato cardiaco, decisamente spassosie e ben delineati. Le cose si complicano e Gideon sente di dover abbandonare tutto ed allora dà l'addio al proprio modo ed agli affetti a modo suo, con un 'ultima rappresentazione. " Bye , BYe Life" rappresenta la piùmoriginale e gioisa rappresentazione della Morte mai messa in scena nel cinema occidentale. Punto di vista decisamente originale, messo in scena da un regista ed autore che tanto ha dato al cinema contemporaneo. Indimenticabile e veritiero lo slogan citato più volte nel corso della pellicola " There's no business, like show business!".
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il befe
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domenica 8 marzo 2015
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capolavoro
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olioli
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lunedì 26 settembre 2011
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capolavoro
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fabio leone
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venerdì 5 dicembre 2008
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ode to myself
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Narciso regista. Archetipo del corpo riflettente e dell' "ode to myself", non già un'autobiografia. Ciò che appare straordinario è come il jazz-set divenga metafora e modo di autorappresentazione.
Una scena che vale per tutte è la presentazione del copione alla troupe. Il regista non sente che se stesso mentre tutti ridono a crepapelle credendo di lusingarlo.
Magistrale la resa sonora della licenza narcisistica dell'alienazione fatta di suoni microscopici che infrangono il silenzio in una sala affollata da risate.
Il congedo dalla vita è il più spettacolare mai visto su pellicola e il ritmo dell'incedere filmico (fatto di tagli minuscoli) è costantemente in fibrillazione; L'analogia più che per immagini si snoda in coreografie ineguagliabili.
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Narciso regista. Archetipo del corpo riflettente e dell' "ode to myself", non già un'autobiografia. Ciò che appare straordinario è come il jazz-set divenga metafora e modo di autorappresentazione.
Una scena che vale per tutte è la presentazione del copione alla troupe. Il regista non sente che se stesso mentre tutti ridono a crepapelle credendo di lusingarlo.
Magistrale la resa sonora della licenza narcisistica dell'alienazione fatta di suoni microscopici che infrangono il silenzio in una sala affollata da risate.
Il congedo dalla vita è il più spettacolare mai visto su pellicola e il ritmo dell'incedere filmico (fatto di tagli minuscoli) è costantemente in fibrillazione; L'analogia più che per immagini si snoda in coreografie ineguagliabili. E' bello immaginare che, morenti, si abbia tanta ironia e voglia di danzare un fox-discomusic-trot!
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exitplanetdust
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domenica 11 novembre 2007
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stare sulla corda è vita. il resto, è attesa.
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Intrigante l'uso del sonoro - e ci mancherebbe, dacché si tratta di un film musicale. In particolare la soggettivazione della percezione acustica, interiorizzata nei personaggi, "psicologizzata", "focalizzata" nella mente attraverso l'uso di filtri e riverberi. Ciò è patente in talune scene, come quella della prima lettura di un copione, in cui il protagonista principia ad accusare seriamente i sintomi di un grave malessere fisico. Assieme agli inserti di montaggio, le scene in cui Joe discute con la fata-sposa - ma in fondo, con se stesso -, tali soluzioni audio-visive contribuiscono a conferire al film un'inquietante atmosfera allucinata, che ben esprime il disagio di una esistenza costantemente condotta sul filo, priva di valori, caracollante ed eccessiva, viziosa e nichilista, com'è quella che l'ambiente dello spettacolo richiede.
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Intrigante l'uso del sonoro - e ci mancherebbe, dacché si tratta di un film musicale. In particolare la soggettivazione della percezione acustica, interiorizzata nei personaggi, "psicologizzata", "focalizzata" nella mente attraverso l'uso di filtri e riverberi. Ciò è patente in talune scene, come quella della prima lettura di un copione, in cui il protagonista principia ad accusare seriamente i sintomi di un grave malessere fisico. Assieme agli inserti di montaggio, le scene in cui Joe discute con la fata-sposa - ma in fondo, con se stesso -, tali soluzioni audio-visive contribuiscono a conferire al film un'inquietante atmosfera allucinata, che ben esprime il disagio di una esistenza costantemente condotta sul filo, priva di valori, caracollante ed eccessiva, viziosa e nichilista, com'è quella che l'ambiente dello spettacolo richiede. Grazie ad un montaggio sapiente, che non risparmia overlapping editing ed intenzionalità concettuali, il limite fra reale e fittizio, vita e rappresentazione, universo diegetico e immaginazione dei personaggi, si assottiglia fino a scomparire, e i piani si compenetrano tanto da risultare indistinguibili. Così anche un evento personale e drammatico, come un intervento chirurgico a cuore aperto, in cui la stessa vita del protagonista è assai a rischio, ottiene la sua trasposizione artistica - ma immaginaria - sulle assi del palcoscenico. Se si riesce a scendere a patti con l'onanismo imperante, il lezioso autocompiacimento autobiografico, ci si ritrova di fronte ad un opera visionaria ed onirica, in cui ogni balletto e rappresentazione ha un preciso valore espressivo e serve a delineare il profilo psicologico ed emotivo di una grande personalità, oltre ad offrire un incisivo spaccato sul mondo frenetico e durissimo, regolato da leggi spietate e disumane, dello show business.
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true
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giovedì 11 ottobre 2007
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dispiacere
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Peccato perchè nonostante consideri questo film non lontano dal grande film (gli manca qualcosina) ho sempre avuto l'impressione che sia stato un pò dimenticato, come forse anche il protagonista (Roy Scheider) che considero molto capace, specie in questa opera dove è andato vicino all'oscar. Aggiungendo che non sono proprio un patito dei musical e che quindi, al di la del divertimento e dell'estetica delle coreografie (comunque mirabili), lo ritengo un film molto emozionante e realisticamente coinvolgente, con la giusta analisi triste sulla vita che non cade mai nel patetico. Finale con sorriso e lacrima, come la vita...
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