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Avete scelto la maschera che meglio vi racconta? Suggerirei quella dell'anziana zia dei Le Domas. Volto e sguardo tra spettro e demonio. Brandisce una mannaia dal fine design. L'eleganza contraddistingue oggi l'horror. Contrariamente agli altri generi che vivacchiano tra remake e spin-off, l'horror prospera e prolifica.
Perchè? E' divenuto un'esercitazione di stile, un laboratorio di estetica. Intendiamoci, risonanze delle nostre angoscie, delle nostre perversioni, permangono intatte ma ancora una volta, e sempre più spesso, uin film come questo ne indica una maturazione che offre i suoi frutti tossici sotto un aspetto accattivante, in una veste sontuosa.
Grace, la sposina da sacrificare (Samara Weaving, vorrei vedere ancora questa ragazza, e non a Ebbing), intrepida, piena di risorse, supera ogni raccapriccio compresi quelli che lacerano la sua carne. Alla fine, malconcia dopo la nottataccia, si siede sulla gradinata e si accende una sigaretta presa dall'astuccio d'oro che pur in quel bailamme aveva trovato modo di sgraffignare, vera, una di noi.
Competenza nel settore mostrano i due registi. Il rito misterico del pentacolo: la prima volta, adepti paludati e solenni; la seconda dimessi e devastati. In entrambi i casi borborigmi latineggianti. Ditemi che non si tratta di puro divertimento. Contenti voi, comunque, se vi vedete l'intento di dissacrare quelle istituzioni ancor oggi riverite: famiglia, matrimonio, danaro.
Ricordate, la ricerca del bello è importante. E' salutare, consola, rassicura, e, se non altro, distrae dalla realtà. Spaventoso è fiction, mostruoso è scherzo.
Non vorreste Halloween tutto l'anno?
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