fabrizio friuli
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lunedì 30 maggio 2022
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uno spreco di soldi sbalorditivo
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I tre iconici Aldo , Giovanni e Giacomo sono ormai entrati nell' età avanzata , ed ora devono vivere in uno stravagante centro per anziani , gestito da una misteriosa ed austera donna che si esprime con un accento straniero che controlla l'intera struttura. Dopo essersi ritrovati, i tre eroi decidono di abbandonare quel posto, tutti e tre insieme, ed ovviamente ci saranno degli ostacoli da superare, e gli stessi ostacoli verranno superati ed anche l' antagonista degli eroi fugge via con loro.
Nonostante il tentativo di realizzare una pellicola differente dalle solite commedie del Trio composto da Aldo Baglio , Giovanni Storti e Giacomo Poretti , Fuga da Reuma Park è assolutamente privo di umorismo, come i film che l' hanno preceduto, privo di una sceneggiatura adeguata e soprattutto, hanno messo una scena dove vengono visti nella televisione i loro spettacoli, per garantire agli spettatori un tuffo nel passato , e non è sufficiente una scena simile per consentire a questa commedia di essere una commedia idonea, perché tutto il resto non va per niente bene , come se non bastasse , nemmeno Giacomo Poretti che impersona il ruolo del burbero con la voce buffa riesce a rendere il film gradevole o divertente , mentre il personaggio interpretato dalla moglie di Aldo Baglio sembra essere la parodia di un antagonista di un film americano, per via del suo accento russo, e forse , potrebbe ricordare anche il personaggio cattivo del film Qualcuno volò sul nido del cuculo.
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I tre iconici Aldo , Giovanni e Giacomo sono ormai entrati nell' età avanzata , ed ora devono vivere in uno stravagante centro per anziani , gestito da una misteriosa ed austera donna che si esprime con un accento straniero che controlla l'intera struttura. Dopo essersi ritrovati, i tre eroi decidono di abbandonare quel posto, tutti e tre insieme, ed ovviamente ci saranno degli ostacoli da superare, e gli stessi ostacoli verranno superati ed anche l' antagonista degli eroi fugge via con loro.
Nonostante il tentativo di realizzare una pellicola differente dalle solite commedie del Trio composto da Aldo Baglio , Giovanni Storti e Giacomo Poretti , Fuga da Reuma Park è assolutamente privo di umorismo, come i film che l' hanno preceduto, privo di una sceneggiatura adeguata e soprattutto, hanno messo una scena dove vengono visti nella televisione i loro spettacoli, per garantire agli spettatori un tuffo nel passato , e non è sufficiente una scena simile per consentire a questa commedia di essere una commedia idonea, perché tutto il resto non va per niente bene , come se non bastasse , nemmeno Giacomo Poretti che impersona il ruolo del burbero con la voce buffa riesce a rendere il film gradevole o divertente , mentre il personaggio interpretato dalla moglie di Aldo Baglio sembra essere la parodia di un antagonista di un film americano, per via del suo accento russo, e forse , potrebbe ricordare anche il personaggio cattivo del film Qualcuno volò sul nido del cuculo. Esclusi questi dettagli, le sole virtù in possesso di questo film sono le interpretazioni dei tre comici che comunque indossano le maschere di loro stessi in un possibile futuro. Sebbene poi , il film non risulta essere eccessivamente lungo , lo scorrimento bradipale che lo caratterizza, insieme a tutte le componenti negative che esso possiede , rende il film incredibilmente tedioso e per nulla avvincente o dilettevole, ed eccomun altro problema di Fuga Da Reuma Park , è altamente tedioso, infatti , solamente qualche scenetta riesce a garantire una breve ridarella che però non supera i due secondi contati , ragion per cui , il film , intitolato Fuga Da Reuma Park è da considerare un mero spreco di denaro ed anche di tempo , per tanto , non è consigliabile, a meno che, qualcuno non sia un accanito stimato del trio , e in quel caso , la delusione è garantita , perciò, chiunque voglia vederlo , non deve avere nessun tipo di aspettativa.
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onufrio
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mercoledì 17 giugno 2020
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fuga senza trama
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Risulta sempre sorprendente vedere recensioni opposte fra Critica e Pubblico, Fuga da Reuma Park profuma di occasione sprecata per il trio comico che aveva la possibilità di analizzare con sentimento una particolare fase della vita come la vecchiaia; invece si cade nel superficiale, in una commedia capace di strappare qualche sorriso e che rimette in scena vecchie esibizioni. Sceneggiatura.. questa sconosciuta.
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sabato 18 maggio 2019
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pessimo
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Non capisco... è un film pessimo in tutte le sue fotme: sceneggiatura banale, i tre che tentano gag di serie C, una regia arraffazzonata... ma dove sono i tempi ( e i protagonisti) di Tre uomini e una gamba?!!! Che pena!
