fabio
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mercoledì 17 febbraio 2021
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gradevole commedia senza pretese
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Il film ruota intorno ad una "boomer": termine con cui si è solito indicare quella generazione nata e cresciuta in un periodo di prosperità economica.
Rampanti, superficiali, predisposti al consumismo. Di questa categoria antropologica fa farte la protagonista fino a quando l'imprevisto entra nella sua vita, sotto forma di una neonata "ereditata" (sigh), stravolgendola completamente.
A parte le palesi assurdità, quali la possibilità di ereditare una bambina come se fosse un orologio a cucù oppure l'idea di vivere nel Vermont per una yuppie Newyorkese, il film non è stucchevole e si ritaglia un posto tra le commedie anni 80 che ancora passano in tv a distanza di oltre 30 anni.
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Il film ruota intorno ad una "boomer": termine con cui si è solito indicare quella generazione nata e cresciuta in un periodo di prosperità economica.
Rampanti, superficiali, predisposti al consumismo. Di questa categoria antropologica fa farte la protagonista fino a quando l'imprevisto entra nella sua vita, sotto forma di una neonata "ereditata" (sigh), stravolgendola completamente.
A parte le palesi assurdità, quali la possibilità di ereditare una bambina come se fosse un orologio a cucù oppure l'idea di vivere nel Vermont per una yuppie Newyorkese, il film non è stucchevole e si ritaglia un posto tra le commedie anni 80 che ancora passano in tv a distanza di oltre 30 anni.
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fabio
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lunedì 3 settembre 2018
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onesto quadretto sui tempi moderni
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Buona prova attoriale. Per chi vuole una commedi ben fatta che offra anche qualche spunto di riflessione.
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elgatoloco
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lunedì 10 ottobre 2016
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pelicula d'un temps, no fea(film d'epoca, discreto
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"Baby Boom", film senza grandi pretese, desunto a quanto si sa, da un serial TV, non si presenta come opera importante, ma entra, quasi dalla finestra, senza"sfondare", senza grandi dimostrazioni, diremmo, di forza, ma la storia della yuppie prima"tutta d'un pezzo"che gradatamente si converte alla natura e alla bontà, pur se a suo modo, non è banale anche se sostanzialmente abbastanza scontata. Il fatto poi che sia una bambina ricevuta"in regalo"(quale lascito testamentario)da un lontano cugino, è dimostrazione di una certa ansia di riscoperta della femminilità intesa anche come maternità(certo a parte il grottesco"natalismo"che si nasconde nel"Fertility Day"etc.
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"Baby Boom", film senza grandi pretese, desunto a quanto si sa, da un serial TV, non si presenta come opera importante, ma entra, quasi dalla finestra, senza"sfondare", senza grandi dimostrazioni, diremmo, di forza, ma la storia della yuppie prima"tutta d'un pezzo"che gradatamente si converte alla natura e alla bontà, pur se a suo modo, non è banale anche se sostanzialmente abbastanza scontata. Il fatto poi che sia una bambina ricevuta"in regalo"(quale lascito testamentario)da un lontano cugino, è dimostrazione di una certa ansia di riscoperta della femminilità intesa anche come maternità(certo a parte il grottesco"natalismo"che si nasconde nel"Fertility Day"etc.)che negli anni Ottanta(il film è del 1987, per la precisione)si manifestava e tuttora rifà capolino, talora. Bisogna anche precisare che il film non ha nulla a che vedere con il"Baby Boom"come lo intendono certa sociologia di ispirazione statistica e il giornalismo che la segue a ruota, ossia non si tratta dell'incremento demografico degli anni del Secondo Dopoguerra, ma si intende come piccola rivoluzione che l'apparizione di una bambina crea in una donna oltremodo in carriera e forse felicemente convinto di esserlo, che scopre poi di non essere del tutto"realizzata". Retorico, volendo, scontato, non certo nuovo, anche un po'"démodée", ma da prendere come storia, piacevole, anche se, appunto, tutt'altro che geniale o"nuova". Diane Keaton più simpatica che altrove(in genere non lo è, anzi...), Sam Shepard più che convincente quale veterinario e poi amante della protagonista. Non credo ci sia da dire di più... El Gato
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elgatoloco
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lunedì 10 ottobre 2016
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pelicula d'un temps, no fea(film d'epoca, discreto
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"Baby Boom", film senza grandi pretese, desunto a quanto si sa, da un serial TV, non si presenta come opera importante, ma entra, quasi dalla finestra, senza"sfondare", senza grandi dimostrazioni, diremmo, di forza, ma la storia della yuppie prima"tutta d'un pezzo"che gradatamente si converte alla natura e alla bontà, pur se a suo modo, non è banale anche se sostanzialmente abbastanza scontata. Il fatto poi che sia una bambina ricevuta"in regalo"(quale lascito testamentario)da un lontano cugino, è dimostrazione di una certa ansia di riscoperta della femminilità intesa anche come maternità(certo a parte il grottesco"natalismo"che si nasconde nel"Fertility Day"etc.
