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domenica 14 luglio 2024
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profumo di donna.
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Ho rivisto il film con Al Pacino. L' ho trovato strepitoso per interpretazione e ossatura del film. Quello con Gassman lo vidi molti anni fa e non ricordo più i particolari. Pur adorano V. G. , ritengo la recitazione di Pacino insuperabile.
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eugen
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sabato 20 agosto 2022
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gassman forever
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"Produmo di donna"(Dino Risi, anche coautore della sceneggiatura con Ruggero Maccari, da"Il buio e il miele"di Giovanni Arpino, 1974)e'uno di quei film che dovrebbero essere ricordati per decenni(tanto che nel 1992 Martin Brest con "Scient of a Woman"ne ha fatto un remake con un grande Al Pacino), per l'intensita'della tematica , la regia attenta e sempre"inelligente"di Risi, l'intepretazione drammatica con sottolineature anche, a tratti, comiche, di Vittorio Gassman-non e'un caso che, appena tre anni dopo, la coppia Risi.Gassman sia tornata a filmare un altro romanzo di Arpino, "Un'anima persa", in un film-"Anima persa"che ha vari punti di contatto con questo, come lo ha il"romanzo di partenza"di Arpino).
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"Produmo di donna"(Dino Risi, anche coautore della sceneggiatura con Ruggero Maccari, da"Il buio e il miele"di Giovanni Arpino, 1974)e'uno di quei film che dovrebbero essere ricordati per decenni(tanto che nel 1992 Martin Brest con "Scient of a Woman"ne ha fatto un remake con un grande Al Pacino), per l'intensita'della tematica , la regia attenta e sempre"inelligente"di Risi, l'intepretazione drammatica con sottolineature anche, a tratti, comiche, di Vittorio Gassman-non e'un caso che, appena tre anni dopo, la coppia Risi.Gassman sia tornata a filmare un altro romanzo di Arpino, "Un'anima persa", in un film-"Anima persa"che ha vari punti di contatto con questo, come lo ha il"romanzo di partenza"di Arpino). Qui un cieco e mutilato(monco alla mano sinistra, sempre per lo scoppio di una bomba che maneggiava), capitano in congedo, viene accompagnato da un ragazzo in servizio di leva come"attendente"da Torino a Genova poi a Roma e a Napoli. Perosnaggio scostante e disperato, ma con un'apparenza di "grandezza"autoimpostasi, l'ufficiale , che vuole dimenticare-.rimuovere la prpria invalidita', e'in qualche modo il dominus della situazione, anche in rapporto con l'attndente e con le donne, che brama, amnandone pero'invero una sola, tale Sara(a NapolI)alle cui cure alla fine(lei se n'e'innamorata)si affdera'alla fine. Straordinazia interpretazione di Gassman, capace di alternare tutti i possiibili atteggiamenti e le possibili sfumature comportametnali sottostanti, bravo Alessaandro Momo, come ragazzo sensibile ma"catpaultato n una situazione", bene Agostina Belli in un ruolo particolamente toccante. Tra gli altri anche Moira Orfei e Alvaro Vitali, evidentemente non ancora allo zenith del proprio successo. Decisamente grande film, per anni "boicottato"comunque non riconosciuto come capolavoro, in quanto apprezzato a livello critico ma non abbastanza dal punto di vista degli incassi, a differenza(ritengo)del remake paciniano, nato comunque. ,anche da un attento studio del film"ispiratore"e in partticolare dell'interptetazzione di Gassman, vista anche laf formazione attoale di Pacino(Actor's Studio). El Gato
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giovedì 22 marzo 2018
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la scoperta dell'amore
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"Il sesso, le cosce, due belle chiappe! Ecco la sola religione. La sola idea politica. La vera patria dell'uomo!". "Ecco cosa siete voi preti e monache: uomini e donne..." Risi e Gassman mettono a nudo la natura animalesca dell'uomo che inesorabilmente emerge in tutte le cose ed è malamente mascherata dalla presunzione degli ideali e da ogni parvenza di dignità.
