ivan il matto
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sabato 26 ottobre 2024
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italiani?...o semplicemente esseri umani!
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[2/11/2023, 17:40] RENATO: Quanti comandanti nel film che ha inaugurato l'ultimo festival del cinema di Venezia, facciamo chiarezza! C'è il "Comandante" del titolo, cioè il Capitano di corvetta Salvatore Todaro che ha realmente comandato il sottomarino "Comandante Cappellini" della regia marina italiana durante la 2 guerra mondiale. Sceneggiata a 4 mani fra il regista (il partenopeo Edoardo de Angelis al quinto lungometraggio) e il noto scrittore Sandro Veronesi, entrambi autori del romanzo omonimo pubblicato da Bompiani, la pellicola racconta fatti bellici storicamente veri dell'autunno 1940 al largo dell'oceano Atlantico, già anticipati al cinema da Duilio Coletti ne "La grande speranza" del 1954
[2/11/2023, 17:40] RENATO: In uno scontro a fuoco fra il sommergibile e la nave mercantile belga "Kabalo' ", quest'ultima ha la peggio, nonostante avesse attaccato per prima.
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[2/11/2023, 17:40] RENATO: Quanti comandanti nel film che ha inaugurato l'ultimo festival del cinema di Venezia, facciamo chiarezza! C'è il "Comandante" del titolo, cioè il Capitano di corvetta Salvatore Todaro che ha realmente comandato il sottomarino "Comandante Cappellini" della regia marina italiana durante la 2 guerra mondiale. Sceneggiata a 4 mani fra il regista (il partenopeo Edoardo de Angelis al quinto lungometraggio) e il noto scrittore Sandro Veronesi, entrambi autori del romanzo omonimo pubblicato da Bompiani, la pellicola racconta fatti bellici storicamente veri dell'autunno 1940 al largo dell'oceano Atlantico, già anticipati al cinema da Duilio Coletti ne "La grande speranza" del 1954
[2/11/2023, 17:40] RENATO: In uno scontro a fuoco fra il sommergibile e la nave mercantile belga "Kabalo' ", quest'ultima ha la peggio, nonostante avesse attaccato per prima. Il suddetto comandante,però, non solo non abbandona l'equipaggio superstite al suo destino, ma lo scorta, accogliendolo addirittura a bordo, in un porto neutrale sicuro. Con questo il graduato da un lato contravviene gli ordini superiori, dall'altro rischia l'incolumità di battello ed equipaggio, dovendo navigare a velocità ridotta e solo in superficie. Costato 15 milioni di euro (pensate solo alla ricostruzione di uno scafo lungo 73 metri), il film si avvale di un Pierfrancesco Favino in gran spolvero, qui alle prese con una parlata veneta stretta, nei panni di un comandante minato nel fisico, che pratica lo yoga,cita Omero ed è convinto di possedere qualità sciamaniche e divinatorie.
[2/11/2023, 17:40] RENATO: Quanti dialetti e lingue nella promiscua vita di bordo del "Cappellini": fiammingo, siciliano, Veneto, napoletano, tutti, però, accomunati dalla concezione del superiore valore della vita umana. E a chi mette in dubbio le scelte "rischiose" del ns comandante lui risponde: "si e sempre fatto in mare, sempre si farà, e coloro che non lo fanno siano maledetti" ....ci leggete un monito verso qualcuno 80 anni dopo??!!...Nel finale, con una punta di retorica, i naufraghi, ormai in salvo, chiedono all'ufficiale perché li abbia voluti salvare a tutti i costi, la risposta è "perché noi siamo italiani"...forse bastava semplicemente "perché siamo esseri umani"...che fa pure rima !
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emanuele 1968
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mercoledì 10 luglio 2024
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mai capirò...
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mai capirò il binomio armi per portare la pace
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leo.danovaro
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giovedì 18 aprile 2024
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bellissimo e emozionate/commovente/straziante film
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Film veramente fatto bene, bello, emozionante, come raccontare un pezzo di storia importante in un modo così avvincente, e così attendibile dal punto di vista storico, una pagina brutta per la storia, in quanto delle persone (nella realtà oltre che nel film) sono morte in maniera atroce, e quindi davvero lacerante, lancinante, e un Plauso va fatto al Regista Edoardo De Angelis e soprattutto ovviamente a Pierfrancesco Favino, Veramente eccezionale, perfetto, magistralmente bravo!!!! Stra Super Consigliatissimo!!!!!!
