eugen
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venerdì 18 agosto 2023
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noteovle, in parte documentario
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"O Herusalme"(Elie Choraqui, da lu scritto con Didier Le Pechuer a partire da un saggio storico di Dominque Lapierre e Larry Collins), 2006 )racconta la nascita difficile, ostacolata in parte dalle suoerpporenze, della genesi di Istraele come Stato. Decisamente una storia controbersa, che pero', superando quell'impasse che sarebbe consistita nel mero documentario, il regista.autore realizza con l'auisilio dell'amicizia tra un israelita e un palestinese, che percorre appunto i faticosi anni della gestazzione e poi genesi.realizzazione dello Stato in questione. Una realizzazione che qualcuno accusera'di filosinonismo, che in realta'e 'invece obiettiva, per quanto possa esserlo un film su una questione cosi viva, attuale e drammaticamente controverdsa, come ampiamente noto a tutti(e, purche¿si interessino anche solo minimamente alla questione Geusalemme, poi,e'notoriamente, per l'importanza storica e non solo della citta', un vulnus in quanto vexata quaestio e come tale rappresenta l' aspirazione vera e primaria, il telos dele due parti in campo e l'attuale soluzione sembra garantire, pur se sempre in una sorta di"euilibrio instabile", una soluzione opportuna e praticabile alla questione stessa.
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"O Herusalme"(Elie Choraqui, da lu scritto con Didier Le Pechuer a partire da un saggio storico di Dominque Lapierre e Larry Collins), 2006 )racconta la nascita difficile, ostacolata in parte dalle suoerpporenze, della genesi di Istraele come Stato. Decisamente una storia controbersa, che pero', superando quell'impasse che sarebbe consistita nel mero documentario, il regista.autore realizza con l'auisilio dell'amicizia tra un israelita e un palestinese, che percorre appunto i faticosi anni della gestazzione e poi genesi.realizzazione dello Stato in questione. Una realizzazione che qualcuno accusera'di filosinonismo, che in realta'e 'invece obiettiva, per quanto possa esserlo un film su una questione cosi viva, attuale e drammaticamente controverdsa, come ampiamente noto a tutti(e, purche¿si interessino anche solo minimamente alla questione Geusalemme, poi,e'notoriamente, per l'importanza storica e non solo della citta', un vulnus in quanto vexata quaestio e come tale rappresenta l' aspirazione vera e primaria, il telos dele due parti in campo e l'attuale soluzione sembra garantire, pur se sempre in una sorta di"euilibrio instabile", una soluzione opportuna e praticabile alla questione stessa. Eugen
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elgatoloco
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giovedì 8 dicembre 2016
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piglio didattico, certo, ma anche sensibilità uman
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Fatti, anzi eventi epocali come la creazione, nel modo che conosciamo al presente, pur con tutte le modifiche statuali-diplomatiche sopraggiunte, d'accordo, ma anche presentazione della storia come datità, in questo film, pur efficace, ossia come da prendere come sono, il che sconcerta certamente, se pensiamo alle decisioni, anche contraddittorie, delle superpotenze, all'epoca, per far nascere uno Stato di Israele(nel maggio del 1948) e non uno Stato palestinese, con inserti storici(storico-documentali, diremmo meglio) che comunque documentano; ma il film"vero"è altrove, è nella tensione umana che porta a dividere amici(un Israelita versus un Palestinese, nella fattispecie)e poi anche a riappacificarsi, ma in un contesto ormai molto difficile, per non dire terribile.