Ma il protagonista, un istrionico Gassman nella parte di un ex capitano diventato cieco a causa di un'esplosione accidentale, che vede ormai il mondo con distacco e crede sarcasticamente che non ci sia null'altro, e quindi si dedica a vivere solo l'attimo, a mangiare, bere e divertirsi con le donne, scopre poi, nel momento del bisogno, che in realtà esiste anche l'amore, raro, ma c'è e anche questo fa parte della natura dell'uomo, inspiegabile, inconoscibile come la natura stessa.
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parsifal
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martedì 16 maggio 2017
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nel buio
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Dino Risi firma la regia e la sceneggiatura , stesa con Maccari, di questa trasposizione cinematografica di un romazno intitolato " IL Buio ed il Miele" di Giovanni Arpino, ed anni dopo farà nuovamete riferimento ad un suo scritto per il film " Anima Persa". E' la storia di un capitano dell'esercito Fausto Consolo , interpretato da un ruggente Gassman, in congedo per aver perso la vista e l'uso di una mano dopo un incidente di servizio, che intraprende un viaggio da Torino , dove risiedeva , alla volta di Napoli, per incontrare un suo amico e collega, anch'egli non vedente. Avendo bisogno di aiuto, viene interpellato al tal fine il soldato Giovanni Bertazzi (Alessandro Momo) in qualità di attendente.
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Dino Risi firma la regia e la sceneggiatura , stesa con Maccari, di questa trasposizione cinematografica di un romazno intitolato " IL Buio ed il Miele" di Giovanni Arpino, ed anni dopo farà nuovamete riferimento ad un suo scritto per il film " Anima Persa". E' la storia di un capitano dell'esercito Fausto Consolo , interpretato da un ruggente Gassman, in congedo per aver perso la vista e l'uso di una mano dopo un incidente di servizio, che intraprende un viaggio da Torino , dove risiedeva , alla volta di Napoli, per incontrare un suo amico e collega, anch'egli non vedente. Avendo bisogno di aiuto, viene interpellato al tal fine il soldato Giovanni Bertazzi (Alessandro Momo) in qualità di attendente. Inizia così il viaggio ed il difficile rapporto trai due; il capitano è collerico, sarcastico e cinico, spesso spietato con sè stesso e con gli altri e sottopone Giovanni, da lui ribattezzato Ciccio, ad ogni sorta di vessazione psicologica,per sottolineare la sua posizione predominante, sia per il potere concesso dalla sua carica e sia per il suo profilo psicologico, tendente al dispostismo: Giunti a Napoli, si recano a casa dell'amico del capitano Fausto, e lì Giovanni farà conoscenza con Sara ( A.Belli), giovane cameriera avvenente e totalmente innamorata del cap. Fausto sin dall'adolescenza. Fausto non la ricambia affatto, anzi si diverte nel respingengerla e nel deridere i suoi sentimenti, apparentemente preda del proprio orgoglio di uomo ferito. Ma qualcosa lo indurrà a mostrare la sua vera natura; Tenterà maldestramente il suicidio con il suo amico e per non avere guai, Giovanni lo porterà in una casa diroccata , lin aperta campagna. Lì , in balia del nulla che lo opprime, inizierà ad invocare il nome di Sara, gettando via la maschera di crudele cinismo che aveva indossato sino a quel momento. Gassman affronta a testa alta una delle sue migliori prove cinematografiche, affiancato da un giovane e capace Momo, che purtroppo terminerà la sua carriera poco tempo dopo, acausa di un incidente mortale. Da vedere assolutamente.
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soter25
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mercoledì 7 ottobre 2015
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facchini e poeti si nasce
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Grande interpretazione di Vittorio Gasmann nei panni di un Ufficiale cieco in congedo, il carattere turbolento e lo stile dissoluto, al momento d’intraprendere un viaggio per l’Italia con l’ assistenza di un giovane cadetto. Da Torino a Genova, poi Roma e Napoli, infine, per sparare a un Tenente suo amico che versa nella medesima condizione di menomazione. Qui viene messo in fuga da una delle domestiche napoletane, o ragazze di corte, che lo ama perdutamente , su un pianoro del Vesuvio per scampare all’ arresto o proteggerlo da se stesso. Quale che sia la ragione di lei, s’ intuisce che il senso del gesto era la frustrazione di vivere l’invalidità, e avrebbe dovuto conchiudersi con il suicidio.
