andy55
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mercoledì 8 febbraio 2023
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il vero delitto è il doppiaggio.
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Uno dei migliori film di Hitchcock, rovinato da un doppiaggio indecente. Non capisco perché, in più di 70 anni, non si sia deciso di effettuare un nuovo doppiaggio.
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elgatoloco
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giovedì 20 agosto 2020
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lehar inserito in modo genialmente"capzioso"
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"Shadow of a Doubt"(Alfredi Hitchcock, 1943; tra gli autori della sceneggiatura, tra gli altri, a parte Alma Reville-moglie di sir Alfred-Thornton Wilder, notevole quanto discusso scrittore e autore teatrale, Hitchcock stesso, come sempre, non figura, ma comscrive...), è il film sul sospetto, appunto, che coincolge un parente(fratello della moglie della tranquilla famigliola in una litte town USA), dove si ha continuamente un accumulo di segnali e poi una sottrazione, in un gioco alternante straordinario, per cui lo"zio di famiglia"(uncle Charlie)sembvra essere, di volta in volta, "colpevole"e/o (versus, dovremmo dire)"Innocente". Straordinario uso del bianco e nero, inserzione dei giochi"gialli"tra l'iperborghese pater familias che non sa come rapportarsi al cognato e un collega, visto che parlano solo sempre di omicidi per avvelenamento e comunque di morti violente, altro ancora, in questo gioco continuo-incessante di "batti"e"leva", per dirla in metrica e musicalmente, tra un decrescendo e un crescendo e poi di nuovo vicerversa, in un'alternanza inquietante, quanto veramente produttrice di suspense, quella che nessuno mai ha saputo creare, nel cinema(notoraimente l'arte più diretta e coinvolgente, quella che arriva direttamente, per dirla con Walter Benjamin) come uncle Alfred.
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"Shadow of a Doubt"(Alfredi Hitchcock, 1943; tra gli autori della sceneggiatura, tra gli altri, a parte Alma Reville-moglie di sir Alfred-Thornton Wilder, notevole quanto discusso scrittore e autore teatrale, Hitchcock stesso, come sempre, non figura, ma comscrive...), è il film sul sospetto, appunto, che coincolge un parente(fratello della moglie della tranquilla famigliola in una litte town USA), dove si ha continuamente un accumulo di segnali e poi una sottrazione, in un gioco alternante straordinario, per cui lo"zio di famiglia"(uncle Charlie)sembvra essere, di volta in volta, "colpevole"e/o (versus, dovremmo dire)"Innocente". Straordinario uso del bianco e nero, inserzione dei giochi"gialli"tra l'iperborghese pater familias che non sa come rapportarsi al cognato e un collega, visto che parlano solo sempre di omicidi per avvelenamento e comunque di morti violente, altro ancora, in questo gioco continuo-incessante di "batti"e"leva", per dirla in metrica e musicalmente, tra un decrescendo e un crescendo e poi di nuovo vicerversa, in un'alternanza inquietante, quanto veramente produttrice di suspense, quella che nessuno mai ha saputo creare, nel cinema(notoraimente l'arte più diretta e coinvolgente, quella che arriva direttamente, per dirla con Walter Benjamin) come uncle Alfred...Il riferimento alla musica, poi, non può essere casuale: Hitchcock usa qui il famoso brano da"Die lustige Witwe"(la vedova allegra)di Franz Lehàr e colui su cui si indaga è sospettato di essere"l'assassino delle vedove allegre", in quanto ereditiere del marito... Dall'inizio alla fine tensione, in un other Hitch'movie straordinario, con Joseph Cotten protagonista che gioca benissimo sul reigstro dell'ambiguitaà, Teresa Wright come nipote bella e devota, ma...fino a un certo punto... El Gato
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samanta
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martedì 11 giugno 2019
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il mondo non è un inferno ...
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E' uno dei primi film americani di Hitchcock anzi il suo primo film veramente americano per l'ambientazione, quasi tutto nella tranquilla città di Santa Rosa in California, "Hitch" ci teneva al suo film "americano" tanto che chiese al famoso scrittore Thornton Wilder una collaborazione alla sceneggiatura (oltre alla moglie Alma), nei successivi anni specie '50 ci sarà l'esplosione artistica del regista.