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Fatti, anzi eventi epocali come la creazione, nel modo che conosciamo al presente, pur con tutte le modifiche statuali-diplomatiche sopraggiunte, d'accordo, ma anche presentazione della storia come datità, in questo film, pur efficace, ossia come da prendere come sono, il che sconcerta certamente, se pensiamo alle decisioni, anche contraddittorie, delle superpotenze, all'epoca, per far nascere uno Stato di Israele(nel maggio del 1948) e non uno Stato palestinese, con inserti storici(storico-documentali, diremmo meglio) che comunque documentano; ma il film"vero"è altrove, è nella tensione umana che porta a dividere amici(un Israelita versus un Palestinese, nella fattispecie)e poi anche a riappacificarsi, ma in un contesto ormai molto difficile, per non dire terribile.Sul fattore umano conta prioritariamente, per non dire in maniera quasi esclusiva il regista Chouraqui e su questo ci sarebbe da soffermarsi: il film mostra l'orrore, comunque, della guerra quale distruttrice di ogni condizione e di ogni speranza umana. La pace universale(Kant)e assoluta sarà pure un'utopia irrealizzabile ma la tensione verso la stessa , ritiene il regista(e credo dovremmo ritenere con lui)deve rimanere vigile, al di là delle scelte politiche che abbiamo verso le parti(chi scrive ritiene assurde le minacce e aggressioni continue di Hamas verso Israele, per ex.)ma l'opera ha comunque un valore propriamente "pedagogico"e di sfida alle coscienze-una tensione e una propedeutica morale ed etica che il cinema e l'arte dimenticano troppo spesso. Qui , poi, è da evidenziare l'ottima qualità filmica e interpretativa, certo non da poco nel panorama attuale. El Gato
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kiefer
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giovedì 22 gennaio 2015
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ottimo
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3 recensioni... una dice che il film è filo-arabo, l'altra dice che è filo-israeliano, sintomo che il film è equlibrato e ben strutturato, ma forse un po troppo morbido verso entrambe le parti
una volta tanto concordo con la critica, quella di pier maria bocchi: film perfettamente spendibile nelle scuole nonostante qualche scena cruenta
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no_data
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martedì 10 giugno 2014
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a me è piaciuto molto
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Il film, attuale nella sua crudezza, mi è piaciuto molto.
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aron
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giovedì 12 febbraio 2009
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storia avvincente ma troppo squilibrata a favore
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Elie chouraqui è un iontellettuale ebreo che nello sforzo di essefre "fair" verso gli arabi modifica e forza gli avvenimenti per fart sembrare dei gentiluomini io combattenti arabi che non sempre lo furono.
Per esempio il regista nasconde la verità storica e non dice che la legione araba distrusse con la dinamite la famosa sinagoga Hurva, gioiello di architettura orientale.
Il regista non menziona neppure il fatto che gli ebrei avevano redento i deserti ed avevano costruito degli insediamenti agricoli dove prima erano soltanto sabbia e paludi. Sembrerebbe che la Haganà fosse costituita solo da nuovi immigrati e non da muna popolazione agricola come quella dei kibbuzim.
Per essere troppo equanime, il regista descrive troppo le ragioni degli arabi e dimentica quelle deglioe ebrei
Ciononostante il film è gradevole.
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Elie chouraqui è un iontellettuale ebreo che nello sforzo di essefre "fair" verso gli arabi modifica e forza gli avvenimenti per fart sembrare dei gentiluomini io combattenti arabi che non sempre lo furono.
Per esempio il regista nasconde la verità storica e non dice che la legione araba distrusse con la dinamite la famosa sinagoga Hurva, gioiello di architettura orientale.
Il regista non menziona neppure il fatto che gli ebrei avevano redento i deserti ed avevano costruito degli insediamenti agricoli dove prima erano soltanto sabbia e paludi. Sembrerebbe che la Haganà fosse costituita solo da nuovi immigrati e non da muna popolazione agricola come quella dei kibbuzim.
Per essere troppo equanime, il regista descrive troppo le ragioni degli arabi e dimentica quelle deglioe ebrei
Ciononostante il film è gradevole.
Aron Leoni
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vlad
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lunedì 12 maggio 2008
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comunque un film di parte
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se il regista si è sforzato di essere superpartes, non c'è riuscito: è comunque un film molto più orientato verso israele. Le ragioni dei palestinesi sembrano essere solo la rivendicazione di un territorio e l'odio verso gli ebrei. Forse sarebbe stato più utile mostrare le ragioni vere del conflitto, che stanno nel doppio tradimento di francia e inghilterra e nel totale disinteresse dei paesi arabi. Per i palestinesi non si è mai trattato di guerra santa, come si afferma nel film. In più, il doppiaggio italiano ridicolizza gli arabi, che hanno una strana parlata gutturale e saltano gli articoli.
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