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Grande interpretazione di Vittorio Gasmann nei panni di un Ufficiale cieco in congedo, il carattere turbolento e lo stile dissoluto, al momento d’intraprendere un viaggio per l’Italia con l’ assistenza di un giovane cadetto. Da Torino a Genova, poi Roma e Napoli, infine, per sparare a un Tenente suo amico che versa nella medesima condizione di menomazione. Qui viene messo in fuga da una delle domestiche napoletane, o ragazze di corte, che lo ama perdutamente , su un pianoro del Vesuvio per scampare all’ arresto o proteggerlo da se stesso. Quale che sia la ragione di lei, s’ intuisce che il senso del gesto era la frustrazione di vivere l’invalidità, e avrebbe dovuto conchiudersi con il suicidio. Insomma, un protagonista segnato dalla vita, tronfio, nichilista, eppure buffo, saggio; più vigile del suo accompagnatore che ha il senso della vista ma non già quello della vita. Un amore non corrisposto per conto di lei che è insensibile alla vicenda del Tenente ferito, cieca con il suo sentimento, irrazionalmente e quasi ingiustificatamente comprensiva nei confronti del protagonista. E poi questo profumo... simbolo di evanescenza e verità, amore fugace e irraggiungibile come il cuore di un prostituta, come l’ estatica fragranza del pane caldo a fronte del morso, come l’ odore del caffè rispetto a quel goccino che basta per una sigaretta. Profumo di donna, unico elemento sincero tra le brutture della vita, le delusioni, le amarezze, le volgarità che ingannano la vista imbardandosi di una realtà retorica e affettata.
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no_data
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mercoledì 1 luglio 2015
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profumo di vita
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Il capitano in pensione Fausto Consolo, cieco e privato di un avambraccio a seguito di un’esplosione, ritirato a vita privata presso la zia che lo accudisce, decide di partire per Napoli, dove incontrerà l’amico Vincenzo, anch’egli privo della vista. Durante il viaggio, che inizierà da Torino e passerà per Genova, Roma e infine Napoli, sarà accompagnato dalla giovane recluta Giovanni “Ciccio” Bertazzi. Le musiche di Armando Trovajoli scandiscono meravigliosamente gli umori e gli stati d’animo dei personaggi principali ma soprattutto quello del protagonista, interpretato magistralmente da Vittorio Gassman.
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Il capitano in pensione Fausto Consolo, cieco e privato di un avambraccio a seguito di un’esplosione, ritirato a vita privata presso la zia che lo accudisce, decide di partire per Napoli, dove incontrerà l’amico Vincenzo, anch’egli privo della vista. Durante il viaggio, che inizierà da Torino e passerà per Genova, Roma e infine Napoli, sarà accompagnato dalla giovane recluta Giovanni “Ciccio” Bertazzi. Le musiche di Armando Trovajoli scandiscono meravigliosamente gli umori e gli stati d’animo dei personaggi principali ma soprattutto quello del protagonista, interpretato magistralmente da Vittorio Gassman. “Sembra cattivo, ma in realtà è una brava persona”, queste le parole della zia del capitano alla recluta, quasi un invito a tener duro e sopportare quel carattere che ben poco aveva di solare. Capelli corvini, forza leonina, sicurezza, questi gli indizi fisici e caratteriali che lo contraddistinguono e che ostenta più volte durante il film, segnali finalizzati ad un unico scopo: attrarre le donne, delle quali riesce a percepire, come un cane da tartufi, l’odore, il profumo che emanano. La donna è la vera ossessione del cieco capitano, in quanto oggetto fisico e di piacere, in grado di gratificare ed in qualche modo sottolineare la sua virilità, forse perché il sesso, in qualche modo legato più alla percezione che alla vista, è il grimaldello che usa per evadere dalla sua condizione, per sentirsi normale e non più menomato. Non è un caso che la maggior parte delle donne incontrate durante il viaggio siano di facili costumi, oggetti sessuali più che persone con cui interagire. Con una sola donna il capitano mostra un atteggiamento diverso: è Sara, giovane napoletana da tempo follemente innamorata di lui, un amore che paradossalmente inasprisce l’uomo e ne indurisce ancor di più l’animo. Fausto vuole vivere da solo il suo calvario, non sopporta la compassione di chi lo ama al punto da “assistere l’infermo”, come lui stesso si