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sabato 26 febbraio 2022
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sabato 26 febbraio 2022
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musiche del film
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Le musiche del film sono tutte di Eric Neveux? Grazie
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supersantos
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martedì 3 ottobre 2017
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la principessa e il soldo di cacio
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Vero è che lui ha troppi soldi e forse fin troppe qualità,tuttavia il film mi è piaciuto,nonostante non rimarrà nella storia del cinema,anche a causa di una struttura troppo esile.
Credibile o meno,la palese lotta contro i pregiudizi sociali fa sempre piacere,questa volta accompagnata anche da una certa originalità e da un buon pizzico di freschezza.
Spesso infatti,su temi piuttosto delicati è facile assistere al "mattone" che si piazza sullo stomaco,cosa che qui non avviene,anche grazie alla simpatia dei protagonisti ed alla leggerezza di fondo.
Ribadisco che la sceneggiatura non si attesta su livelli strepitosi, la parola" Nano" è probabilmente adoperata all'eccesso,ma di certo non ci si annoia,il ritmo è sostenuto, ed ogni volta che lei si piega per dargli un bacio,un briciolo di tenerezza scatta pure.
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Vero è che lui ha troppi soldi e forse fin troppe qualità,tuttavia il film mi è piaciuto,nonostante non rimarrà nella storia del cinema,anche a causa di una struttura troppo esile.
Credibile o meno,la palese lotta contro i pregiudizi sociali fa sempre piacere,questa volta accompagnata anche da una certa originalità e da un buon pizzico di freschezza.
Spesso infatti,su temi piuttosto delicati è facile assistere al "mattone" che si piazza sullo stomaco,cosa che qui non avviene,anche grazie alla simpatia dei protagonisti ed alla leggerezza di fondo.
Ribadisco che la sceneggiatura non si attesta su livelli strepitosi, la parola" Nano" è probabilmente adoperata all'eccesso,ma di certo non ci si annoia,il ritmo è sostenuto, ed ogni volta che lei si piega per dargli un bacio,un briciolo di tenerezza scatta pure.
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pierronchetti
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giovedì 7 settembre 2017
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con un bacio piccolissimo…
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Lui è affascinante, saggio, affidabile. E’ un architetto di grido, una specie di uomo perfetto. Eccetto per un particolare: è alto 138 centimetri. Un bambino di 10 anni o poco più. Eppure Diane, donna in carriera, lo conosce e se innamora perdutamente. Ma è una strada in salita: i pregiudizi nei confronti dell’handycap e della diversità sono duri a morire. Dujardin, faccia simpatica. viene ridotto dall’elettronica a un lilipuziano capace però di volare alto. Ma è il film che non decolla mai. Statico, prevedibile, piuttosto insipido.
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filippo catani
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martedì 13 settembre 2016
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una commedia non riuscita in pieno
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Un'avvocatessa divorziata da poco conosce un architetto di successo che, a causa di un problema di salute, è molto basso. La donna dovrà accettare questa faccenda, farla digerire a conoscenti e genitori e all'ex marito geloso.
Insomma. Un figliastro della vena produttiva inaugurata da Quasi Amici. Una commedia francese che indaga sulla diversità e sul rapporto con il "diverso". Ecco questo film non aggiunge nulla di nuovo agli ingredienti classici. Anzi alla fine pare pure che il regista non sappia più bene come allungare il brodo e allora ci propina un'intera sequenza di ballo in discoteca senza arte nè parte. Gli attori sono validi e da soli reggono (a fatica) il film.
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Un'avvocatessa divorziata da poco conosce un architetto di successo che, a causa di un problema di salute, è molto basso. La donna dovrà accettare questa faccenda, farla digerire a conoscenti e genitori e all'ex marito geloso.
Insomma. Un figliastro della vena produttiva inaugurata da Quasi Amici. Una commedia francese che indaga sulla diversità e sul rapporto con il "diverso". Ecco questo film non aggiunge nulla di nuovo agli ingredienti classici. Anzi alla fine pare pure che il regista non sappia più bene come allungare il brodo e allora ci propina un'intera sequenza di ballo in discoteca senza arte nè parte. Gli attori sono validi e da soli reggono (a fatica) il film. Tutto ampiamente prevedibile dopo pochi minuti e, se non si ridesse un minimo per via della segretaria dello studio, il film finirebbe inghiottito da un grosso sbadiglio.
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fight_club
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martedì 13 settembre 2016
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l'amore distante 40 cm.