La trama: Charlie Oakley (Joseph Cotten) ha l'apparenza di un raffinato e ricco uomo d'affari, in realtà è un pluriomicida di vedove ricche di cui si impadronisce delle ricchezze, sospettato dalla polizia che peraltro a sospetti anche su un altro, si rifugia dalla sorella Emma dal New Jersey alla California, Emma vive con il marito Joseph (Henry Travers ricordate Clarence ne la vita è meravigliosa?) bancario e 3 figli, la più grande Charlie che si chiama come lo zio.
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E' uno dei primi film americani di Hitchcock anzi il suo primo film veramente americano per l'ambientazione, quasi tutto nella tranquilla città di Santa Rosa in California, "Hitch" ci teneva al suo film "americano" tanto che chiese al famoso scrittore Thornton Wilder una collaborazione alla sceneggiatura (oltre alla moglie Alma), nei successivi anni specie '50 ci sarà l'esplosione artistica del regista.
La trama: Charlie Oakley (Joseph Cotten) ha l'apparenza di un raffinato e ricco uomo d'affari, in realtà è un pluriomicida di vedove ricche di cui si impadronisce delle ricchezze, sospettato dalla polizia che peraltro a sospetti anche su un altro, si rifugia dalla sorella Emma dal New Jersey alla California, Emma vive con il marito Joseph (Henry Travers ricordate Clarence ne la vita è meravigliosa?) bancario e 3 figli, la più grande Charlie che si chiama come lo zio.(Teresa Wright) è una brava ragazza (la donna virginale di "Hitch") però inquieta sul suo futuro, accoglie con entusiasmo lo zio a cui lo lega un profondo affetto. Lo zio si fa benvolere anche se qualche volte rivela il suo vero essere ad esempio come nel monologo contro le vedove ricche o con la sua visione tragica della vita "il mondo è un inferno". Ma anche a Santa Rosa viene pedinato da due poliziotti e uno, Jack, conquista la fiducia della nipote e gli rivela i dubbi sullo zio definito "l'omicida della vedova allegra", dubbi che ha anche la nipote dal momento che lo zio gli ha regalato un anello di valore dimenticandosi che ha all'interno ci sono le iniziali della donna che ha ucciso. Non racconto il finale che ha diversi colpi di scena, per chi volesse vedere il DVD.
Il film è da considerarsi di alto livello, sono presenti i temi di "Hitch" l'ambivalenza o il doppio: l'apparenza è diversa dalla realtà, la presenza virginale (anche se la Wright non è bionda), il regista usa una tecnica particolare per ingigantire la figura dello zio che è inquadrato all'inizio in primo piano su un tetto mentre i polizioti che lo inseguono a terra sembrano formiche o quando lo inquadro in cima alla scalinata della casa di Emma mentre guarda la nipote che sembra minuscola nell'ombra della porta d'ingresso. La tensione è presente dall'inizio alla fine del film utilizzando anche mezzi semplici come inquadrare l'orologio della torre e la nipote corre per arrivare prima della chiusura nella biblioteca per cercare in un giornale le prove sulla vita dello zio.
L'interpretazione è di alto livello sia di Joseph Cotten e degli altri comprimari e di Teresa Wright. alcuni cenni su quest'ultima ormai dimenticata è l'unica attrice che per i suoi primi tre film ricevette la nomination all'Oscar, nell'ultimo la Signora Miniver ,vinse anche l'Oscar come a.n.p., continuò a fare film di qualità come il famoso I migliori anni della nostra vita (Premio Oscar del 1947). William Wyler (3 premi Oscar più 9 nomination per la regia) la considerava, l'attrice giovane più promettente del cinema americana, "Hitch" che era feroce nel giudicare gli attori la elogiò per la sua professionalità e tranquillità sul set. Tutto sfumò quandò l'irascibile Samuel Goldwyn stracciò il contratto perché si era rifiutata di promuovere un film, la Wright rispose educatamente ringraziando per la carriera e ricordando che era stata malata e non poteva partecipare agli eventi, però era contenta di essere libera sfuggendo al controllo asfissiante delle major. Però come free lance la qualità (e il compenso) dei film declinò e alla fine degli anni 50 si dedicò unicamente alla TV e al Teatro in cui aveva cominciato la carriera, con sporadiche apparizioni nel cinema come negli anni ' 90 ne L'uomo della pioggia.