definisce. Sara, pur schernita e maltrattata, non concepisce una vita senza quest’uomo cieco e scorbutico. Ma a Napoli avviene il coup de théâtre: Fausto, andando a trovare l’amico nascondeva un drammatico motivo. Dopo aver festeggiato con Ciccio, Sara e le ragazze del luogo a casa di Vincenzo, il capitano si apparta in camera e, di comune accordo con l’amico, spara due colpi di pistola prima a Vincenzo e poi a se stesso. Vincenzo non morirà, e Fausto ne esce illeso perché, provvidenzialmente, nel momento in cui si punta addosso la pistola per compiere il gesto estremo, scaturisce in lui il sentimento che da sempre aveva cercato di fugare: la paura. Si vede finalmente come un uomo e non più come un invalido e capisce che la vita, che di molte cose l’aveva privato, l’aveva risarcito donandogli una donna innamorata con la quale e per la quale vale la pena vivere. Il viaggio del capitano e della recluta inizia con dei ruoli ben precisi: il primo, un severo maestro di vita, il secondo, un giovane allievo. Durante il film, il loro rapporto si consolida, Ciccio inizia a capire quanto complessi siano i sentimenti e le relazioni interpersonali, ed entrambi, alla fine, scoprono e imparano “com’è fatto un uomo”.
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fabio1957
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venerdì 26 giugno 2015
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formidabile prova di gasmann
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D'accordissimo con Di Finizio, trovo eccezionale questo film di Risi, con un Gasmann Superlativo.Il confronto con il film di Al Pacino è impossibile, perchè i piani del racconto sono diversi e fa un pò rabbia scoprire che il remake ha vinto più Oscar, mentre l'originale non è stato nemmeno menzionato.Il cieco interpretato magistralmente da Gasmann è solo , attaccato egoisticamente e cinicamente al suo dolore ma vicinissimo alla realtà che malgrado l'handicap non gli sfugge mai,quello di Al Pacino è più convenzionale,più didattico.Il rapporto con l'attendente,personaggio leale, positivo e proiettato verso una brillante carriera, ha una valenza pedagogica, che nell'originale non è rintracciabile,Momo è veramente sperduto e impotente,incapace di vedere malgrado abbia la vista, immaturo e senza aspettative, si lascia vivere sperando che la sua licenza finisca presot e non capisce la fine arguzia e la profonda angoscia del suo superiore.
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D'accordissimo con Di Finizio, trovo eccezionale questo film di Risi, con un Gasmann Superlativo.Il confronto con il film di Al Pacino è impossibile, perchè i piani del racconto sono diversi e fa un pò rabbia scoprire che il remake ha vinto più Oscar, mentre l'originale non è stato nemmeno menzionato.Il cieco interpretato magistralmente da Gasmann è solo , attaccato egoisticamente e cinicamente al suo dolore ma vicinissimo alla realtà che malgrado l'handicap non gli sfugge mai,quello di Al Pacino è più convenzionale,più didattico.Il rapporto con l'attendente,personaggio leale, positivo e proiettato verso una brillante carriera, ha una valenza pedagogica, che nell'originale non è rintracciabile,Momo è veramente sperduto e impotente,incapace di vedere malgrado abbia la vista, immaturo e senza aspettative, si lascia vivere sperando che la sua licenza finisca presot e non capisce la fine arguzia e la profonda angoscia del suo superiore.
Gasmann forse in una delle migliori interpretazioni.
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luigi chierico
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domenica 28 settembre 2014
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intenso
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L’ottimo regista italiano Dino Risi riporta sullo schermo il sempre grande attore di cinema e di teatro Vittorio Gassman,il suo “Mattatore”. Non è più il Bruno del “Il Sorpasso” un viveur, un vitellone a cui piace la bella vita, l’avventura, pronto a scherzare su tutto, nel mondo non c’è proprio niente di serio; qui è Fausto Consolo,capitano cieco a cui manca una mano,che tuttavia ha conservato lo spirito del burlone,ancora pronto a prendere in giro tutto e tutti,questa volta anche se stesso. Come tutti i ciechi deve sviluppare maggiormente gli altri sensi a cominciare dal tatto. Per il capitano, figura di uomo brillante, atletico, nel vigore del resto del suo corpo, il senso più sviluppato è il “Profumo di donna”!.
