luigiluke
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giovedì 21 dicembre 2023
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voglio tornare a casa!
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Non è antesignano del mockumentary (il ruolo spetta ai film di Deodato) ma in qualche modo anticipa il fiorire del genere nel cinema del 2000 Non è il primo film incentrato su boschi ed entità sovrannaturali che li abitano, streghe soprattutto, ma in qualche modo riapre la strada a soggetti con queste caratteristiche. Non è stato il primo esperimento di marketing cinematografico, ma di sicuro il più redditizio, con un rapporto 1000/1 tra incassi e spese. Non è il primo esperimento di commistione tra finzione e realtà visto che una parte della storia narra delle vicende del serial killer Rustin Parr, una sorta di figlio di Sam degli anni 40, che sembra realmente esistito e giustiziato per i suoi 7 omicidi di bambini.
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Non è antesignano del mockumentary (il ruolo spetta ai film di Deodato) ma in qualche modo anticipa il fiorire del genere nel cinema del 2000 Non è il primo film incentrato su boschi ed entità sovrannaturali che li abitano, streghe soprattutto, ma in qualche modo riapre la strada a soggetti con queste caratteristiche. Non è stato il primo esperimento di marketing cinematografico, ma di sicuro il più redditizio, con un rapporto 1000/1 tra incassi e spese. Non è il primo esperimento di commistione tra finzione e realtà visto che una parte della storia narra delle vicende del serial killer Rustin Parr, una sorta di figlio di Sam degli anni 40, che sembra realmente esistito e giustiziato per i suoi 7 omicidi di bambini. Sembra, appunto, come quasi tutto del film. Quello che manca, in molte analisi è recensioni, è la considerazione di The Blair Witch Project come un survival film in cui il senso di angoscia alla spettatore deriva non tanto dal’idea della strega che (forse) verrà, ma dalla crescente tensione, poi isteria, poi disperazione dei tre ragazzi che non riescono più a trovare la strada per uscire dal bosco. Certo, non siamo di fronte ad un capolavoro, sul piano squisitamente tecnico; ciò nonostante il film riesce perfettamente nell’intento di disturbarti durante la visione, nel momento in cui ti immedesimi nella situazione dei tre protagonisti: attori dilettanti, fortemente manipolati dalla regia nel tentativo di rendere la loro interpretazione quanto più realistica possibile. Facendo così riaffiorare ancestrali paure che hanno come riferimento, per l’appunto, la perdita del senso dell’orientamento all’interno di un luogo sconosciuto e che ti incute soggezione proprio per questo motivo. I tre hanno prima ancora di temere qualcosa o qualcuno all’interno del bosco, hanno il terrore di non uscirne mai più. E quindi “voglio tornare a casa” diventa la frase più importante del film, che da possibile horror sovrannaturale, così come era stato presentato già nel titolo, si trasforma in un progetto di sopravvivenza. Che tu però, come spettatore, capisci che viene inseguito da chi, proprio come te spettatore, non è in grado di tirarsi fuori da quella situazione. In questo senso il bosco del Maryland può valere come la giungla del Vietnam ed altre situazioni di straniamento o spaesamento in cui puoi venirti a trovare, e comunque alzi la mano chi non abbia mai attraversato luoghi sconosciuti con il timore di perdersi e non riuscire a ritrovare la strada di casa.
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luigiluke
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mercoledì 20 dicembre 2023
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voglio tornare a casa!
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Non è antesignano del mockumentary (il ruolo spetta ai film di Deodato) ma in qualche modo anticipa il fiorire del genere nel cinema del 2000 Non è il primo film incentrato su boschi ed entità sovrannaturali che li abitano, streghe soprattutto, ma in qualche modo riapre la strada a soggetti con queste caratteristiche. Non è stata la prima operazione di furbo marketing cinematografico, ma di sicuro la più redditizia, con un rapporto 1000/1 tra incassi e spese. Non è il primo esperimento di commistione tra finzione e realtà visto che una parte della storia narra delle vicende del serial killer Rustin Parr, una sorta di figlio di Sam degli anni 40, che sembra realmente esistito e giustiziato per i suoi 7 omicidi di bambini.