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"Baby Boom", film senza grandi pretese, desunto a quanto si sa, da un serial TV, non si presenta come opera importante, ma entra, quasi dalla finestra, senza"sfondare", senza grandi dimostrazioni, diremmo, di forza, ma la storia della yuppie prima"tutta d'un pezzo"che gradatamente si converte alla natura e alla bontà, pur se a suo modo, non è banale anche se sostanzialmente abbastanza scontata. Il fatto poi che sia una bambina ricevuta"in regalo"(quale lascito testamentario)da un lontano cugino, è dimostrazione di una certa ansia di riscoperta della femminilità intesa anche come maternità(certo a parte il grottesco"natalismo"che si nasconde nel"Fertility Day"etc.)che negli anni Ottanta(il film è del 1987, per la precisione)si manifestava e tuttora rifà capolino, talora. Bisogna anche precisare che il film non ha nulla a che vedere con il"Baby Boom"come lo intendono certa sociologia di ispirazione statistica e il giornalismo che la segue a ruota, ossia non si tratta dell'incremento demografico degli anni del Secondo Dopoguerra, ma si intende come piccola rivoluzione che l'apparizione di una bambina crea in una donna oltremodo in carriera e forse felicemente convinto di esserlo, che scopre poi di non essere del tutto"realizzata". Retorico, volendo, scontato, non certo nuovo, anche un po'"démodée", ma da prendere come storia, piacevole, anche se, appunto, tutt'altro che geniale o"nuova". Diane Keaton più simpatica che altrove(in genere non lo è, anzi...), Sam Shepard più che convincente quale veterinario e poi amante della protagonista. Non credo ci sia da dire di più... El Gato
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enzo70
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venerdì 12 febbraio 2016
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film semplice ma gradevolissimo
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Una classica commedia americana con un’ottima Diane Keaton che interpreta il ruolo di una yuppie newyorchese alle prese con gli stress della carriera e con il mondo dorato degli affari. Fino a che, come un fulmine all’improvviso, le capita, letteralmente, tra le braccia una bambina, figlia di un lontano cugino. La donna pensa solo a come sbarazzarsi della pargola, terribile ostacolo per la sua carriera. Ma in breve si affeziona alla bambina e decide di andare a vivere in campagna, dove dopo i primi problemi iniziali, inizia a trovare una propria dimensione ed il fiuto per gli affari le consente in breve di fondare una ricca azienda di marmellate, ragione di riscossa con i suoi ex colleghi.
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Una classica commedia americana con un’ottima Diane Keaton che interpreta il ruolo di una yuppie newyorchese alle prese con gli stress della carriera e con il mondo dorato degli affari. Fino a che, come un fulmine all’improvviso, le capita, letteralmente, tra le braccia una bambina, figlia di un lontano cugino. La donna pensa solo a come sbarazzarsi della pargola, terribile ostacolo per la sua carriera. Ma in breve si affeziona alla bambina e decide di andare a vivere in campagna, dove dopo i primi problemi iniziali, inizia a trovare una propria dimensione ed il fiuto per gli affari le consente in breve di fondare una ricca azienda di marmellate, ragione di riscossa con i suoi ex colleghi. Storia semplice e per certi profili, ma gradevolissima.
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andrea alesci
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sabato 26 settembre 2015
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indomabile forza femminile in salsa di mele
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Ci sono momenti che non possiamo prevedere, ci sono cose che d’improvviso cambiano la nostra vita come mai avremmo voluto e potuto immaginare. Eppure in quelle imprevedibilità sta racchiuso il nostro valore. Per J.C. Wiatt (una grandiosa Diane Keaton) l’imponderabile cammina in modo buffo, balbetta poche parole, ha un sorriso irresistibile: sì, insomma, è un’incantevole bimba di nome Elizabeth (interpretata dalle gemelle Kristina e Michelle Williams).
