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lunedì 19 marzo 2018
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monsieur & madame adelman
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Dal 1971 al 2016, 45 anni (il medesimo arco temporale dell’omonimo film di Andrew Haigh con Charlotte Rampling) nella vita di Victor e Sarah Adelman (o meglio di Sarah Adelman e Victor sposato Adelman...): innamoramento, aspirazioni, conflitti, pacificazioni, maturazioni individuali.
Un racconto vivace e sentito, sufficientemente anticonformista e condotto con costante e sottile ironia, che non fa mistero di quanto l’epoca storica vissuta incida con le sue mode di pensiero sull’esistenza dei singoli e che senza dimenticare l’umanità delle vicende è attento a non dispensare troppe rassicurazioni né tantomeno improbabili ricette di felicità.
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Dal 1971 al 2016, 45 anni (il medesimo arco temporale dell’omonimo film di Andrew Haigh con Charlotte Rampling) nella vita di Victor e Sarah Adelman (o meglio di Sarah Adelman e Victor sposato Adelman...): innamoramento, aspirazioni, conflitti, pacificazioni, maturazioni individuali.
Un racconto vivace e sentito, sufficientemente anticonformista e condotto con costante e sottile ironia, che non fa mistero di quanto l’epoca storica vissuta incida con le sue mode di pensiero sull’esistenza dei singoli e che senza dimenticare l’umanità delle vicende è attento a non dispensare troppe rassicurazioni né tantomeno improbabili ricette di felicità.
Operazione interessante, insomma, questo esordio alla regia del 37enne Nicolas Bedos che oltre a scrivere interpreta insieme alla compagna Doria Tillier conferendo così un tono schietto al racconto: sono loro i volti di Victor e Sarah che solcano i decenni sperimentando menage prima bohemienne e poi borghesi, sono le loro proiezioni personali che si osservano reciprocamente nel naturale trascorrere del tempo, rappresentato efficacemente anche grazie ad un pregevole e calibrato lavoro di make up e allestimento di scena.
Aperto sia a una fruizione più disimpegnata grazie al registro brillante che a un livello di lettura più complesso grazie a una scrittura precisa e disinvolta, Monsieur & Madame Adelman si rivela una prova decisamente riuscita, dal retrogusto agrodolce, che in un’epoca di condivisioni e rivelazioni obbligate ribadisce invece la legittimità di mantere segreto ciò è che servito alle persone per non smettere di cercarsi.
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michelecamero
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giovedì 22 marzo 2018
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un amore può ancora essere "per sempre".
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Il film a me è piaciuto molto. Mi ha riportato un po’ indietro negli anni a quel cinema francese che sembrava scomparso, soppiantato dal filone di commedie strizzanti l’occhio ad Hollywood e che mi è mancato. “ Piccole bugie tra amici, Cena tra amici, Il mio miglior amico ecc”, cosi solo per ricordare qualche titolo. Insomma un cinema in grado di graffiare con ironia, sarcasmo e senso di rimpianto per “come siamo diventati, perché, da quando ecc” che metteva sotto accusa soprattutto la borghesia e quella gauche al caviale che, in fondo, non ci ha poi messo tanto a varcare le Alpi. La narrazione si occupa di una coppia di intellettuali (lui scrittore, lei studentessa ebrea di letteratura, dotata di vasta cultura) il cui amore attraversa ben 45 anni tra alti, bassi, tradimenti, infedeltà, separazioni e riconciliazioni, quasi a voler indicare una strada nuova e diversa, rispetto al passato, perché anche oggi una storia d’amore possa essere per sempre.
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Il film a me è piaciuto molto. Mi ha riportato un po’ indietro negli anni a quel cinema francese che sembrava scomparso, soppiantato dal filone di commedie strizzanti l’occhio ad Hollywood e che mi è mancato. “ Piccole bugie tra amici, Cena tra amici, Il mio miglior amico ecc”, cosi solo per ricordare qualche titolo. Insomma un cinema in grado di graffiare con ironia, sarcasmo e senso di rimpianto per “come siamo diventati, perché, da quando ecc” che metteva sotto accusa soprattutto la borghesia e quella gauche al caviale che, in fondo, non ci ha poi messo tanto a varcare le Alpi. La narrazione si occupa di una coppia di intellettuali (lui scrittore, lei studentessa ebrea di letteratura, dotata di vasta cultura) il cui amore attraversa ben 45 anni tra alti, bassi, tradimenti, infedeltà, separazioni e riconciliazioni, quasi a voler indicare una strada nuova e diversa, rispetto al passato, perché anche oggi una storia d’amore possa essere per sempre. C’è un sottile gioco di reciproca immedesimazione e sostituzione al punto che il finale pone un paio di atroci ma anche emblematici interrogativi: chi è stato veramente lo scrittore pluripremiato e di successo e chi ha posto la parola FINE alla loro storia? Infatti, servendosi di una doppia tecnica, quella dei capitoli quasi si trattasse di un libro e quella della voce narrante, nel porci la storia messa sullo schermo in maniera frizzante e piena, con pause ben calibrate, dialoghi felici ed intelligenti, sembrerebbe che gli autori si siano divertiti a lascare gli spettatori con un paio di dubbi. Una sorpresa Doria Tillier l’attrice che interpreta l’affascinante Sara.
