fabio
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martedì 26 marzo 2019
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commedia che fa sorridere e riflettere
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Dietro l'apparente veste di commedia fantastica il film è capace di andare in profondità: interrogandosi sul destino individuale, la libertà e l'importanza delle emozioni nella nostra vita.
Ottimi interpreti, bella fotografia, una sceneggiatura che spazia tra letteratura, arte e musica: tutto questo racchiuso in un paio d'ore fa di "Pleasantville" un piccolo gioiello.
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ennio
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venerdì 8 giugno 2018
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geniale metafora sull'io diviso nel xx secolo
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Se dovessimo comporre un'opera d'arte che rappresenti adeguatamente il binomio conflittuale conscio/inconscio dell'epoca moderna, Pleasantville sarebbe sicuramente la più esaustiva.
Un dipinto, un saggio, una scultura, per quanto anch'esse possano essere opere eccelse dell'arte e dell'ingegno, non potrebbero da sole raggiungere la sintesi di tutte queste arti, che solo il cinema riesce a trovare in un caso come questo.
In due ore il film è riuscito a sintetizzare il nocciolo della personalità umana, ambientandola ai nostri tempi "psicologizzati", e perciò risulta facilmente comprensibile da tutti.
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Se dovessimo comporre un'opera d'arte che rappresenti adeguatamente il binomio conflittuale conscio/inconscio dell'epoca moderna, Pleasantville sarebbe sicuramente la più esaustiva.
Un dipinto, un saggio, una scultura, per quanto anch'esse possano essere opere eccelse dell'arte e dell'ingegno, non potrebbero da sole raggiungere la sintesi di tutte queste arti, che solo il cinema riesce a trovare in un caso come questo.
In due ore il film è riuscito a sintetizzare il nocciolo della personalità umana, ambientandola ai nostri tempi "psicologizzati", e perciò risulta facilmente comprensibile da tutti. Ma a mio avviso è una rappresentazione sempre valida nel tempo, sarei curioso di vedere un Pleasantville ambientato nell'epoca romana o medievale.
Però togliete il genere "commedia", questo è un film serio, serissimo.
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enigmista12
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venerdì 2 ottobre 2015
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coloriamoci insieme
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Poco tempo fa ho recitato in uno spettacolo teatrale: il titolo era Vite a Tinte Unite. Parla di un gruppo di ragazzi che vivono in un mondo grigio e uguale; ma l'arrivo di due ragazze colorate e allegre cambierà ogni cosa. Per prepararci alla recita la nostra maestra di teatro ci ha proposto di vedere appunto Plasentville, cosa che ho fatto dopo un po' di tempo. Mi è piaciuto veramente molto: due fratelli vengono catapultati nel mondo in bianco e grigio della sitcom Plesantville dove tutto è uguale e perfetto; spetterà a loro far sì che tutti trovino una propria personalità, "colorando" il luogo. Tanto per cominciare gli attori: i due che spiccano di più, per me, sono Toby Maguire, che anni dopo avrebbe interpretato l'agile e brillante Peter Parker/Spiderman e Jeff Daniels, ben lungi dal futuro demenziale Scemo & più Scemo con l'esilarante Jim Carrey.
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Poco tempo fa ho recitato in uno spettacolo teatrale: il titolo era Vite a Tinte Unite. Parla di un gruppo di ragazzi che vivono in un mondo grigio e uguale; ma l'arrivo di due ragazze colorate e allegre cambierà ogni cosa. Per prepararci alla recita la nostra maestra di teatro ci ha proposto di vedere appunto Plasentville, cosa che ho fatto dopo un po' di tempo. Mi è piaciuto veramente molto: due fratelli vengono catapultati nel mondo in bianco e grigio della sitcom Plesantville dove tutto è uguale e perfetto; spetterà a loro far sì che tutti trovino una propria personalità, "colorando" il luogo. Tanto per cominciare gli attori: i due che spiccano di più, per me, sono Toby Maguire, che anni dopo avrebbe interpretato l'agile e brillante Peter Parker/Spiderman e Jeff Daniels, ben lungi dal futuro demenziale Scemo & più Scemo con l'esilarante Jim Carrey. La trama è originale, così come l'ambientazione e gli effetti speciali per colorare oggetti, persone e posti. Veramente un bel film; che poi come morale ci mostra che qualunque cosa succeda dobbiamo avere il coraggio di andare avanti e decidere di non tendere a copiare gli altri in tutto e tutti, ma potrere farcela a colorarci per conto nostro.