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L’ottimo regista italiano Dino Risi riporta sullo schermo il sempre grande attore di cinema e di teatro Vittorio Gassman,il suo “Mattatore”. Non è più il Bruno del “Il Sorpasso” un viveur, un vitellone a cui piace la bella vita, l’avventura, pronto a scherzare su tutto, nel mondo non c’è proprio niente di serio; qui è Fausto Consolo,capitano cieco a cui manca una mano,che tuttavia ha conservato lo spirito del burlone,ancora pronto a prendere in giro tutto e tutti,questa volta anche se stesso. Come tutti i ciechi deve sviluppare maggiormente gli altri sensi a cominciare dal tatto. Per il capitano, figura di uomo brillante, atletico, nel vigore del resto del suo corpo, il senso più sviluppato è il “Profumo di donna”!. Accompagnato da un modesto,ingenuo, ed imberbe soldato (Giovanni Bertazzi a cui lui dà il nome di Ciccio) intraprende un viaggio. Ciccio è ben interpretato da Alessandro Momo, che avrebbe dovuto avere tanta”Malizia” dopo essere stato accanto a Laura Antonelli. A Fausto non sfugge il passaggio della donna nel suo profumo di donna, anzi di femmina,come dice in treno sentendo passare due donne che Ciccio non sa descrivergli nelle forme,aspetto ed età. Non gli servono le 2 gocce di Chanel 5 per riconoscere la presenza di una avvenente Sara,che se non è Marilyn Monroe, è pur sempre la bellissima Agostina Belli, bellezza tutta nostrana che non ha nulla da invidiare all’icona del sexy symbol del cinema americano. Per la cronaca Alessandro muore nello stesso anno di questo film,a poco meno di 18 anni a seguito di un incidente su una moto di un’altra nostra bella attrice:Eleonora Giorgi (Nudo di donna).
La coppia Gassman-Momo è eccezionale, tanto che il film fu candidato all’Oscar. Inutile dire che Vittorio Gassman recita benissimo nelle vesti dello spavaldo uffìciale Fausto, meritando a Cannes il premio per il migliore interpretazione maschile. Sembra che la cecità e la mancanza di una mano non abbiano per nulla scalfito la personalità dello sfortunato capitano, non è così, la sua vita è tormentata dentro,la sua è una pesante maschera, il suo è forse il suo ultimo viaggio, il suoi ultimo ballo, un abbraccio a Sara è un abbraccio alla vita.. Fausto si sente “ l’11 di picche,la carta che non sta nel mazzo,buona per nessun gioco”. Urlerà “Sara!”, ma ci sarà Sara? Il film va visto senza raccontare il finale, la sofferenza e la malinconia vanno comprese Proprio un bel film.
Nel 1992 è Hollywood che ci prova a rifare questo film, col titolo ”Scent of woman” affidando la parte di Fausto ad Al Pacino, bravo, bravissimo ma non tanto quanto Gassman, tuttavia a lui va l’Oscar; così gira il mondo!
Il film italiano è fedele al racconto che fa Giovanni Arpino nel suo libro “Il buio e il miele” mentre è tutt’altra storia quella presentata dal regista americano Martin Brest..
Ed Arpino scrive in “Nell’ombra delle colline”: “Ci sono file di tavolini deserti lungo il lago e un cameriere s’affanna a ciabattare….la tovaglia è umida sotto le mani, nel vuoto arrivano
rintocchi di una campana lontanissima. IL cielo si sta sfioccando..con briciole d’azzurro….una goccia d’acqua cade sulla tovaglia dall’albero vicino. Possiamo sorriderci e restare in silenzio…”
Questo è scrivere in italiano,ed è proprio a questo che si ispira Dino Risi, Vittorio Gassman e Agostina Belli.chibar22@libero.it
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filippo catani
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mercoledì 3 settembre 2014
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gassman strepitoso per un film capolavoro
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Un ex capitano dell'esercito vive ormai da anni in casa con una vecchia zia a causa di un incidente che lo ha reso cieco. Un giorno l'uomo decide di fare un viaggio a Napoli per andare a trovare un vecchio amico cieco pure lui non prima di essere passato da Genova e Roma. Ad accompagnarlo un giovanissimo soldato messogli a disposizione dall'esercito.