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leo.danovaro
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giovedì 18 aprile 2024
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film veramente bello, anche commovente!!!!
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Film realizzato molto bene, storia veramente struggente, straziante, tutto così nei dettagli, e Favino poi, grande interpretazione, davvero emozionante!!! Qui il regista ha fatto un lavoro di raccontare la storia in una maniera vincente, consigliatissimo! "LASCIA UN SEGNO!" Tra l'altro storia di uno che alla fine è stato un grande uomo coraggiosissimo!!!!
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felicity
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mercoledì 13 marzo 2024
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nobile e superficiale, ambizioso ed enfatico
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Comandante coniuga la dimensione epico-storica, che rievoca fatti realmente accaduti, a quella più intima, raccolta, claustrofobica, teatrale, che mette in scena la vita di un pugno di uomini chiusi in uno spazio ristretto, dove ognuno ricopre il proprio ruolo, dialogando con il presente.
Le emozioni regalate dal film non nascono allora da scene madri o momenti particolarmente spettacolari, ma dall’ottimo lavoro “da palcoscenico” di un gruppo di attori nei panni di uomini di guerra e fascisti che trovano il coraggio di disobbedire in nome della compassione.
Le parole nel film pesano più delle bombe e l’orgoglio di essere italiano esibito da Todaro, comandante sui generis che morirà due anni dopo, si spoglia di ogni rischio ideologico perché il monito è chiaro: le leggi del mare vengono prima di quelle imposte dai conflitti.
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Comandante coniuga la dimensione epico-storica, che rievoca fatti realmente accaduti, a quella più intima, raccolta, claustrofobica, teatrale, che mette in scena la vita di un pugno di uomini chiusi in uno spazio ristretto, dove ognuno ricopre il proprio ruolo, dialogando con il presente.
Le emozioni regalate dal film non nascono allora da scene madri o momenti particolarmente spettacolari, ma dall’ottimo lavoro “da palcoscenico” di un gruppo di attori nei panni di uomini di guerra e fascisti che trovano il coraggio di disobbedire in nome della compassione.
Le parole nel film pesano più delle bombe e l’orgoglio di essere italiano esibito da Todaro, comandante sui generis che morirà due anni dopo, si spoglia di ogni rischio ideologico perché il monito è chiaro: le leggi del mare vengono prima di quelle imposte dai conflitti.
Il film è incerto tra soprassalti eroici da war movie e sospensione lirica nel tempo immobile della navigazione, ricostruzione storica e voluti anacronismi, incomprensioni ed espiazioni, brutalità e distensione.
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moviepillows_
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martedì 20 febbraio 2024
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comandante: una storia di vera umanita’
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Applaudito per diversi minuti alla cerimonia di apertura dell'80esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, “Comandante” di De Angelis è un’epica che per molti tratti riflette a pieno la nostra epoca, fatta di sbarchi, di accoglienza negata e di profughi.
Incentrato su un episodio poco conosciuto avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, il film narra le gesta eroiche di un gruppo di sommergibilisti della Regia Marina italiana, guidati dal Comandante Salvatore Todaro a bordo del Cappellini, che nel 1940 salvarono 26 uomini del mercantile Kabalo battente bandiera belga, dopo averlo affondato a seguito di un duro scontro a fuoco.
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Applaudito per diversi minuti alla cerimonia di apertura dell'80esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, “Comandante” di De Angelis è un’epica che per molti tratti riflette a pieno la nostra epoca, fatta di sbarchi, di accoglienza negata e di profughi.
Incentrato su un episodio poco conosciuto avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, il film narra le gesta eroiche di un gruppo di sommergibilisti della Regia Marina italiana, guidati dal Comandante Salvatore Todaro a bordo del Cappellini, che nel 1940 salvarono 26 uomini del mercantile Kabalo battente bandiera belga, dopo averlo affondato a seguito di un duro scontro a fuoco.
Il Todaro di Favino (con tanto di accento veneto marcato) è il ritratto di un uomo di principi, un uomo di mare, sostenitore del rispetto del diritto internazionale, un fumatore incallito con la schiena rotta, la sera curata con una buona dose di morfina. La grandezza d’animo della sua persona la si può intuire dai suoi gesti, dalle sue risposte. Celebre la scena in cui i nazisti chiesero lui «Perché li hai salvati?», e la risposta, non semplice nè tanto meno scontata, fu: «Perché siamo italiani». Non tanto gli italiani buoni e ingenui, quanto un gruppo di giovani uomini con una dose di umanità riservata a pochi.
