The Happy Prince - L'Ultimo Ritratto di Oscar Wilde

Il Divino Rupert, imbolsito e ingrassato (forse....) per ragioni sceniche  , si cala con convinzione ( troppa) , nei panni tristi  del Genio di Oscar Wilde,al tramonto, ferito a morte dal conformismo vittoriano che lo punì più per il pubblico scandalo che per la natura dello stesso. Girato e fotografato molto bene il film smette le sfavillanti atmosfere di altre opere sul Dandy per antonomasia, inventore di Dorian Gray e musa di ogni successivo "decadent", alla francese, tipo il Wilde di Stephen Frears o la Salomè di Ken Russell, passando per l'Ernest con lo stesso Everett e altre rappresentazioni delle opere wildiane. L'ambientazione è insolita, per la parte francese, e assai usuale per quella napoletana, con sfoggio inevitabile di pizze e mandolini, con una scontata "era de maggio" a far da sottofondo. I riferimenti agli ultimi lavori di Wilde, da "De profundis" alla "Ballad of the Reading Gaol" alla Salomè ( io bacerò la tua bocca Jokanann) sono mirati e pertinenti, roba da addetti ai lavori o comunque da appassionati dell'autore dei formidabili "Aforismi". Non convince, pur restando l'intenzione nobile e lodevolissima, l'eccessiva "militanza" del film, che solo in poche parti esalta l'Amore, senza altri aggettivi e fronzoli ridondanti, il che ne riduce un po' la portata poetica. Costumi davvero belli, cast anonimo, per far risaltare il protagonista, di suo molto bravo sia col francese sia con l'italiano, evitabile la comparsata di Colin Firth.Stucchevole la favoletta che scandisce il ritmo della tragedia. Abbiamo, di gran lunga, preferito la Wilde Salomè di Al Pacino. Comunque un film da vedere.