ivan
|
domenica 15 febbraio 2009
|
ivan
|
|
|
|
Film concreto ma incompleto, le donne hanno combattuto e sofferto ma sono state così ascoltate che tengono sotto scacco la società (e non parlo di politica ma di vita di tutti i giorni), hanno ricevuto grandi regali politici altro che pari opportunità. Dico solo che ad un occhio poco attento possa sembrare che le donne al giorno d'oggi siano ancora nella situazione degli anni 60-70 vedendo questo film, ma lo sappiamo ben tutti come invece la situazione sia TOTALMENTE RIBALTATA. Hanno così libertà di scelta che in ambito lavorativo si sono ritagliate mansioni adatte penalizzano i lavoratori maschi, altro che come in una battuta del film "qui non ci sono lavori da donna ne paghe da donna", senza parlare di come sfruttano la gravidanza.
[+]
Film concreto ma incompleto, le donne hanno combattuto e sofferto ma sono state così ascoltate che tengono sotto scacco la società (e non parlo di politica ma di vita di tutti i giorni), hanno ricevuto grandi regali politici altro che pari opportunità. Dico solo che ad un occhio poco attento possa sembrare che le donne al giorno d'oggi siano ancora nella situazione degli anni 60-70 vedendo questo film, ma lo sappiamo ben tutti come invece la situazione sia TOTALMENTE RIBALTATA. Hanno così libertà di scelta che in ambito lavorativo si sono ritagliate mansioni adatte penalizzano i lavoratori maschi, altro che come in una battuta del film "qui non ci sono lavori da donna ne paghe da donna", senza parlare di come sfruttano la gravidanza... non parliamo delle dottoresse compiacenti che non ci mettono nemmeno un secondo a certificare "gravidanze a rischio". Dove lavoro io su 5 donne 4 l'hanno ottenuto, e sinceramente ci credo ben poco. Facile parlare di pari diritti, di lavoro e di libertà di scelta, avete voluto la bicicletta? ALLORA SIATE COERENTI PEDALATE!!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ivan »
[ - ] lascia un commento a ivan »
|
|
d'accordo? |
|
marzia cangiano
|
domenica 25 maggio 2008
|
vogliamo il pane ma anche il companatico
|
|
|
|
Siamo nel 1967, Anita scrive il suo diario da Milano.Non conosciamo il volto di Anita eppure non ci interessa. Quel che di lei sappiamo basta e avanza per farci rendere conto di quanto sia frustrante vivere in un corpo di cui non si ha il possesso effettivo. L’educazione familiare, la cultura che pesa come un macigno: la donna nasce per il matrimonio e dunque per la procreazione.Il corpo di Anita è un mezzo, e come tale lei lo avverte e lo combatte. Sessuofobia e frigidità queste le conseguenze prime; angoscia per l’abito bianco, per il matrimonio istituzionale, per la famiglia e la maternità queste le conseguenze delle conseguenze.
Intanto fuori è già il 1972.A Campo de’ Fiori una folla di donne grida: noi non abbiamo paura di voi! Una ragazzina prende il megafono e grida: non abbiamo più paura di voi, avete capito? Un poliziotto ordina la carica.
[+]
Siamo nel 1967, Anita scrive il suo diario da Milano.Non conosciamo il volto di Anita eppure non ci interessa. Quel che di lei sappiamo basta e avanza per farci rendere conto di quanto sia frustrante vivere in un corpo di cui non si ha il possesso effettivo. L’educazione familiare, la cultura che pesa come un macigno: la donna nasce per il matrimonio e dunque per la procreazione.Il corpo di Anita è un mezzo, e come tale lei lo avverte e lo combatte. Sessuofobia e frigidità queste le conseguenze prime; angoscia per l’abito bianco, per il matrimonio istituzionale, per la famiglia e la maternità queste le conseguenze delle conseguenze.