Era un malinconico il comandante. I suoi commilitoni sapevano che avrebbero potuto non fare ritorno ma nonostante la paura di morire continuavano a combattere, a eseguire gli ordini, con un grande senso del dovere. Continui i momenti di tensione a bordo del Cappellini (ricostruito nel porto di Taranto in collaborazione con gli studi di Cinecittà), resi tali dall'atmosfera pesante delle stanze del sommergibile, buie, maleodoranti, a tenuta stagna, oltre che dalle musiche tensive, firmate Rober Del Naja (già noto per aver musicato il dramma Battle in Seattle di Stuart Townsend).
Di Comandante si può dire in primis che è un film sulla solidarietà, che parla della legge del mare, della guerra, del razzismo. Temi importanti e mai scontati, su cui è facile fare polemica senza sapere, ignorando la storia.
“Era da tanto tempo che non usciva in sala un film storico di questo tipo, un film vero, incentrato sul tema dell’accoglienza, frutto di una produzione nazionale e internazionale” disse Favino in una delle sue interviste rilasciate alla rivista Ciak durante il Festival di Venezia. Evidente l’intenzione del regista che, con questo lungometraggio storico, vuole in realtà alludere agli eventi dei nostri giorni (dalla guerra in Ucraina alle stragi etniche e i conflitti nell’area mediorientale) dando un grande esempio di civiltà perchè, come si dice nel film, «in mare siamo tutti alla stessa distanza da Dio».
Straordinaria l’interpretazione di Favino, che si è calato perfettamente nel personaggio, mettendone in risalto i tratti più umani e fragili. Prova superata anche per Massimiliano Rossi e Silvia D’Amico nei panni di Marcon e di Rina, la moglie di Todaro.
Punto di forza di questo capolavoro è la costruzione magistrale dei sentimenti, delle impressioni, degli stati d’animo delle persone, di fronte al nemico, alla battaglia, all’incertezza, alla paura. De Angelis è riuscito quindi a trasmettere empatia, raccontando una storia di grande umanità e lasciando al contempo trasparire un messaggio fondamentale: la guerra è sempre un atto insensato contro l’umanità.
Da vedere e rivedere solo in sala!
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giovanni morandi
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domenica 18 febbraio 2024
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eroismo de no'' antri
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Chi si aspetta un film "epico" con grande suspense e, magari due grandi attori contrapposti, come nel classico "Duello nell' Atlantico" (Mitchum Vs Jurgens) rimarrà insoddisfatto da questa pellicola di De Angelis.
D'altra parte si racconta un episodio bellico-pare fedelmente- e c'è poco spazio per la fantasia scenica.
Anzi, il racconto forse è, fin troppo, succinto, la sceneggiatura poteva essere un po' più narrativa.
Ma a De Angelis forse interessava sottolineare un' introspezione del protagonista, ed a un tempo, dell'Eroismo "de no antri"... il film ha ben descritto lo spirito degli italiani-nel film sono rappresentati quelli di tutte o quasi, le regioni del Belpaese- nell'ultimo conflitto, pronti ad alternare una canzone d'amore (Un' ora sola ti vorrei) ad una marcetta (dei sommergibili) di regime.
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Chi si aspetta un film "epico" con grande suspense e, magari due grandi attori contrapposti, come nel classico "Duello nell' Atlantico" (Mitchum Vs Jurgens) rimarrà insoddisfatto da questa pellicola di De Angelis.
D'altra parte si racconta un episodio bellico-pare fedelmente- e c'è poco spazio per la fantasia scenica.
Anzi, il racconto forse è, fin troppo, succinto, la sceneggiatura poteva essere un po' più narrativa.
Ma a De Angelis forse interessava sottolineare un' introspezione del protagonista, ed a un tempo, dell'Eroismo "de no antri"... il film ha ben descritto lo spirito degli italiani-nel film sono rappresentati quelli di tutte o quasi, le regioni del Belpaese- nell'ultimo conflitto, pronti ad alternare una canzone d'amore (Un' ora sola ti vorrei) ad una marcetta (dei sommergibili) di regime.
Merita di essere visto.
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pbellofi
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giovedì 15 febbraio 2024
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film da vedere, ma.....