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il befe
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mercoledì 4 febbraio 2015
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isin89
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venerdì 23 gennaio 2015
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hitchcock e il doppio
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Con L'Ombra Del Dubbio Hitchcock firma un thriller casalingo ed elegante incentrato sul tema del doppio e sull'eterna contrapposizione tra bene e male, nero e bianco. Lo zio Carlo, per l'appunto, rappresenta il nero, il male tramutato in un bene apparente che con le sue armi persuasive e maligne riesce ad aggirarsi calmo e indifferente nei meandri di quella luce benigna da cui tanto si discosta e non appartiene. La nipote Carla, al contrario, è il bianco, il bene tramutato in una figura giovane e angelica, innocente e pulita che viene apparentemente accecata dall'oscura tenebra di quel suo zio tanto amato e tanto odiato. Hitchcock gioca per tutto il film sull'ambivalenza tra questi due estremi e lo fa con una tecnica sopraffina che riesce a stupire e ammaliare lo spettatore rendendolo a pieno partecipe dell'enorme divario che separa i due protagonisti.
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Con L'Ombra Del Dubbio Hitchcock firma un thriller casalingo ed elegante incentrato sul tema del doppio e sull'eterna contrapposizione tra bene e male, nero e bianco. Lo zio Carlo, per l'appunto, rappresenta il nero, il male tramutato in un bene apparente che con le sue armi persuasive e maligne riesce ad aggirarsi calmo e indifferente nei meandri di quella luce benigna da cui tanto si discosta e non appartiene. La nipote Carla, al contrario, è il bianco, il bene tramutato in una figura giovane e angelica, innocente e pulita che viene apparentemente accecata dall'oscura tenebra di quel suo zio tanto amato e tanto odiato. Hitchcock gioca per tutto il film sull'ambivalenza tra questi due estremi e lo fa con una tecnica sopraffina che riesce a stupire e ammaliare lo spettatore rendendolo a pieno partecipe dell'enorme divario che separa i due protagonisti. L'intero film è impregnato di minuziosi accorgimenti registici volti a creare un netto contrasto sempre più ampio tra il nero e il bianco di modo che i profili psicologici dei due opposti emergano e vengano delineati.
Non c'è niente meglio di una bellissima e solare ragazza per rappresentare il bene. Una figura trasparente e pura, imprudente ma onesta e che in tutta la sua ingenuità riesce a essere vera e amabile. E cosa meglio di un personaggio ambiguo e dagli ingannevoli modi garbati per rappresentare la feccia e il malessere della società. Lo zio è la perfetta rappresentazione di ciò che di più marcio vive nel nostro mondo. Una persona all'apparenza leale e sincera ma che nasconde dietro la maschera la sua vera identità di assassino e uomo spregevole. Per Hitchcock il doppiogiochista è forse la categoria peggiore e quest'opera riesce ad esprimerlo in modo netto e conciso. La sintonia nata in principio tra nipote e zio arriva ben presto a deteriorarsi con l'entrata in scena dei due poliziotti che rivelano a Carla la vera identità del suo tanto amato parente. Da questo momento comincia una discesa sempre più ripida verso il baratro che porterà i due protagonisti ad allontanarsi e a combattersi l'un l'altro fino a che, nel sapiente finale, il bene trionferà definitivamente sul male, dimostrando forse che sincerità e onestà stanno alla base dei rapporti umani tra le persone.
Un thriller avvincente e ricco di risvolti psicologici che si piazza senza ombra di dubbio (notare il gioco di parole) tra le migliori opere del maestro del brivido. Il film non è purtroppo perfetto e soffre forse di qualche lieve difetto di sceneggiatura riscontrabile soprattutto nell'ampio spazio dato ai due bambini (a tratti insopportabili) e nello scarso approfondimento dei due poliziotti che, in una storia come questa, ricoprono un ruolo di fondamentale importanza per la risoluzione degli eventi. Nel complesso un film indimenticabile che sfiora il capolavoro e che ci regala un Hitchcock in stato di grazia e notevolmente ispirato. Da vedere assolutamente in lingua originale a causa di un doppiaggio vergognoso e approssimativo che purtroppo ha contribuito a martoriare la versione italiana rendendola fastidiosa e irritante.
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renato c.