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Non è antesignano del mockumentary (il ruolo spetta ai film di Deodato) ma in qualche modo anticipa il fiorire del genere nel cinema del 2000 Non è il primo film incentrato su boschi ed entità sovrannaturali che li abitano, streghe soprattutto, ma in qualche modo riapre la strada a soggetti con queste caratteristiche. Non è stata la prima operazione di furbo marketing cinematografico, ma di sicuro la più redditizia, con un rapporto 1000/1 tra incassi e spese. Non è il primo esperimento di commistione tra finzione e realtà visto che una parte della storia narra delle vicende del serial killer Rustin Parr, una sorta di figlio di Sam degli anni 40, che sembra realmente esistito e giustiziato per i suoi 7 omicidi di bambini. Sembra, appunto, come quasi tutto nel film. Quello che manca, in molte analisi è recensioni, è la considerazione di The Blair Witch Project come un survival film in cui il senso di angoscia alla spettatore deriva non tanto dall'idea della strega che (forse) verrà, ma dalla crescente tensione, poi isteria, poi disperazione dei tre ragazzi che non riescono più a trovare la strada per uscire dal bosco. Certo, non siamo di fronte ad un capolavoro, sul piano squisitamente tecnico; ciò nonostante il film riesce perfettamente nell’intento di disturbarti durante la visione, nel momento in cui ti immedesimi nella situazione dei tre protagonisti: attori dilettanti, fortemente manipolati dalla regia nel tentativo di rendere la loro interpretazione quanto più realistica possibile. Facendo così riaffiorare ancestrali paure che hanno come riferimento, per l’appunto, la perdita del senso dell’orientamento all’interno di un luogo sconosciuto e che ti incute soggezione proprio per questo motivo. I tre hanno prima ancora di temere qualcosa o qualcuno all’interno del bosco, hanno il terrore di non uscirne mai più. E quindi “voglio tornare a casa” diventa la frase più importante del film, che da possibile horror sovrannaturale, così come era stato presentato già nel titolo, si trasforma in un progetto di sopravvivenza. Che tu però, come spettatore, capisci che viene inseguito da chi, proprio come te, non sarebbe in grado di tirarsi fuori da quella situazione. In questo senso il bosco del Maryland può valere come la giungla del Vietnam od altre situazioni di straniamento o spaesamento, fisiche o psicologiche in cui ci si può venire a trovare nel corso della vita, e comunque alzi la mano chi non abbia mai attraversato luoghi sconosciuti con il timore di perdersi e non riuscire a ritrovare la strada di casa. Io non posso alzarla.
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steffa
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giovedì 30 novembre 2023
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pietra miliare
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premesso che lo vidi al cinema appena uscito e non vi era nessun equivoco che il film fosse finzione, la pellicola veniva esplicitamente presentata e pubblicizzata come il risultato di un workshop cinematografico per aspiranti cineasti a super low budget. per quanto fu innovativo si meriterebbe 5 stelle, ma comprendo che ad oggi risulta leggermente superato, dopo che conosci la trama si perde molto interesse nel rivederlo, ma rimangono una fotografia eccellente ed una gradevole narrativa
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francesco2
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domenica 8 dicembre 2019
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rivalutiamolo
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Ho visto finalmente questo film, dopo venti anni> Se trovo eccessivo che sia diventato un cult, mi paiono fuor di luogo i vari giudizi negativi espressi dagli addetti ai lavori, e non solo.
La 5non-storia trae spunto da una leggenda popolare, radicata nell immaginario locale, come dimostrano le interviste flash ai pur scettici abitanti> Tre giovani sui venti-venticinque anni nel 99. quindi piu o meno coetanei di chi scrive, decidono di avventurarsi in un bosco per sfidare tale archetipo, o forse soprattutto loro stessi.
Si insinua, tuttavia, una prsesenza sconosciuta ed inquietante, quasi una quarta persona che li spinge a comportarsi in un certo modo, o che addirittura compie azioni di cui i protagonisti appaiono ignari.
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Ho visto finalmente questo film, dopo venti anni> Se trovo eccessivo che sia diventato un cult, mi paiono fuor di luogo i vari giudizi negativi espressi dagli addetti ai lavori, e non solo.
La 5non-storia trae spunto da una leggenda popolare, radicata nell immaginario locale, come dimostrano le interviste flash ai pur scettici abitanti> Tre giovani sui venti-venticinque anni nel 99. quindi piu o meno coetanei di chi scrive, decidono di avventurarsi in un bosco per sfidare tale archetipo, o forse soprattutto loro stessi.