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Credo che iI film sia realistico per quanto riguarda l'ambientazione
, ovviamente claustrofobica, del sommergibile e la documentazione
delle incredibili difficoltà connesse ad una guerra di un
certo tipo, da parte di chi la deve combattere, specialmente poi
quando si addivenga a solidarietà verso il nemico.
Il film peraltro è Inverosimile riguardo la vicenda di un intesa cordiale
di lasciar transitare il sommergibile, zattera di salvataggio,
da parte inglese . Una scena bruttina anche come ricostruita con
un nugolo di navi che sembrano solo far rumore e sparare
nell' acqu,a.
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Credo che iI film sia realistico per quanto riguarda l'ambientazione
, ovviamente claustrofobica, del sommergibile e la documentazione
delle incredibili difficoltà connesse ad una guerra di un
certo tipo, da parte di chi la deve combattere, specialmente poi
quando si addivenga a solidarietà verso il nemico.
Il film peraltro è Inverosimile riguardo la vicenda di un intesa cordiale
di lasciar transitare il sommergibile, zattera di salvataggio,
da parte inglese . Una scena bruttina anche come ricostruita con
un nugolo di navi che sembrano solo far rumore e sparare
nell' acqu,a. , a breve distanza..
Per il resto, con un Favino ottimo, ma certamente istrionico, un film
commovente nella parte finale con un ovvio e chiaro riferimento ai
salvataggi in mare e ,per me soprattutto ,alle dolorose perdite della marina
isottomarina taliana dell' ultima guerra. In definitiva entrambi lo scopo
principale del fillm .
riguardo
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vivaelleon
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mercoledì 14 febbraio 2024
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metafora? ma per carità
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Veramente imbarazzante Favino che parla un orrendo e inaccettabile pseudo-veneto. Sbaglio o si tratta dello stesso attore che, nella medesima kermesse, ha sollevato un polverone dichiarando che i personaggi italiani dovrebbero essere impersonati da attori italiani? Quanto al film in sè, ovvio che di questi tempi l'esaltazione dell'italianità è solo un pretesto per far passare il concetto dell'obbligo di salvataggio in mare - altrimenti per i benpensanti si tratterebbe della solita tiritera sovranista. Quante banalità... Stravolgere una vicenda storica che ha un suo inizio e una sua fine, e soprattutto un suo specifico contesto e una sua precisa temperie ideale, per farne una metafora (di comodo) dei nostri tempi, di quelli che sono e soprattutto di quelli che dovrebbero essere, è veramente squallido.
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Veramente imbarazzante Favino che parla un orrendo e inaccettabile pseudo-veneto. Sbaglio o si tratta dello stesso attore che, nella medesima kermesse, ha sollevato un polverone dichiarando che i personaggi italiani dovrebbero essere impersonati da attori italiani? Quanto al film in sè, ovvio che di questi tempi l'esaltazione dell'italianità è solo un pretesto per far passare il concetto dell'obbligo di salvataggio in mare - altrimenti per i benpensanti si tratterebbe della solita tiritera sovranista. Quante banalità... Stravolgere una vicenda storica che ha un suo inizio e una sua fine, e soprattutto un suo specifico contesto e una sua precisa temperie ideale, per farne una metafora (di comodo) dei nostri tempi, di quelli che sono e soprattutto di quelli che dovrebbero essere, è veramente squallido. Un cavallo di Troia per il consueto noiosissimo messaggino buonista/pauperista/terzomondista, è una tristissima sgrammaticatura. Tempus regit actum, dicevano i latini che di queste cose se ne intendevano. Il film va visto per quello che è: un war-movie di serie B di ambientazione fieramente nazionalistica e con sommergibilisti agli antipodi rispetto ai gai marinaretti di Jean Paul Gaultier.
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luciano sibio
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mercoledì 14 febbraio 2024
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forse un pochino retorico e ruffiano
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Film sufficente e guardabile.Forse un pochino retorico e ruffiano quando ricostruisce quell'Italianità fatta di amore per il canto e la buona cucina che è preludio ad un senso d'umanità che è senza senza eguali. Senza nulla togliere al comandante Todaro e al suo esempio, diciamo che la ricostruzione del film offre un messaggio che a mio avviso travalica e viene reso esemplificativo di un qualcosa di italiano che è assolutamente singolare e cioè il senso umanitario, che per me non è affatto vero sia solo nostro. Noi Italiani miglioreremo, invece, solo quando capiremo di non essere i migliori o i più speciali.
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