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Oltre a quanto scritto da Paola Casella che condivido il film, pure nel suo "realismo eroico", possiede anche i caratteri del thriller e di un fil di fantascienza distopica con momenti concitati (bene sostenuti dalla colonna sonora) che si alternano ad altri di apparente calma dal che bruscamente si esce, come uscendo da un varco spazio-temporale, solo con il licenziamento. Il lieto fine, seppure necessario, é un'epigrafe che come spesso avviene si sarebbe potuta leggere prima dei titoli di coda. Se c'é un riferimento letterario é "La peste" di Alber Camus e alla nostra eroina bene si addicono le sue parole "La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, é di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo".
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