Una bambina che le piomba in braccio come eredità di un lontano cugino morto in un incidente, che arriva fra le braccia di quella che a Manhattan tutti conoscono come “Tiger Lady” per la sua ferma assoluta dedizione al lavoro, una donna in carriera che chiude un affare dietro l’altro per la Sloane Curtis, compagnia che fa della consulenza finanziaria il proprio diktat quotidiano verso un successo a cinque zeri.
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Ci sono momenti che non possiamo prevedere, ci sono cose che d’improvviso cambiano la nostra vita come mai avremmo voluto e potuto immaginare. Eppure in quelle imprevedibilità sta racchiuso il nostro valore. Per J.C. Wiatt (una grandiosa Diane Keaton) l’imponderabile cammina in modo buffo, balbetta poche parole, ha un sorriso irresistibile: sì, insomma, è un’incantevole bimba di nome Elizabeth (interpretata dalle gemelle Kristina e Michelle Williams).
Una bambina che le piomba in braccio come eredità di un lontano cugino morto in un incidente, che arriva fra le braccia di quella che a Manhattan tutti conoscono come “Tiger Lady” per la sua ferma assoluta dedizione al lavoro, una donna in carriera che chiude un affare dietro l’altro per la Sloane Curtis, compagnia che fa della consulenza finanziaria il proprio diktat quotidiano verso un successo a cinque zeri.
Una donna che mai si sarebbe aspettata di essere madre, ma allo stesso incapace di rinunciare al tenero sguardo di Elizabeth; e si fa in quattro per conciliare questo suo nuovo compito con il lavoro, anche se agli occhi dei suoi capi la bimba non è che un intralcio per una donna che doveva diventare socia della compagnia, un ostacolo sulla strada lastricata di dollari. Ed ecco il bivio che spacca in due questo delicato film diretto da Charles Shyer: scavalcata da quel giovane rampante Ken Arrenberg (James Spader) che lei stesa aveva assunto, J.C. deve decidere se rimanere nella compagnia con un ruolo minore oppure se rivoluzionare la sua vita.
La penna femminile della sceneggiatrice Nancy Meyers (quella che poi scriverà Il padre della sposa, Genitori in trappola, Tutto può succedere, L’amore non va in vacanza, È complicato) porterà J.C. ad acquistare una casa in Vermont, nella quieta cittadina di Hadleyville, contornata da gente semplice, da un frutteto, dal tempo dilatato di una riposante solitudine eppure presto quasi soffocante per una come lei abituata alla frenesia imperterrita della vita di New York City.
Ma se metti una summa cum laude di Yale nel centro del nulla, saprà comunque ricavare un più: ed eccolo il segno positivo che grazie alla golosa boccuccia di Elizabeth prende la forma di un barattolo di salsa di mele. Ecco il fragore dell’idea vincente targata Country Baby, la dolce ricetta della genialità che trasforma una situazione al principio scoraggiante (una donna sola, con una bimba da accudire, in una vecchia casa con mille problemi) in un imprevedibile esaltante successo.
In un gioco circolare che torna a dirci sottilmente “Ehi, non puoi mai sapere che cosa ti capiterà di buono”, il successo rimarrebbe però soltanto un complemento d’arredo, un freddo trofeo sopra un caminetto spento se a illuminarlo non ci fosse il fuoco dell’amore. Quello che J.C. incontra per caso (di nuovo) nel veterinario del paese dottor Jeff Cooper (Sam Shepard) e che cambia ogni cosa. Da New York la sua vecchia compagnia la richiama in pompa magna per proporle una vantaggiosissima proposta di acquisto per Country Baby da parte del colosso alimentare Food Chain.
Ma J.C. Wiatt ora è una donna innamorata, una madre felice, una volitiva imprenditrice. E sarà il calore di una famiglia che si sta creando là, nella semplicità di Hadleyville, a farle declinare l’invito a diventare milionaria seduta stante. J.C. sceglie l’amore benedetto di Elizabeth e di una vita finalmente da condividere nel disordine felice di un Baby Boom, che trasporta anche noi dentro quel morbido accogliente quadretto nel Vermont.
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ilmago99
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martedì 23 novembre 2010
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3,10
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francesca
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giovedì 5 febbraio 2009
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1 film fantastico
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bellissimooooooooooooooooooooooooooooooooooo.. 1 film pieno di sentimenti che avvolgono in pieno il telespettatore.. complimenti
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