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elgatoloco
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giovedì 25 dicembre 2014
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molti temi trattati con intelligenza
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Merito non da poco, quello del film di Gary Ross, quello di trattare temi diversi tra loro(pur se convergenti)con grande intelligenza filmica: A)l'onnipervasività della TV, usata/consumata, che usa e consuma, il"fantasma televisivo"(GUenther ANders). IL fatto che, con nuovo"ordinatore"ci si entri dentro, ci si"caschi"emblematizza la sua forza destabilizzante("la televisiùn la g'ha na forsa de leùn", Enzo Jannacci), la sua "pericolosità"se usata indiscriminatamente, tanto, appunto, da farsi usate); B)"Plaisantville"(si badi al nome!)è espressione-modalità più"gentile"(ed edulcorata)dell'orwelliano"1984".
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Merito non da poco, quello del film di Gary Ross, quello di trattare temi diversi tra loro(pur se convergenti)con grande intelligenza filmica: A)l'onnipervasività della TV, usata/consumata, che usa e consuma, il"fantasma televisivo"(GUenther ANders). IL fatto che, con nuovo"ordinatore"ci si entri dentro, ci si"caschi"emblematizza la sua forza destabilizzante("la televisiùn la g'ha na forsa de leùn", Enzo Jannacci), la sua "pericolosità"se usata indiscriminatamente, tanto, appunto, da farsi usate); B)"Plaisantville"(si badi al nome!)è espressione-modalità più"gentile"(ed edulcorata)dell'orwelliano"1984"... UN regime totalitario si fa valere proibendo tutto se non"sani sentimenti", ma all'acqua di rose, proibendo in particolare i colori(più che sintomatica e anzi emblematica, la proibizione), il sesso, l'aggressività, dunque anche rock'n'roll e blues, rythm and blues etc, il rapporto con il"mondo di fuori"... ; C)l'ambientazione negli anni cinquanta : anche questa non è casuale: era l'epoca del maccartismo(ogni nemico dipinto come "rosso", i "rossi"cercati/trovati anche dove rossi proprio non ce n'erano, climia di sospetto generalizzato, universalizzato). El Gato
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dado1987
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mercoledì 9 marzo 2011
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quando l'anima si colora di leggerezza
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Decisamente un film sorpresa, una fiaba splendidamente narrata, in cui un ragazzo degli anni '90 e sua sorella entrano magicamente nel mondo della televisione, precisamente in un telefilm ambientato nel '58. I due giovani si ritroveranno in un universo in bianco e nero, dove le situazioni, la città, il tempo e tutto il resto sono statici, immobili, senza mai cambiare. In questo paese le persone sembrano avere un loop mentale che li constringe a non essere liberi di pensare quello che vogliono, come se fossero imprigionati senza saperlo. Man mano che i due ragazzi trapiantati nel telefilm insegneranno nuove emozioni agli abitanti di Pleasantville, quelle persone ed il loro mondo stesso, inizieranno a prendere colore, all'inizio poco alla volta, fino ad arrivare ad essere tutti liberi e ad avere la città piena dei colori presenti nello spettro della luce.
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Decisamente un film sorpresa, una fiaba splendidamente narrata, in cui un ragazzo degli anni '90 e sua sorella entrano magicamente nel mondo della televisione, precisamente in un telefilm ambientato nel '58. I due giovani si ritroveranno in un universo in bianco e nero, dove le situazioni, la città, il tempo e tutto il resto sono statici, immobili, senza mai cambiare. In questo paese le persone sembrano avere un loop mentale che li constringe a non essere liberi di pensare quello che vogliono, come se fossero imprigionati senza saperlo. Man mano che i due ragazzi trapiantati nel telefilm insegneranno nuove emozioni agli abitanti di Pleasantville, quelle persone ed il loro mondo stesso, inizieranno a prendere colore, all'inizio poco alla volta, fino ad arrivare ad essere tutti liberi e ad avere la città piena dei colori presenti nello spettro della luce.
