Petrov's Flu

Una recita scolastica racconta la Russia di oggi

Un film nel quale un' epidemia di influenza attraversa una città arriva con uno strano effetto, nel festival di Cannes attraversato da voci su possibili contagi in corso. Ma in realtà in Petrov' s Flu ( La febbre di Petrov, appunto) di Kirill Serebrennikov, tratto da un romanzo di Alexei Salnikov del 2016, il tema si mescola a tanti altri, componendo un ritratto della Russia di oggi e del passato prossimo. Siamo a Ekaterinenburg negli Urali; le storie si incrociano tra loro, si mescolano ai sogni e ai ricordi di recite di fine anno, in una specie di vaneggiamento in cui la tonalità cupa ed esaltata di fondo rimane però riconoscibile come un tema musicale. Il protagonista (Semion Servin: bravissimo come tutti gli altri attori) è un disegnatore di fumetti, la moglie (Chulpan Khamatova) è la direttrice di una biblioteca che diventa, in momenti visionari, una specie di erinni ultraviolenta o una madre omicida. Il figlio con la febbre è disperato perché rischia di perdere la festa scolastica. Serebrennikov, condannato per frode anni fa in un processo che aveva in realtà lo scopo di punire un artista scomodo, impossibilitato a lasciare il Paese, era collegato da casa alla conferenza stampa. Già per il precedente Leto, elegia del rock russo anni 80, era forzatamente assente alla Croisette. Se quel film poteva parlare più al cuore dello spettatore occidentale, questo (che sarà prossimamente distribuito in Italia da I Wonder) pare assai più immerso nella cultura del suo Paese (e nella tradizione del suo cinema anni 70), è assai più difficile, ma la potenza delle immagini e dell' atmosfera lo rende comunque un' esperienza inusuale e ipnotica.
da La Repubblica, 14 luglio 2021


di Emiliano Morreale, 14 luglio 2021