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Gli incassi fanno tendenza nel cinema , e anche nel Paese dove il cinema è ancora un prodotto d'arte nazionale ad alto livello e protetto, come vorrei lo fosse anche in Italia, il botteghino impone varie diramazioni che non sempre generano buoni film. Ultimamente si sono fatti notare positivamente pellicole dove si trattano varie diversità, sia fisiche che religiose, come "Quasi Amici", "Un sapore di ruggine e ossa" "Non sposate le mie figlie" dove per trasmettere un forte e chiaro messaggio l'ironia e il dramma devono essere estremizzate come raramente accade in Francia. Nel caso di "Un amore all'altezza" il tutto viene annacquato notevolmente, solo qualche scena comica fa risaltare la differenza fisica tra i due protagonisti, la storia pare essere una comune storia d'amore come se ne vedono tante e forse non avrebbe fatto male ritrarre solo quella senza aggiungere altro.
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Gli incassi fanno tendenza nel cinema , e anche nel Paese dove il cinema è ancora un prodotto d'arte nazionale ad alto livello e protetto, come vorrei lo fosse anche in Italia, il botteghino impone varie diramazioni che non sempre generano buoni film. Ultimamente si sono fatti notare positivamente pellicole dove si trattano varie diversità, sia fisiche che religiose, come "Quasi Amici", "Un sapore di ruggine e ossa" "Non sposate le mie figlie" dove per trasmettere un forte e chiaro messaggio l'ironia e il dramma devono essere estremizzate come raramente accade in Francia. Nel caso di "Un amore all'altezza" il tutto viene annacquato notevolmente, solo qualche scena comica fa risaltare la differenza fisica tra i due protagonisti, la storia pare essere una comune storia d'amore come se ne vedono tante e forse non avrebbe fatto male ritrarre solo quella senza aggiungere altro. I due protagonisti sono molto bravi, Jean Dujardin si impone con personalità e Virginie Efira regge la scena sobriamente, il tutto in un film godibile senza particolari tensioni, voto finale 6,5
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flyanto
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lunedì 12 settembre 2016
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l'amore oltre i limiti
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Cosa succede quando si inizia una storia sentimentale o, addirittura, ci si innamora di qualcuno che però è portatore di un evidente handicap fisico e la società, al di là dei finti moralismi, condanna o, per lo meno, critica aspramente l'intera situazione?
E' quello che il film "Un Amore all'Altezza" affronta come tematica nel corso del suo svolgimento: Diane è una giovane e bell' avvocato, divorziata da un marito che ancora non accetta del tutto la separazione, la quale per un caso fortuito conosce per telefono quello che parrebbe essere un tipo interessante e, cioè, spiritoso, gentile e con una bella voce, insomma, nel suo complesso, intrigante. Ne accetta così l'invito a prendere un caffè e qui l' "amara" delusione che il brillante uomo, di nome Alexandre, è in realtà un nano di statura.
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Cosa succede quando si inizia una storia sentimentale o, addirittura, ci si innamora di qualcuno che però è portatore di un evidente handicap fisico e la società, al di là dei finti moralismi, condanna o, per lo meno, critica aspramente l'intera situazione?
E' quello che il film "Un Amore all'Altezza" affronta come tematica nel corso del suo svolgimento: Diane è una giovane e bell' avvocato, divorziata da un marito che ancora non accetta del tutto la separazione, la quale per un caso fortuito conosce per telefono quello che parrebbe essere un tipo interessante e, cioè, spiritoso, gentile e con una bella voce, insomma, nel suo complesso, intrigante. Ne accetta così l'invito a prendere un caffè e qui l' "amara" delusione che il brillante uomo, di nome Alexandre, è in realtà un nano di statura. Ma la sua simpatia, brillantezza di carattere ed il suo gentile corteggiamento fanno piano piano capitolare Diane la quale però d'ora in poi dovrà rispondere della sua scelta a tutti coloro (dalla madre, all'ex marito ancora geloso, ecc...) che in maniera quanto mai evidente la criticano e la sconsigliano vivamente a continuare con Alexandre. Dubbi, incertezze, e temporanee separazioni porteranno a far sì che alla fine l'amore trionfi.
Laurent Tirard in questa sua pellicola affronta sicuramente una tematica assai spinosa e scomoda e, pertanto difficile da esporre e discuterne e, precisamente, appunto, quella di come può essere affrontata una relazione sentimentale con un portatore di handicap. Egli sceglie di farlo in maniera alquanto leggera, forse un pò troppo, in modo tale da sminuire considerevolmente la serietà del problema e da risultare addirittura quasi irreale in tutto il suo svolgimento. L'ironia a cui ricorre Tirard anzichè rendere accettabile il discorso e riduce invece il film ad un'opera parecchio superficiale e poco realistica. Ad un certo punto verrebbe anche da chiedersi, ed in una maniera anche un poco cinica, chi non si prenderebbe alla fine, e deluso fortemente dai rapporti sentimentali precedenti, un uomo (ma anche una donna) che in fin dei conti è un individuo brillante, colto e con una professione (quella di architetto) ben avviata e pure parecchio benestante? Ma la realtà, purtroppo, pone dei quesiti e delle situazioni ben differenti ....