In questa pellicola sono presenti una sceneggiatura di classe e musiche anni '50 che rendono bene l'atmosfera, il tutto supportato da dei ottimi attori come Mcguire, Witherspoon, Allen, Daniels e H. Macy.
Un film per tutta la famiglia.
Voto 8,5
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maciste
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giovedì 17 settembre 2009
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gran film, favola moderna
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Bellissimo, una delle poche favole moderne che ti fanno rimanere attaccato allo schermo. La storia è originale e ricca di significati, fa riflettere parecchio sulla nostra vita, che troppo spesso non siamo capaci di rendere "a colori".
E voi, siete a colori o in bianco e nero? Vivete di routine o di passione? Queste le domande che ti rimangono dopo averlo visto
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fabrizio cirnigliaro
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venerdì 12 giugno 2009
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paura del diverso, paura del possibile
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Pleasantville. Tutto è perfetto in questa cittadina, piacevole, ma se David (Tobey Maguire) si ambienta subito, la sorella Jennifer (Reese Whiterspoon) incomincia a comportarsi seguendo il proprio istinto e i propri desideri, dando cosi inizio ad una piccola rivoluzione che stravolgerà la vita di tutti i concittadini. Il film è uscito nelle sale cinematografiche lo stesso anno di The Truman Show, ma mentre questa è stato acclamato e osannato dalla critica, Pleasantville è stato un po' snobbato, forse perchè considerato solamente come la classica commedia adolescenziale americana.
Quasi subito però si intuisce quanto questo pregiudizio sia privo di fondamento, quando i 2 fratelli - che vivono negli anni ’90 - “distratti” dalle proprie passioni (la sit-com per lui e i ragazzi bellocci per lei) restano indifferenti alle problematiche della vita quotidiana denunciate dai professori:la disoccupazione, l'AIDS e l'inquinamento.
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Pleasantville. Tutto è perfetto in questa cittadina, piacevole, ma se David (Tobey Maguire) si ambienta subito, la sorella Jennifer (Reese Whiterspoon) incomincia a comportarsi seguendo il proprio istinto e i propri desideri, dando cosi inizio ad una piccola rivoluzione che stravolgerà la vita di tutti i concittadini. Il film è uscito nelle sale cinematografiche lo stesso anno di The Truman Show, ma mentre questa è stato acclamato e osannato dalla critica, Pleasantville è stato un po' snobbato, forse perchè considerato solamente come la classica commedia adolescenziale americana.
Quasi subito però si intuisce quanto questo pregiudizio sia privo di fondamento, quando i 2 fratelli - che vivono negli anni ’90 - “distratti” dalle proprie passioni (la sit-com per lui e i ragazzi bellocci per lei) restano indifferenti alle problematiche della vita quotidiana denunciate dai professori:la disoccupazione, l'AIDS e l'inquinamento.
Quando David arriva a Pleasantville capisce da subito che per vivere in questo paese perfetto si deve sempre seguire il copione, non uscire mai dalle righe, Walk the line, come cantava Johnny Cash. Quindi non bisogna assecondare i propri desideri e le proprie voglie, bisogna sempre recitare la propria parte.”Già: perchè c'è sempre una parte da recitare”. Jennifer invece decide di cercare la propria libertà, anche se questo vorrà dire restare a casa e leggere per la prima volta un libro. La sua voglia di vivere contagerà poco a poco gli altri giovani, che inizieranno a scegliere un destino diverso per le proprie vite, a farsi delle domande, a ribellarsi alle regole imposte dall'autorità. Questa presa di coscienza sarà visibile a tutti, perchè le cose e le persone iniziano a prendere colore.