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domenica 29 dicembre 2013
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hitchcock anni '40
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Un giallo del grande maestro Hitchcock come veniva inteso il giallo in quegli anni. Nel protagonista si vede fin dalle perime scene che ha qualche cosa che non va, ma all'inizio non è chiaro se fugga perchè colpevole o perchè ricercato innocente! Poi, in alcuni discorsi che fa a casa della sorella dove si era rifugiato la verità viene praticamente a galla! Nessuno comunque sospetta di niente tranne la nipote Carla che non è chiaro se sia innamorata dello zio o veda in lui il tipo di padre che avrebbe voluto avere. La visita di due poliziotti in borghese e l'uscita di Carla in una serata passata con uno dei due, che l'avverte che suo zio possa essere un sanguinario serial-killer di vedove, la fa insospettire e lo zio che alla fine non le nasconde di essere quello che è, dopo che uno dei due
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Un giallo del grande maestro Hitchcock come veniva inteso il giallo in quegli anni. Nel protagonista si vede fin dalle perime scene che ha qualche cosa che non va, ma all'inizio non è chiaro se fugga perchè colpevole o perchè ricercato innocente! Poi, in alcuni discorsi che fa a casa della sorella dove si era rifugiato la verità viene praticamente a galla! Nessuno comunque sospetta di niente tranne la nipote Carla che non è chiaro se sia innamorata dello zio o veda in lui il tipo di padre che avrebbe voluto avere. La visita di due poliziotti in borghese e l'uscita di Carla in una serata passata con uno dei due, che l'avverte che suo zio possa essere un sanguinario serial-killer di vedove, la fa insospettire e lo zio che alla fine non le nasconde di essere quello che è, dopo che uno dei due poliziotti si innamora di lei tenta più volte di ucciderla! Fino all'ultima volta in cui cerca di gettarla dal treno, ma a cadere sotto l'altro treno che arriva in direzione opposta è proprio lui! Film che vorrebbe fa capire che a volte sotto le persone più ammirate e stimate possono nascondersi dei grandi criminali, e qui ne viene forse spiegata anche la causa: un incidente con un triciclo che gli ha leso il cervello,avuto dal protagonista da bambino! Ai funerali il protagonista viene acclamato e rimpianto come un grand'uomo e la realtà viene tenuta segreta e conosciuta solo da Carla e dal suo innamorato poliziotto per non dare sofferenza e disonore alla sorella del killer, madre di Carla! Tanto quello che era ritenuto il vero killer era morto sfracellato da un'elica di un aereo mentre era inseguito, quindi, ormai, non c'era più nessun innocente da salvare se non la memoria del povero malcapitato! Bel film e bravi attori! In particolare Joseph Cotten!
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gianleo67
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mercoledì 28 marzo 2012
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il vedovo allegro...ma non troppo
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Sull'ironico contrappunto musicale del Valzer 'La vedova allegra' si snoda questo affascinante e inquietante thriller del maestro del brivido. Il filo conduttore che attraversa la storia è l'empatia che si instaura tra Zio Carlo e la sua omonima nipote come a sottolineare gli estremi opposti di una polarità etica e morale che inevitabilmente si attraggono. Come sempre Hitchcock stempera la tensione con lon spunto ironico dei rimandi al sottile confine tra realtà e finzione letteraria; in famiglia ciascuno a suo modo si interessa di delitti: la piccola Anna li legge, Il signor Newton e il suo amico Herbie li 'progettano' per puro diletto, la nipote Carla li scopre e lo zio ne è un subdolo artefice.
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Sull'ironico contrappunto musicale del Valzer 'La vedova allegra' si snoda questo affascinante e inquietante thriller del maestro del brivido. Il filo conduttore che attraversa la storia è l'empatia che si instaura tra Zio Carlo e la sua omonima nipote come a sottolineare gli estremi opposti di una polarità etica e morale che inevitabilmente si attraggono. Come sempre Hitchcock stempera la tensione con lon spunto ironico dei rimandi al sottile confine tra realtà e finzione letteraria; in famiglia ciascuno a suo modo si interessa di delitti: la piccola Anna li legge, Il signor Newton e il suo amico Herbie li 'progettano' per puro diletto, la nipote Carla li scopre e lo zio ne è un subdolo artefice. Si tratta comunque di un'opera ben strutturata e complessa che si presta a piu' livelli interpretativi. Sarcastico contrasto tra la borghesia benpensante e puritana e le turpi malefatte dei propri figli degeneri. Come di consueto è dalla costruzione dell'atmosfera che emergono e si definiscono le varie psicologie dei personaggi che oscillano tra il baricentro rassicurante dei valori familiari e il moto centrifugo di pulsioni autodistruttive (inquietanti i monologhi di zio Carlo che trasudano dispezzo e repulsione per i valori borghesi). Alcune scene restano memorabili: la tensione insostenibile del momento che si scioglie 'en passant ' nel dialogo tra il signor Newton e l'amico Herbie che raccontano la cronaca della fine del secondo sospettato (il tema del doppio che ritorna); la scena in cui Carla scende le scale mostrando minacciosamente l'anello al colpevole zio; la scena finale della colluttazione sul treno in corsa.Finale ironico (il sermone funebre che decanta le lodi per lo zio Carlo) e consolatorio. Un Hitchcock in salsa Bunuel. Eccellente.