Intanto fuori è già il 1972.A Campo de’ Fiori una folla di donne grida: noi non abbiamo paura di voi! Una ragazzina prende il megafono e grida: non abbiamo più paura di voi, avete capito? Un poliziotto ordina la carica. E sono botte. La storia scoraggia eppure continua.La donna sembra prendere coscienza del proprio corpo, possesso più che coscienza e Teresa, nella Bari del 1975, di questa presa di coscienza ne paga tutte le conseguenze. Teresa non ha paura del sesso, conosce il suo corpo, lo vive… fino all’illegalità. Le sue pagine raccontano l’amore fisico e consapevole unitamente alla sofferenza per una gravidanza inaspettata e prematura. Teresa ha solo vent’anni e si trova a subire ciò per cui sta combattendo, l’impossibilità di decidere per il proprio presente.La storia di Teresa può dirsi la più banale, la più normale per l’epoca in cui si ambienta. Francesco Guccini nel 1976 scrisse “Piccola storia ignobile” la storia di una giovane donna di buona famiglia che, rimasta incinta, si trova a fare i conti con una mentalità rigida di censura; una storia che si consuma tra l’indifferenza della gente e quella della famiglia, della madre soprattutto che, proprio come nel caso di Teresa, sembra sapere ma preferisce tacere. Non capirebbe, la madre, che non c’è stata costrizione ma piacere, non comprenderebbe "perché lei, da donna onesta, l'ha fatto quasi sempre per dovere".E Teresa anche tace alla gente il suo dolore che rivela nelle pagine del diario fino al racconto del proprio aborto, clandestino e senza alternative: “un blocco di dolore ghiacciato che non finiva mai”. Fino allo strazio del dopo, al dolore fisico e morale, ai sensi di colpa che di notte prendono le sembianza di mostri a 5 teste. Anche il racconto della sua vita è arricchito da immagini di repertorio che raccontano donne casalinghe, operaie, stiratrici, donne che tentano un’istruzione, uomini che arrivano a concedere loro una “teorica parità” che non intacchi l’ora di cena.Poi qualcosa accade e il femminismo si fa sempre più politica. Valentina, militante femminista nella Roma del ’79, nel suo diario racconta la disillusione dal nuovo femminismo che ora vede come una macchia informe dove la lotta per la donna si è trasformata in lotta contro il maschio:“Siamo sconfitti,uomini e donne, dopo il '77 e penso che i veri effetti saranno lenti a insediarsi nelle nostre coscienze”. La storia scoraggia eppure continua, sui titoli di coda le tappe più importanti di quest’evoluzione femminile e femminista: il divorzio, la patria potestà, la parità,l'aborto. L’elenco si chiude ingenuamente con la legge sulle coppie fatto. Lungi dalla regista il pensare che di lì a poco la donna sarebbe stata costretta a riconquistare piazza per riprendersi un diritto già acquisito: l’aborto.
Ma la storia continua, seppure scoraggia.
www.bloggerperfecto.blogspot.com
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marzia cangiano »
[ - ] lascia un commento a marzia cangiano »
|
|
d'accordo? |
|
fanolgepu
|
martedì 22 aprile 2008
|
scontato
|
|
|
|
L'UNICA COSA COERENTE DEL FILM è STATO IL COSTO DEL BIGLIETTO: 1€, SCONTATO COME IL CONTENUTO DEL FILM STESSO.
|
|
[+] lascia un commento a fanolgepu »
[ - ] lascia un commento a fanolgepu »
|
|
d'accordo? |
|
fade
|
lunedì 24 marzo 2008
|
interessante documentario sul femminismo
|
|
|
|
Ho vissuto in prima persona quel periodo e devo dire che questo film rappresenta molto bene la storia delle donne dagli anni 60 in poi. E' un documentario che, attraverso spezzoni di filmati veri, spot pubblicitari e parti recitate, mescolati con grande abilità, spiega cosa voleva dire essere donna in una società maschilista e repressiva. La regista procede con grande realismo e anche con una partecipazione commossa (almeno questa è stata la mia sensazione). Consigliato alle ragazze di oggi per capire da dove arrivano i diritti che ora sembrano normali e per comprendere che bisogna ancora lottare per mantenerli.
|
|
[+] lascia un commento a fade »
[ - ] lascia un commento a fade »
|
|
d'accordo? |
|
capello grigio
|
giovedì 20 marzo 2008
|
memorie di identità di genere e di liberazione
|
|
|
|
ho visto il film stasera e mi ricorda quanto sulla donna si sia operato il controllo e su quanto anche la donna stessa abbia assunto sul proprio essere corpo ,persona ,identità sociale un controllo indotto che l'ha bloccata nell'esprimere le sue risorse.
