felicity
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mercoledì 31 marzo 2021
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calco dell''originale senza alcuna freschezza
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Il principale problema di Sempre Amici sta nel fatto che, venuta già a mancare l’originalità della storia, i limiti del film di Nakache e Toledano vengono qui amplificati.
La sceneggiatura che riadatta il film francese cerca di restare in una confort zone che ricalca pedissequamente il predecessore – al di là di minime divergenze narrative sulla famiglia del protagonista di colore e sulla parte finale – senza apportare nulla di nuovo al racconto.
Inoltre manca completamente quella verve e quell’omogeneità narrativa che contraddistingueva l’opera prima e che qui sparisce completamente, sostituita da un incedere forzato e stanco, che non riesce a replicare l’ispirazione dei dialoghi originali.
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Il principale problema di Sempre Amici sta nel fatto che, venuta già a mancare l’originalità della storia, i limiti del film di Nakache e Toledano vengono qui amplificati.
La sceneggiatura che riadatta il film francese cerca di restare in una confort zone che ricalca pedissequamente il predecessore – al di là di minime divergenze narrative sulla famiglia del protagonista di colore e sulla parte finale – senza apportare nulla di nuovo al racconto.
Inoltre manca completamente quella verve e quell’omogeneità narrativa che contraddistingueva l’opera prima e che qui sparisce completamente, sostituita da un incedere forzato e stanco, che non riesce a replicare l’ispirazione dei dialoghi originali.
Sempre amici è un remake debole e di cui non c’era necessità, dove manca anche la brillante sintonia tra i due protagonisti che segnava la forza di Quasi amici.
Il film diretto da Neil Burger manca completamente di quel senso dell’umorismo e di quella dolcezza presente nel lavoro originario. Non ci sono mai vere risate durante la visione e non si riesce neppure a stabilire un vero legame tra lo spettatore e i protagonisti, andando così a disperdere anche la componente emozionale della vicenda. D’altra parte a latitare è anche una sincera connessione emotiva tra i due personaggi, per limiti di scrittura sicuramente, ma anche per mancanza di chimica tra gli interpreti.
Bryan Cranston è appropriato per la parte e offre una performance discretamente credibile, tuttavia manca di quell’impronta sofisticata che Francois Cluzet riusciva a dare al suo Philippe. Kevin Hart si dimostra invece una scelta totalmente errata, risultando finanche fastidioso e spesso fuori luogo nel modo di calarsi nella parte, lontano anni luce dalla dirompenza di Omar Sy. Tra i due non si crea mai la giusta intesa – salvo rari passaggi – non riuscendo mai ad andare oltre i cliché che rappresentano o a farli dimenticare, compromettendo così ulteriormente la resa di questo remake. Inoltre viene completamente sprecato il potenziale di Nicole Kidman, con un personaggio secondario abbozzato e lasciato a margine, senza sfruttare a dovere le caratteristiche e la bravura dell’attrice, ridotta a semplice apparizione volta ad attrarre pubblico in sala.
Si sarebbe potuto dare nuova linfa al racconto con un approfondimento sulle diseguaglianze sociali e uno sguardo realistico sul tema della diversità, smussando gli stereotipi – qui invece amplificati – e rinnovando il reparto comico. Invece regista e sceneggiatore scelgono di riproporre un modello già utilizzato, senza metterci un’anima (e privandolo di quella che c’era precedentemente) con il risultato di produrre un lavoro deludente, trascurabile e carente sotto quasi tutti i punti di vista. Si salvano una buona fotografia e la cura delle ambientazioni, ma sono davvero poca cosa nel complesso di un film fiacco e assolutamente non necessario.
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samanta
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martedì 17 gennaio 2023
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un''amicizia impossibile ma vera
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Philip Lacosse (Bryan Cranston)è un ricco miliardario che vive in un super alloggio di un lussuoso palazzo di Manhattam lo assiste come segretaria e contabile la bella e brava Yvonne (Nicole Kidman) ed è appassionato dell'arte moderna. Philip è rimasto completamente paralizzato, può muovere solo la testa e parlare, a causa di un incidente con il parapendio che ha anche provocato la morte della giovane moglie. Il destino vuole che il terzo protagonista Dell (Kevin Hart) un giovane afroamericano sbalestrato in libertà vigilata (precedenti penali per furto) risponda a una richiesta di assunzione come assistente personale (badante) di Philip, il posto non gli interessa, ma ha risposto solo per far firmare il modulo che attesti che ha risposto alla richiesta e non è stato assunto.
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Philip Lacosse (Bryan Cranston)è un ricco miliardario che vive in un super alloggio di un lussuoso palazzo di Manhattam lo assiste come segretaria e contabile la bella e brava Yvonne (Nicole Kidman) ed è appassionato dell'arte moderna. Philip è rimasto completamente paralizzato, può muovere solo la testa e parlare, a causa di un incidente con il parapendio che ha anche provocato la morte della giovane moglie. Il destino vuole che il terzo protagonista Dell (Kevin Hart) un giovane afroamericano sbalestrato in libertà vigilata (precedenti penali per furto) risponda a una richiesta di assunzione come assistente personale (badante) di Philip, il posto non gli interessa, ma ha risposto solo per far firmare il modulo che attesti che ha risposto alla richiesta e non è stato assunto. Tutti i candidati hanno curriculum decisamente superiori a quello di Dell, Philip contro il parere di Yvonne lo assume. Qui comincia il rapporto con i 3: il malato vorrebbe morire perché si sente responsabile della morte della moglie, Dell pur attratto dallo stipendio elevato, la vora all'inizio di malagrazia ma poi impara il lavoro e porta a spasso per la città Philip, Yvonne che cerca di farlo licenziare (Dell inesperto all'inizio ne combina di tutti i colori), alla fine tra Philip e Dell dopo vicende drammatiche e comiche cresce una forte amicizia, come l'amore tra il miliardario e Yvonne che si sposano, anche Dell si sistema e si sposa.
Il film uscito nel 1917 è un remake di un film francese di successo Quasi amici (del 2011) di cui risente il carattere delicato ed ironico tipico di certe commedie francesi che affrontano temi delicati in questo caso la paralisi, con ironia, intelligenza e una comicità leggera, ricorda un altro bel film francese sul tema Tutti in piedi del 2018 di Franck Dubosc. In questo film si nota che alle spalle c'è una robusta sceneggiatura che rprende un best-seller di successo, si alternano scene talora esilaranti con scene drammatiche e sentimentali, (particolarmente suggestiva la scena in cui Dell convince Philip ad andare su un parapendio), ma tutto è amalgamato in una narrazione veloce e simpatica.
La regia è di Neil Burger che ha diretto pochi film ma significativi (L'illusionista, Un viaggio inaspettato, Limitless) , qui dirige con abilità mantendo la giusta misura. Ottima la recitazione di Nicole Kidman (non è una sorpresa) e di Kevin Hart, sorprende la performance di Cranston (bravo attore di Tv e teatro e di cinema: The Lincoln Lawyer,Contagion) che recita con eccezionale bravura avendo a disposizione solo la mobilità del volto, in una parte minore Julianna Margulia (l'infermiera di E.R.). il film prodotto da Harvey Wenstein ha ottenuto un buon successo commerciale (budget 37 milioni di $, box office 126 milioni) e di critica.
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