Si insinua, tuttavia, una prsesenza sconosciuta ed inquietante, quasi una quarta persona che li spinge a comportarsi in un certo modo, o che addirittura compie azioni di cui i protagonisti appaiono ignari. Ma fosse stato solo questo, sarebbe stato un 5=orse-divertente teen-movie> Invece, i tre protagonisti si perdono nel bosco, e il loro diviene un timore per l ignoto, inteso non solo come ipotetica entita trascendente, ma anche -molto piu prosaicamente-come paura di non ritrovare la strada di casa. Proprio questa paura diviene un pretesto per fare i conti con loro stessi e con le loro -o nostre/= insicurezze. Incluso, forse, le reali motivazioni che li hanno spinti a cimentarsi in tale esperienza. Il finale si presta a mille interpretazioni,senza tuttavia dimenticare che il racconto di base si fonda su un fatto realmente accaduto.
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xxx
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domenica 12 novembre 2017
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ha rivitalizzato un genere in declino.
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I registi Daniel Myrick, Eduardo Sànchez, danno vita a un film innovativo e capostipite di un nuovo stile Horror.
The Blair Witch Project crea tensione, angoscia, paura e mistero, con una sceneggiatura semplice, ma geniale e un cast ridotto, girato in modo quasi amatoriale.
Piccolo gioillo di genere.
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francis metal
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venerdì 25 novembre 2016
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mi aspettavo molto di più
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Santo cielo... che cosa penosa... veramente hanno creduto che fosse un vero documentario? E doveva fare paura?
Noiosissimo, la regia è davvero fastidiosa, se avessi ripreso col mio cellulare sarei stato più bravo... non credo io stesso alle mie parole, ma Paranormal Activity è stato fatto mille volte meglio ed e sarebbe stato mille volte più credibile come documentario su un fatto vero...
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zero99
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giovedì 5 novembre 2015
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invece di far paura è un film che annoia.
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Non voglio dargli una stella perchè è uno dei primi film che usavano la telecamera a mano, e anche l'idea è carina. Tre ragazzi che vanno in un bosco maledetto, dove dovrebbe esserci una strega, e dove ci girano attorno un pò di leggende. Però per tutto il film non succede nulla. Si vedono solo questi 3 ragazzi che prima fanno qualche domanda agli abitanti della cittadina vicino al bosco, poi vanno in questo bosco e non succede/vede nulla. Ok che il regista voleva mettere paura senza far vedere nulla, e far immaginare tutto allo spettatore, ma in questo caso ha esagerato! Non si vede neppure la strega alla fine. Carini i bastoncini appesi agli alberi e i mucchietti di sassi, ma poi il nulla cosmico.
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Non voglio dargli una stella perchè è uno dei primi film che usavano la telecamera a mano, e anche l'idea è carina. Tre ragazzi che vanno in un bosco maledetto, dove dovrebbe esserci una strega, e dove ci girano attorno un pò di leggende. Però per tutto il film non succede nulla. Si vedono solo questi 3 ragazzi che prima fanno qualche domanda agli abitanti della cittadina vicino al bosco, poi vanno in questo bosco e non succede/vede nulla. Ok che il regista voleva mettere paura senza far vedere nulla, e far immaginare tutto allo spettatore, ma in questo caso ha esagerato! Non si vede neppure la strega alla fine. Carini i bastoncini appesi agli alberi e i mucchietti di sassi, ma poi il nulla cosmico. in un ora e 15 minuti mi sono inquietata solo nel finale, quando entrano nella casa in mezzo al bosco. Ma il finale non l'ho capito. L'ho trovato un film mediocre e a tratti noioso.
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yurigami
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domenica 26 ottobre 2014
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la gente non lo capisce
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Questo film è uno dei miei preferiti, stesso discorso di Cloverfield, io amo questo genere, quando lo vidi mi cagai addosso dalla paura, oggi i film Horror sono tutti scontati, sperano di far paura con effetti visivamente disturbanti che ormai non fanno più niente, invece questi film si basavano su emozioni più complesse come l'ansia, il phatos ecc... Pietra miliare del genere.
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brando fioravanti
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lunedì 10 marzo 2014
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tanta publicità
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Sembrava dovesse essere il nuovo esorcista, invece di horror cè solo una vaga percezione del malefico intorno ad un bosco e ad una leggenda di una strega. Nonostante la grande delusione e le polemiche non si può negare di essere attratti fino alla fine. Con pochi mezzi e una recitazione quasi amatoriale si è sostenuto un film, cosa non facile. Comunque immeritato il successo.
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paolo salvaro
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lunedì 10 febbraio 2014
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........ veramente?
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Veramente? Veramente questo film ha incassato così tanto in Italia? .... Ah, ok.
