Combattimenti clandestini e redenzioni impossibili nell'opera seconda di Mauro Mancini: Fight Club incrocia Dostoevskij ma il passo è incerto, alla Festa del Cinema di Roma
di Lorenzo Ciofani La Rivista del Cinematografo
A quattro anni dall'apprezzato esordio Non odiare (che intercettava con lucidità un tema cruciale come la recrudescenza dell'estrema destra tra i giovani), Mauro Mancini torna con Mani nude, presentato alla XIX Festa del Cinema di Roma in Grand Pubblic, e continua a rappresentare l'incontro - dunque lo scontro e viceversa - tra un ragazzo e un adulto.
Il primo è Davide (Francesco Gheghi, in costante crescita), rampollo borghese che una notte viene rapito, deportato in un luogo segreto, costretto a lottare in combattimenti clandestini in cui perde chi muore; il secondo è Minuto (Alessandro Gassmann), pseudonimo di un carceriere e allenatore, che in passato è stato anche lui un lottatore ma è rimasto al servizio di un anziano boss (Renato Carpentieri). [...]
di Lorenzo Ciofani, articolo completo (2670 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 23 ottobre 2024