francesco2
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giovedì 11 febbraio 2010
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insieme.........cinema politico
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Una volta, a proposito di Bertolucci, Marcello Garofalo scrisse che il suo è il miglior "Cinema politico" che esista, perché non si fa "carico"(in tutti i sensi, secondo Garofalo) di un'ideologia, ma cerca-Credo volesse dire- di interetare il malessere degli uomini.
Da questo punto di vista,il piccolo film di cui parliamo rientra nei canoni del giornalista napoletano nella misura in cui lo fa (Ad altri livelli)"The Dreamers" dello stesso Bertolucci;lì, è proprio il cinema che è al contempo filtro dei personaggi PER la realtà e contatto CON la realtà;qui, molto più modestamente, i protagonisti cercano di mettere in pratica le convinzioni rivoluzionarie di molti di loro(Per alcuni socialdemocratico equivale a conservatore)ma una delle risorse del film è proprio evidenziare la mescolanza tra il loro privato( Dimensione condivisa semmai nelle "Coppie", vere o virtuali), e ciò che emerge nelle scene più di gruppo, come quelle in cui si gioca a pallone o l'allontanamento di due fidanzati in seguito(Ma loro smentiscono)alla decisione di acquistare una TV.
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Una volta, a proposito di Bertolucci, Marcello Garofalo scrisse che il suo è il miglior "Cinema politico" che esista, perché non si fa "carico"(in tutti i sensi, secondo Garofalo) di un'ideologia, ma cerca-Credo volesse dire- di interetare il malessere degli uomini.
Da questo punto di vista,il piccolo film di cui parliamo rientra nei canoni del giornalista napoletano nella misura in cui lo fa (Ad altri livelli)"The Dreamers" dello stesso Bertolucci;lì, è proprio il cinema che è al contempo filtro dei personaggi PER la realtà e contatto CON la realtà;qui, molto più modestamente, i protagonisti cercano di mettere in pratica le convinzioni rivoluzionarie di molti di loro(Per alcuni socialdemocratico equivale a conservatore)ma una delle risorse del film è proprio evidenziare la mescolanza tra il loro privato( Dimensione condivisa semmai nelle "Coppie", vere o virtuali), e ciò che emerge nelle scene più di gruppo, come quelle in cui si gioca a pallone o l'allontanamento di due fidanzati in seguito(Ma loro smentiscono)alla decisione di acquistare una TV.
Quella dipinta da Moodyson è comunque un'epoca di trapasso, ma sempre riportando Garofalo(Credo) lui non è arivato a superare artisticamente certi canoni, dato il bozzettismo di diverse situazioni el'incapacità d costrure una visione "corale" alla Altman, a mò di affresco.Ricorrere al "Digitale" caro ai suoi quasi conterranei del "Dogma '95"è una tecnica e niente più, che emerge(?) in certi momenti e non sempre con efficacia.Ma rispetto ad "Appartamenti spagnoli" e compagni di scuola che si riincontrano dopo vari anni, è un picclo film SOCIALE E SOCIALISTA,attento alle esigenze dei gruppi, piccoli e grandi, e contemporaneamente a quelle dell'individuo.
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lù
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lunedì 26 febbraio 2001
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abbasso la solitudine
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Moodysson, giovane regista svedese, sa cogliere con ironia e consapevolezza vizi e virtù di una comune svedese degli anni '70, dove si è rifugiata una donna e i suoi due figli. Persone tanto differenti (e anche molto litigiose)troveranno alla fine un punto d'incontro in una simbolica partita di pallone. Come a dire: abbasso la solitudine.
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