Questo film riesce a raggiungere livelli artistici elevatissimi e lo fa grazie alla sinergia di vari elementi. Intanto una bella sceneggiatura che ci regala le gesta di un uomo che all'apparenza sembra affrontare la vita di petto con ironia tagliente e cinismo che in realtà servono a nascondere la profonda solitudine di un uomo costretto a convivere con un grave handicap.
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Un ex capitano dell'esercito vive ormai da anni in casa con una vecchia zia a causa di un incidente che lo ha reso cieco. Un giorno l'uomo decide di fare un viaggio a Napoli per andare a trovare un vecchio amico cieco pure lui non prima di essere passato da Genova e Roma. Ad accompagnarlo un giovanissimo soldato messogli a disposizione dall'esercito.
Questo film riesce a raggiungere livelli artistici elevatissimi e lo fa grazie alla sinergia di vari elementi. Intanto una bella sceneggiatura che ci regala le gesta di un uomo che all'apparenza sembra affrontare la vita di petto con ironia tagliente e cinismo che in realtà servono a nascondere la profonda solitudine di un uomo costretto a convivere con un grave handicap. A fargli da perfetto contraltare c'è la figura leggera, soave e un po' ingenua del soldato che gli viene affidato e che lui prenderà sotto le sue "amorevoli" cure; ora nei vicoli di Genova e ora nel demolire il suo fidanzamento in quel di Roma. A momenti decisamente esilaranti con battute quasi sprezzanti (su tutte quella della lapide da far mettere nel ristorante a Roma) si alternano momenti più profondi e drammatici come la chiacchierata con il fratello monsignore o l'amore non corrisposto con la giovane napoletana. Altro elemento forte del film è sicuramente la regia di Risi capace appunto di passare da un registro all'altro senza sbavature e avvalendosi anche di una valida colonna sonora. Il tutto poi è impreziosito dalla mostruosa prova di recitazione del grande Gassman capace da solo di reggere un'intera pellicola e, con il suo inconfondibile tono di voce, a farci ora ridere a crepapelle ora farci invece disperare per la sua terribile solitudine e noia di vivere. Detto anche della bella prova dello sfortunatissimo Momo che morirà in un incidente motociclistico di lì a poco, non resta che consigliare vivamente la visione di questo autentico capolavoro della cinematografia italiana diretto e interpretato da due dei suoi massimi esponenti.
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great steven
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mercoledì 16 luglio 2014
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strepitoso gassman, cordiale momo, delizioso risi.
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PROFUMO DI DONNA (IT, 1974) diretto da DINO RISI. Interpretato da VITTORIO GASSMAN – ALESSANDRO MOMO – AGOSTINA BELLI – MOIRA ORFEI – FRANCO RICCI – LORENZO PIANI – TONINO BERARDI § Durante un’esercitazione militare, due ufficiali rimangono vittime di un incidente e perdono la vista. Per loro la menomazione è insopportabile, e decidono di togliersi insieme la vita. Nel viaggio da Torino a Napoli, la città in cui deve raggiungere il commilitone per mettere in pratica questo sanguinario proposito il capitano Fausto è accompagnato da un simpatico soldatino-studente, che apprenderà dal superiore più anziano molte verità e valori importanti sulla vita.