I due protagonisti, Virginie Efira (sempre fedele ai suoi ruoli di personaggi ironici e leggeri) e Jean Dujardin (qui sapientemente "rimpicciolito" con avanzate tecniche del computer, ma decisamente ridimensionato anche nel suo ruolo di attore se si pensa ai suoi precedenti "The Artist" e "French Connection", per citarne solo due), risultano in sintonia tra loro ma, ripeto, nulla di più.
Insomma , un'occasione altamente sprecata che fa rimpiangere profondamente quella più riuscita della precedente pellicola "Un Sapore di Ruggine e Ossa" di Jacques Audiard con Marion Cotillard in cui veniva affrontata la stessa tematica ma con un approccio più realistico e più profondo.
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alex62
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venerdì 9 settembre 2016
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si può amare chi è diverso?
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Jean Dujardin sembra un attore contemporaneo di Jean Gabin, di Maurice Chevalier. È un ottimo ballerino, un uomo bello, dallo sguardo intelligente, un attore completo, dai lineamenti e dal comportamento demodé; dalle mille sfumature. Non si può non provare un'immediata, generosa empatia con lui sullo schermo…È stato indimenticabile nel film The artist (che è la definizione più precisa che gli si possa dare: è un vero aritsta!), accanto a una partner perfetta, Bérénice Bejo, splendida attrice-ballerina franco-argentina.
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Jean Dujardin sembra un attore contemporaneo di Jean Gabin, di Maurice Chevalier. È un ottimo ballerino, un uomo bello, dallo sguardo intelligente, un attore completo, dai lineamenti e dal comportamento demodé; dalle mille sfumature. Non si può non provare un'immediata, generosa empatia con lui sullo schermo…È stato indimenticabile nel film The artist (che è la definizione più precisa che gli si possa dare: è un vero aritsta!), accanto a una partner perfetta, Bérénice Bejo, splendida attrice-ballerina franco-argentina.
Detto questo, il nostro eroe è stavolta impegnato in una difficile operazione, incarcerato nei panni striminziti di un uomo di 136 cm, dotato di un cuore esagerato, innamorato pazzo di una splendida bionda, Virginie Efira.
Ebbene è il caso ora di aprire una doverosa parentesi su questa bella e brava attrice che esprime un ottimo prefessionismo ad ogni apparizione. La ricordiamo, perfetta, nell'altra divertente commediola 20 anni di meno, dove s'innamora di un ragazzo molto più giovane di lei. Come dimenticare la scena epica della loro prima volta insieme, quando lui, per dimostrare di essere all'altezza di una donna matura così bella e in gamba, per sottrarsi al rischio di un orgasmo anticipato, ripete come un mantra AngelaMerkelAngelaMerkelAngelaMerkel, ad occhi chiusi (per non vedere le splendide forme di Virginie) evidentemente visualizzando anche la bruttezza della cancellierona tedesca…Che spasso!
Questa invece è una commedia fino a un certo punto, poi cerca di virare verso il sapore amaro-acido, ma l'eccessiva ridondanza sul tema del nanismo e della differenza d'altezza tra i due protagonisti, ci disgusta prima e fa fallire un'operazione peraltro bene architettata e orchestrata.
Il tema è l'amore per il diverso con tutte le difficoltà che questa impossibile impresa comporta. Se al cuore non si comanda, nel senso che spesso è il cuore e non noi stessi a scegliere chi amare, però i condizionamenti subiti dai genitori, dagli amici, dalla società ci obbliga a rifiutare anche l'amore più alto e puro per un'altra creatura meno fortunata di noi, che ci riama con il più nobile e gratuito dei sentimenti.
Insomma il tema c'era ed era anche presentato con verve e una certa spudoratezza, ma soprattutto con grande raffinatezza, senz'alcuna volgarità (e invece sarebbe sarebbe stato molto facile il contrario).
Però molto presto la sceneggiatura perde la strada e ricade in luoghi comuni fin troppo abusati.
Ottimi protagonisti e comprimari. Anzi Dujardin è “sovradimensionato” per un film così piccolo. Sapete, forse vi è capitato, quando presentate il vostro curriculum a un colloquio di lavoro e vi dicono: “Lei è troppo qualificato per questo impiego…”?
Ecco Dujardin merita altre occasioni; finalmente…alla sua altezza!
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