Viaggio nell'opera di uno dei massimi intellettuali del Novecento: esperienza visiva e mentale, sentimentale e poetica, per riscoprire una lezione sempre contemporanea
di Lorenzo Ciofani La Rivista del Cinematografo
"Lucus a non lucendo" è una frase latina sul cui significato si è molto dibattuto nel corso del tempo e che letteralmente sta per "[La parola] bosco [deriva] da 'che non è illuminato'". Carlo Levi la riprese per definire il paesaggio lucano conosciuto durante i tre anni di confino, piegata però secondo una lettura personale: l'idea di un bosco tanto fitto da non far filtrare la luce, uno spazio in cui fare esperienza della conoscenza dell'altro per conoscere se stessi.
Per ripensare l'opera, l'influenza e l'eredità di uno tra i massimi intellettuali del Novecento, Alessandra Lancellotti ed Enrico Masi hanno intitolato il loro documentario proprio così, Lucus a lucendo: A proposito di Carlo Levi, dove il bosco si fa sineddoche di un luogo remoto e rimosso dalla narrazione ufficiale che Levi ha contribuito a riscattare dal suo destino. [...]
di Lorenzo Ciofani, articolo completo (3282 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 22 settembre 2021