Si creano quindi le prime differenze fra coloro che sono nostalgici, contrari ai cambiamenti, e quelli che invece sono disposti a mettersi in discussione, uno fra tutti il barista del paese (Jeff Daniels), il quale realizza che lo scopo della sua vita non può essere limitato alla cottura di Hamburger. Ad un certo punto in questo paese immaginario, in cui il ruolo dei pompieri si limita a salvare i gatti rimasti sugli alberi dato che non esiste il fuoco, arriverà anche la pioggia, che segnerà il passaggio dalla Pleasantville vecchia, priva di colori e rassicurante ad un mondo totalmente nuovo, dove niente sarà più come prima. Il diverso viene rifiutato dalla società e punito dall'autorità, vengono bruciati i libri e le persone vengono anche arrestate per aver disegnato dei murales. Il regista non pretende di fornire una soluzione ai problemi della vita. Non ha la bacchetta magica, siamo noi a controllare il nostro destino, attraverso le nostre scelte e “non scelte”. Non basta mostrarsi sempre pronti, sorridenti, “piacevoli”. La gentilezza a volte si confonde con l'ipocrisia. La famiglia perfetta non esiste, e sicuramente non è quella rappresentata dalle fiction televisive o dagli spot del “Mulino Bianco”. Le persone che non hanno colore sono quelle che seguono la corrente, che si confondono nel gruppo, che temono il diverso, sia esso diverso per il colore della pelle, per la religione o per le proprie opinioni e idee in generale.
“disordine interiore
ma ordine nel paese prigioni tribunali cellulari o
forse chiese, paura della morte, paura della vita
paura che la vita sfuggendo tra le dita,
paura che diversa sarebbe anche possibile,
paura del diverso paura del possibile.”
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doryan gray
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venerdì 29 maggio 2009
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il mondo è una pezza a colori
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Ritengo ke sia un film tutt'altro ke banale anzi cela un significato assolutamente realistico ke non si astiene dal mettere in mostra il finto perbenismo di una plebe ottusa,ke è rispettosa degli pseudo valori e di una c.d. morale sol perchè non ha mai avuto il vero piacere di vivere,giacchè esistere non significa necessariamente vivere e di conseguenza percepire emozioni ed acquisire esperienze.Un'esistenza siffatta è pari al nulla,un luogo ke non diviene non puo' avere spessore ma solo superficiali dogma teorici fini a se stessi,ke appiattiscono l'uomo e lo rendono schiavo della superstizione e di una dimensione puritana ke anzichè elevarlo,lo abbrutisce e lo porta al livello delle bestie.
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Ritengo ke sia un film tutt'altro ke banale anzi cela un significato assolutamente realistico ke non si astiene dal mettere in mostra il finto perbenismo di una plebe ottusa,ke è rispettosa degli pseudo valori e di una c.d. morale sol perchè non ha mai avuto il vero piacere di vivere,giacchè esistere non significa necessariamente vivere e di conseguenza percepire emozioni ed acquisire esperienze.Un'esistenza siffatta è pari al nulla,un luogo ke non diviene non puo' avere spessore ma solo superficiali dogma teorici fini a se stessi,ke appiattiscono l'uomo e lo rendono schiavo della superstizione e di una dimensione puritana ke anzichè elevarlo,lo abbrutisce e lo porta al livello delle bestie.Un mondo statico ke si nutre di perfezione immaginaria non potra' mai essere libero,la liberta' è la diversita',dove non c'è una non c'è l'altra e viceversa..il divenire,concetto assente inizialmente a pleasentville,comporta il cambiamento,ed è il confronto con quest'ultimo,se compreso e accettato ke affina l'uomo e lo innalza ad un livello superiore,quasi divino,poichè si puo' essere superiori solo attraverso la conoscenza e l'accettazione dei vari colori del mondo.Dove c'è stratificazione non c'è valore,ma solo timore di non essere conformi ad un modello prestabilito da qualcuno ke si è arrogato il diritto di decidere cosa è il bene e cosa è il male.Il mondo è una pezza a colori con milioni di sfumature, non volerlo vedere equivale paradossalmente ad affermare ke esistono solo il nero il bianco e il grigio. [-]
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anita bilello
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venerdì 13 febbraio 2009
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il coraggio di essere felici
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A Pleasantville il grigiore è la normalità.
E così chi scopre l' amore 'prende colore',si ammala,quasi una sorta di eros e thanatos.
I libri sono bianchi a Pleasantville.La cultura è forse un male ancor più letale dell'amore.
Interessante riflessione sul coraggio di accogliere la felicità.
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marco
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martedì 6 gennaio 2009
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stupendo
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un film che fa riflettere!! stupendo, vedetelo e rivedetelo
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