michelecamero
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flyanto
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giovedì 22 marzo 2018
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la vita di una coppia in tutto il suo percorso
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Un Amore Sopra le Righe" di Nicolas Bedos, qui in veste sia di attore che di regista, è la storia della lunga relazione sentimentale tra un famoso, egocentrico ed acclamato scrittore di romanzi ed una ragazza intellettuale che si dedicherà a lui con devozione per tutta la vita. Pur con comprensibili alti e bassi nel corso dell'andamento della relazione, la coppia in pratica si mette insieme dal momento in cui i due giovani si conoscono per caso una sera in un locale sino al decesso di lui, ormai anziano ed affetto da Alzheimer. La pazienza della donna, nonostante molteplici suoi atti di 'ribellione' e di crisi più o meno acute col suo compagno, nonchè una separazione temporanea, non si esaurisce mai definitivamente nei confronti del suo uomo che ella, invece, sosterrà sempre sino alla fine mostrando nei suoi confronti il proprio amore profondo, misto di devozione ed ammirazione, e la propria forza interiore unita alla personale spiccata personalità.
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Un Amore Sopra le Righe" di Nicolas Bedos, qui in veste sia di attore che di regista, è la storia della lunga relazione sentimentale tra un famoso, egocentrico ed acclamato scrittore di romanzi ed una ragazza intellettuale che si dedicherà a lui con devozione per tutta la vita. Pur con comprensibili alti e bassi nel corso dell'andamento della relazione, la coppia in pratica si mette insieme dal momento in cui i due giovani si conoscono per caso una sera in un locale sino al decesso di lui, ormai anziano ed affetto da Alzheimer. La pazienza della donna, nonostante molteplici suoi atti di 'ribellione' e di crisi più o meno acute col suo compagno, nonchè una separazione temporanea, non si esaurisce mai definitivamente nei confronti del suo uomo che ella, invece, sosterrà sempre sino alla fine mostrando nei suoi confronti il proprio amore profondo, misto di devozione ed ammirazione, e la propria forza interiore unita alla personale spiccata personalità.
Il percorso concernene il lungo andamento sentimentale di una coppia è un tema che già ampiamente è stato trattato in precedenti pellicole e, pertanto, durante la prima parte del film non si coglie nulla di originale. Ma man mano che la storia si evolve, grazie anche ad una brillante rivelazione verso la fine di essa, il film, invece, acquista sempre più nerbo risultando così più interessante. La regia obiettivamente è nitida, la storia del menage dei protagonisti è credibile ed abbastanza realistica e la rivelazione finale plausibile e conseguentemente anche accettabile come giustificazione a ciò che è stato raccontato. Altro non vi è da aggiungere e sicuramente il film è consigliabile a chi predilige i films di genere romantico.
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cardclau
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domenica 18 marzo 2018
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comunque non stufa
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Viene descritto come film "drammatico", ma è diminuirlo. Appare, al contrario, come una miscela di dramma e commedia, con aspetti estremamente paradossali, in cui il tutto, fortunatamente, si stempera in un liberatorio umorismo e in una sufficiente ironia. Anche gli aspetti più truci, come il suicidio della madre, dopo aver letto il libro che la riguarda, o la storia del figlio Arthur, differentemente abile. Non è un caso che ricorda la possibilità di alcune riflessioni: qualche similitudine alle barzellette ebraiche. Con qualche scontata e vendicatoria faciloneria, quale l'immagine dello psicoanalista freudiano, una macchietta. O la descrizione della famiglia di lui, e della famiglia di lei.
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Viene descritto come film "drammatico", ma è diminuirlo. Appare, al contrario, come una miscela di dramma e commedia, con aspetti estremamente paradossali, in cui il tutto, fortunatamente, si stempera in un liberatorio umorismo e in una sufficiente ironia. Anche gli aspetti più truci, come il suicidio della madre, dopo aver letto il libro che la riguarda, o la storia del figlio Arthur, differentemente abile. Non è un caso che ricorda la possibilità di alcune riflessioni: qualche similitudine alle barzellette ebraiche. Con qualche scontata e vendicatoria faciloneria, quale l'immagine dello psicoanalista freudiano, una macchietta. O la descrizione della famiglia di lui, e della famiglia di lei. Il regista deve essersi ispirato ai film di Woody Allen. E' comunque un film femminista. Nella più che ambigua relazione d'amore, lei appare una donna solida, che sa cosa vuole, capace, e innamorata, mentre lui fondalmente vacuo, inconsistente, incerto, talmente poco virile da essere perennemente perseguitato dal complesso di castrazione, dalle dimensioni del suo pene, dalla perdita dei capelli. Un disastro di immagine maschile. Ma lei, di chi è veramente innamorata?
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