Sono le cinque del mattino, sono nottambulo e ho appena finito di vedere questo presunto capolavoro del cinema horror. Devo dire che alla luce di quanto è stato costruito attorno a questo film mi aspettavo decisamente qualcosa di importante da quello che è reputato dai critici come il film che ha rifondato il cinema horror .....
Avrete già capito che non sono rimasto particolarmente colpito da questo film. Del resto, non mi era assolutamente piaciuto nemmeno Rec, per non parlare di Paranormal Activity che vedendolo al cinema a diciotto anni mi aveva ben impressionato.
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Veramente? Veramente questo film ha incassato così tanto in Italia? .... Ah, ok.
Sono le cinque del mattino, sono nottambulo e ho appena finito di vedere questo presunto capolavoro del cinema horror. Devo dire che alla luce di quanto è stato costruito attorno a questo film mi aspettavo decisamente qualcosa di importante da quello che è reputato dai critici come il film che ha rifondato il cinema horror .....
Avrete già capito che non sono rimasto particolarmente colpito da questo film. Del resto, non mi era assolutamente piaciuto nemmeno Rec, per non parlare di Paranormal Activity che vedendolo al cinema a diciotto anni mi aveva ben impressionato. Non capivo proprio un cazzo di cinema. Tutti questi film in presa diretta variano tra la sufficienza striminzita e la bocciatura totale a seconda della pellicola, ma certo pensare che questa dovrebbe essere la nuova frontiera dell'horror ..... non so se sia più inquietante o esilarante, francamente. Anche se ho poca voglia di ridere al momento. Questo perchè ho riso già abbastanza guardando il film.
L'unico aspetto interessante è che la trama è terrificante più ancora del film stesso. Viene trovata una cassetta in un bosco che mostra tre giovani intenti a realizzare un documentario, usando una telecamera a mano (Cannibal Holocaust? Ti hanno riesumato dopo due decenni?). Tale documentario tratta della strega Blair. O almeno, questo secondo il titolo del film. Poi, in realtà, sarà tutta un'altra cosa. Il momento più imbarazzante dal punto di vista del realismo e della credibilità è stato vedere la protagonista femminile avvicinarsi anzichè fuggire dal rumore misterioso che ode provenire dalle profondità della foresta, ma questo se non altro è un clichè horror per cui diamogliela buona, e poi esclamare a pieni polmoni : "Chi c'è? Chi c'è??? .... Deve trattarsi di qualcosa di sovrannaturale!" EHHHHHHHHHHHHHHHHH ? Scusa? Ma sulla base di che cosa fai codesta affermazione? Non hai visto un cazzo e già tiri in ballo il sovrannaturale? E poi ma che cavolo urli? Siamo nel cuore della notte, dentro un bosco misterioso che conserva ancora le tracce di strani ed arcani riti pagani, cazzo ti dice il cervello, sei cretina? Ahhhhhhh .... calma.
Allora. C'è da dire, spezzando una lancia in favore di questo film, che è stato realizzato con pochissimi soldi e con mezzi di fortuna, perciò non si deve essere troppo severi giudicandone l'apparato tecnico - scenografico. Che poi anzi, a voler essere sinceri, l'ambientazione e l'impatto sonoro sono le uniche due cose convincenti dell'intero film. Per cui non riesco proprio a capire perchè la sceneggiatura sia scritta in un modo tanto ridicolo. Ma dai, potevano inventarsi una qualunque cosa, una qualunque accidenti di cosa per far perdere la mappa ai protagonisti e la cosa migliore che è venuto in mente a chi ha scritto la scena è .... far confessare di sua spontanea volontà ad uno dei due ragazzi di aver gettato via la cartina con un calcio e di averla gettata nel fiume. No, no ma così proprio a caso, perchè a suo dire non serviva a niente. Sul serio? ... Veramente? Non riesco davvero a capire. Non riesco a capacitarmi di come i critici cinematografici possano aver esaltato le qualità di questo lungometraggio che poi lungometraggio non lo è quasi nemmeno. Era dai tempi di Georges Mèlies che un film non era così corto. Ma non solo i critici, addirittura una buona fetta di pubblico. Ma siamo seri? E poi magari sono gli stessi che stroncano le carriere dei registi emergenti con giudizi impietosi! Mi rivolgo a voi, gente uscita dalle università dopo aver studiato per anni le tecniche di montaggio e dopo aver guardato fino alla nausea i film di Fellini e Bergman .... questi sarebbero i film horror del futuro che io dovrei applaudire?
.... Ma non ci penso manco per il cazzo. Io torno a guardare Noroi - The Curse, quello si che è un grande horror-documentario. Saluti.
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