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PROFUMO DI DONNA (IT, 1974) diretto da DINO RISI. Interpretato da VITTORIO GASSMAN – ALESSANDRO MOMO – AGOSTINA BELLI – MOIRA ORFEI – FRANCO RICCI – LORENZO PIANI – TONINO BERARDI § Durante un’esercitazione militare, due ufficiali rimangono vittime di un incidente e perdono la vista. Per loro la menomazione è insopportabile, e decidono di togliersi insieme la vita. Nel viaggio da Torino a Napoli, la città in cui deve raggiungere il commilitone per mettere in pratica questo sanguinario proposito il capitano Fausto è accompagnato da un simpatico soldatino-studente, che apprenderà dal superiore più anziano molte verità e valori importanti sulla vita. I due fanno tappa a Genova e Roma, dove gozzovigliano in parte con prostitute e frequentando night-club, alberghi, cinema, strade metropolitane affollate e vie urbane secondarie piuttosto squallide popolate da brutti ceffi. Nel capoluogo campano, il soldatino farà amicizia con Sara, ragazza bella e tenace perdutamente innamorata di Fausto, il quale rifiuta da anni il suo affetto e la ignora stolidamente; tra pianoforti, palme, viottoli assolati e quasi tropicali, giovani donne chiacchierone, campagne desolate e cascinali abbandonati, Fausto e il suo compagno falliranno maldestramente il tentativo di suicidio, e si accorgeranno comunque che la vita vale ugualmente la pena di essere vissuta. Fausto congederà il soldatino, che ha ultimato il suo turno di servizio presso di lui come assistente ad una persona non vedente, e accetterà finalmente l’amore che l’irriducibile e sensuale Sara gli offre da molto tempo a questa parte. Il film è tratto dal romanzo Il buio e il miele (1969) di G. Arpino, e la sceneggiatura che è risultata contribuisce parecchio alla positiva riuscita di un film quasi perfetto da molti punti di vista, e interpretabile da più prospettive: quella filmica, quella sociologica, quella del meta-racconto, quella dell’impresa iniziatica e, tra le altre, anche quella del percorso vivifico che porta a cambiare le proprie scelte in funzione di un atto d’amore verso la propria esistenza che non manca mai di stravolgere e scombussolare i piani che si organizzano per cercare di incanalarla in determinate direzioni. È una delle pellicole che segnarono il passaggio al dramma di alcuni maestri della commedia italiana: non solo Risi – che dirige con inconfondibile stile e senza mai accantonare il suo abituale humour nero condendolo con sapiente mestiere, arguta sagacia e calcolata ironia – ma anche Monicelli e Comencini. Le scene denotano un abile miscuglio di sarcasmo e pietà, amarezza e satira emozionale, ma il finale di compromesso indebolisce il complesso d’altra parte già piuttosto completo, sveglio e intelligente. In questo dramma della solitudine Gassman regala un’interpretazione tra le migliori del suo itinerario cinematografico, imparando ad impersonare un capitano sardonico, loquace, ironico, pungente, spaccone, insolente e intimamente amareggiato che ritrova nell’accettazione di valori opposti a quelli in cui crede il riaggancio con un filo di speranza che lo lega di nuovo ad un mondo popolato non solo da corpi femminili ampiamente e voluttuosamente ammirati, ma anche da ragazzi da indottrinare (come A. Momo, qui nel suo ultimo film, che non riuscì a vedere nelle sale perché morì ad una settimana prima del suo diciottesimo compleanno) e un futuro da abbracciare con serenità e vigore. Brava anche A. Belli (doppiata da Vittoria Febbi, mentre il giovane Momo ha la voce di Sandro Acerbo, futuro doppiatore di punta di Brad Pitt), che intinge con sensualità, amorevolezza, punch e livore il suo personaggio profondamente innamorato e che impartisce ordini e afferma la propria volontà in funzione del sentimento che prova nei bassifondi importanti dell’anima. I caratteristi di contorno non abbondano di numero, ma brillano comunque: è simpatico, strafottente e radicalmente burino il militare grasso e riccio al servizio del capitano napoletano, che gli fa sempre brutti gesti (che l’altro ovviamente non può notare a causa della cecità) quando finge di rispondere sull’attenti ai suoi comandi; M. Orfei si mette in mostra con sufficiente distinzione e acrimoniosa lussuria nel ruolo della prostituta bruna che concede un pomeriggio d’amore al capitano Fausto, che s’accorge subito della piccola truffa in cui l’ha calato il giovane e volenteroso Giovanni Bertazzi; in una scena compare pure un giovane Alvaro Vitali nella parte di un cameriere biancovestito. Le ragazze partenopee caratterizzate da civetteria e frivolezza fanno più che altro tappezzeria con le loro mossettine e i loro ridicoli cachinni. Rifatto a Hollywood con Scent of a Woman – Profumo di donna (1992), con Al Pacino protagonista.
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