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luca scialò
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mercoledì 14 aprile 2010
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i segreti dello zio carlo
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Una famigliola di un paesino della California, i Newton, vive la sua vita in modo tranquillo, anzi a giudizio della giovane Carla, primogenita di 3 figli, anche troppo monotona. La loro quotidianità viene però scossa dall'arrivo dello zio Carlo, fratello della signora Newton. Queste ultime sono molto entusiaste del suo arrivo, anzi Carla aveva già pensato di farlo tornare dopo tanti anni per far contenta la madre, casalinga che vive una vita senza emozioni. Ma col passar del tempo, Carla si accorgerà degli strani comportamenti dello zio, che vive in modo schifo e fuggiasco come se nascondesse qualcosa...
Questo di Hitchcock può essere considerato un capolavoro mancato.
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Una famigliola di un paesino della California, i Newton, vive la sua vita in modo tranquillo, anzi a giudizio della giovane Carla, primogenita di 3 figli, anche troppo monotona. La loro quotidianità viene però scossa dall'arrivo dello zio Carlo, fratello della signora Newton. Queste ultime sono molto entusiaste del suo arrivo, anzi Carla aveva già pensato di farlo tornare dopo tanti anni per far contenta la madre, casalinga che vive una vita senza emozioni. Ma col passar del tempo, Carla si accorgerà degli strani comportamenti dello zio, che vive in modo schifo e fuggiasco come se nascondesse qualcosa...
Questo di Hitchcock può essere considerato un capolavoro mancato. L'idea della trama è ottima, intrigante, ma non viene sviluppata a dovere nella sceneggiatura. Il film spesso rallenta di ritmo, perde colpi, ed ha qualche passaggio elementare ed eccessivamente semplificato.
Lascia infine a desiderare il doppiaggio italiano.
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niki
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domenica 1 febbraio 2009
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ascoltatelo in lingua originale
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Premessa: già alle prime battute, il doppiaggio involontariamente comico (i bambini sembrano spagnoli, la mamma rumena, etc...) mi ha impedito di seguire con attenzione il film, per cui ho deciso di ascoltarlo in lingua originale con sottotitoli, cosa che vi consiglio caldamente. I dialoghi, infatti, sono in presa diretta, la recitazione vocale è più che discreta, insomma così il film si lascia apprezzare appieno.
Si può infatti intravedere quello che sarà il miglior Hitch tra le righe di questo thriller psicologico, che scorre forse solo un po' lento e con alcuni personaggi appena abbozzati (su tutti, come già segnalato da altri, quello del poliziotto), ma che nel complesso ci regala un paio d'ore di grande qualità.
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Premessa: già alle prime battute, il doppiaggio involontariamente comico (i bambini sembrano spagnoli, la mamma rumena, etc...) mi ha impedito di seguire con attenzione il film, per cui ho deciso di ascoltarlo in lingua originale con sottotitoli, cosa che vi consiglio caldamente. I dialoghi, infatti, sono in presa diretta, la recitazione vocale è più che discreta, insomma così il film si lascia apprezzare appieno.
Si può infatti intravedere quello che sarà il miglior Hitch tra le righe di questo thriller psicologico, che scorre forse solo un po' lento e con alcuni personaggi appena abbozzati (su tutti, come già segnalato da altri, quello del poliziotto), ma che nel complesso ci regala un paio d'ore di grande qualità.
Menzione speciale per Cotten, un "cattivo" memorabile, capace di cesellare il suo non facile personaggio con grande maestria e sensibilità.
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[+] hai ragione
(di luca scial�)
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formaggino mio
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giovedì 27 novembre 2008
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bello
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che geniaccio lo zio Chrlie!
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