Questa escursione storica e personale ha il grande pregio di far conoscere anche a quelle giovani donne che non erano presenti quegli anni di iniziazione.
|
|
[+] lascia un commento a capello grigio »
[ - ] lascia un commento a capello grigio »
|
|
d'accordo? |
|
elz
|
giovedì 20 marzo 2008
|
per capire le donne e quanto hanno lottato!
|
|
|
|
Capire le donne (per quanto possibile) e quanto hanno lottato per ottenere i diritti fondamentali di cui godiamo oggi é un dovere.
Fa arrabbiare quanto questo documentario, basato su filmati di repertorio degli anni '60 e '70, sia purtroppo ancora così attuale, basti pensare alle recenti polemiche sulla legge 194 e ad una parità sociale e lavorativa che non si é mai realmente compiuta.
Un film per riflettere e per farsi rapire dai pensieri, dalle paure e dai sogni delle donne, che sono ancora oggi molto spesso gli stessi.
Bellissime anche le musiche dei Ronin che esaltano l'emotività del film.
|
|
[+] lascia un commento a elz »
[ - ] lascia un commento a elz »
|
|
d'accordo? |
|
slv
|
mercoledì 19 marzo 2008
|
la memoria di noi e del nostro vicino passato
|
|
|
|
L'ho visto ieri, all'una del pomeriggio.
C'erano solo tre persone al cinema.
Perchè la gente non vive di quello??
Sono ricchezze che vengono regalate, insieme alla loro poesia ed alla voce di Alina. Se tutti ascoltassero tutto sarebbe diverso.
La sofferenza di Alina è diventata poesia e magicamente si è sparsa nell'aria formando un castello incantato e trasparente di quella che è stata fin ora la nostra vita.Tutto quello che fa Alina Marazzi è bello
|
|
[+] lascia un commento a slv »
[ - ] lascia un commento a slv »
|
|
d'accordo? |
|
anto
|
lunedì 10 marzo 2008
|
le donne tra stoia e attualita'
|
|
|
|
OTTIMO AFFRESCO DI UN'EPOCA. NIENTE E' CASUALE, TUTTO E' ARMONICO E STRUTTURATO IN MODO SUBLIME. LA DOCUMENTAZIONE E' RIGOROSA. LA NRRAZIONE RIPERCORRE STRALCI DI VITA COLLETTIVA CHE DIVENTANO ANCHE STORIA PERSONALE DI TUTTI NOI.
|
|
[+] lascia un commento a anto »
[ - ] lascia un commento a anto »
|
|
d'accordo? |
|
maria
|
domenica 9 marzo 2008
|
per niente scontato
|
|
|
|
Il film ha molto da dire anche alle donne della mia generazione che queste cose le hanno vissute, non è un semplice "ripasso" ma una nuova visione del tema del " genere", attraverso gli occhi di una regista che non ha vissuto queste problematiche nel loro sviluppo storico ma le ha studiate molto bene e soprattutto le sente. Credo che le più interessate potrebbero essere le donne più vicine a lei come età, tra i trenta e i quaranta,che forse non hanno la piena consapevolezza di come certi problemi siano legati alla condizione femminile, di ieri, di oggi e di sempre.
Sul piano tecnico ed estetico è molto coinvolgente e ben costruito. Trovo strano, però, che non ci sia alcun riferimento alla violenza sessuale, salvo la citazione finale della legge.
|
|
[+] lascia un commento a maria »
[ - ] lascia un commento a maria »
|
|
d'accordo? |
|
nirvana
|
sabato 8 marzo 2008
|
noia
|
|
|
|
La bella e noiosa Anita Caprioli che promuoveva il doc su La7alla 25ora, mi ha tolto ogni curiosità di vederlo. Guardando qualche scena, penso che la regista poteva scegliere due voci off (Caprioli e Saponangelo) meno sussiegose e soporifere.
|
|
[+] lascia un commento a nirvana »
[ - ] lascia un commento a nirvana »
|
|
d'accordo? |
|
|