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ilcinefilo
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giovedì 24 maggio 2018
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la fine di aldo, giovanni e giacomo
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Scrivo questo mio pensiero con quasi due anni di ritardo rispetto all'uscita del film...ma il disgusto che questa porcheria mi ha provocato mi ha impedito, in questo lungo lasso di tempo, di avvicinarmi alla tastiera ed esprimermi a riguardo...bene, è arrivato il momento di parlare: Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti sono arrivati, veramente, alla fine del loro percorso artistico e umanamente concepibile.
Fin dal suo primo esordio a teatro e in televisione, il trio comico più famoso d'Italia ci ha regalato(ormai molti anni fa)momenti di autentica ilarità, supportati da un autenticità e un carisma umoristico come molto di rado si era in visto in quel periodo: i tiranox, Johnny Glamour, Te chi el telun, Ampplagghed, i corti.
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Scrivo questo mio pensiero con quasi due anni di ritardo rispetto all'uscita del film...ma il disgusto che questa porcheria mi ha provocato mi ha impedito, in questo lungo lasso di tempo, di avvicinarmi alla tastiera ed esprimermi a riguardo...bene, è arrivato il momento di parlare: Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti sono arrivati, veramente, alla fine del loro percorso artistico e umanamente concepibile.
Fin dal suo primo esordio a teatro e in televisione, il trio comico più famoso d'Italia ci ha regalato(ormai molti anni fa)momenti di autentica ilarità, supportati da un autenticità e un carisma umoristico come molto di rado si era in visto in quel periodo: i tiranox, Johnny Glamour, Te chi el telun, Ampplagghed, i corti...piccole irresistibili perle che ci hanno fatto ridere, commuovere, emozionare e consegnando al pubblico italiano il più bel regalo che si potesse desiderare: un terzetto di uomini spumeggianti e grandiosi nella loro semplicità e spontaneità, gag folgoranti e di fenomenale impatto sullo stato d'animo di tutti coloro(me compreso, ai bei vecchi tempi)che hanno assistito ai loro spettacoli fin dai primordi della loro carriera.
Al cinema, sono arrivati con il meraviglioso Tre uomini e una gamba...che è, a tutt'oggi, il loro più grande capolavoro, l'unico completamente in grado di reinventare e rielaborare la lezione di autori come Blake Edwards e Billy Wilder e porre il loro talento su di uno scalino posto al di sopra dell'arte stessa.
Il loro genio comico è proseguito, successivamente, con Così è la vita e Chiedimi se sono felice: altre due opere capitali nell'itinerario sarcastico del trio, e che hanno sbancato i botteghini in tutto il paese.
Bene...che ne è stato di questi tre grandi uomini? dove sono andati a finire? che ne è stato della loro arte, della loro autenticità, la loro spontaneità? domande che rimarranno tragicamente senza risposta.
L'involuzione è incominciata, ufficialmente e non, nel 2004 con l'inquietante Tu la conosci Claudia? e dove si potevano già ravvisare, a tratti sempre più frequenti, i primi segnali di un indiscutibile crollo qualitativo(sia nelle battute verbali che in quelle slap-stick)destinato ineluttabilmente a perdurare e peggiorare sempre di più nel corso degli anni, fino ad arrivare a Il cosmo sul comò, la banda dei babbi natale, il ricco il povero e il maggiordomo e, soprattutto, a questo aborto cinematografico di Fuga da Reuma park.
Nel corso degli anni Aldo Giovanni e Giacomo hanno subito una raccapricciante trasformazione sia nel loro modo di intendere e interpretare i gusti del pubblico, sia negli elementi basilari di quelli che, fino a Chiedimi se sono felice, erano stati i loro principali punti di forza: la spontaneità e la verità...che si sono trasformati ben presto in finzione estrema e menzogna radicale.
Ci avevano abituati a vederli interpretare se stessi, e facendosi amare per questo...e adesso tradiscono tutto quello che hanno rappresentato fino a quel momento tramutandosi in stereotipi ambulanti, fasulli e irritanti di quell'Italietta media che un tempo, invece, sembravano quasi ben propensi a criticare.
Laddovè prima avevano battute divertenti abbiamo ora, nel loro ultimo film(e che sia davvero l'ultimo, a questo punto!)squallidi e dimenticabili siparietti con Aldo e Giovanni che suonano trombette e gonfiano pesci di gomma..e questo quando non sono impegnati a grugnire noiose e incomprensibili battutine da filmucolo comico di serie z.
La computer grafica utilizzata per la famosa gag delle ombre fa vomitare, per quanto è brutta e fasulla...
Inspiegabile, inoltre, la presenza di un malato che parla come fosse una telecronaca calcistica e che non si capisce dove quando e perché dovrebbe strappare una qualsivoglia risata, sia pure di striscio...e ora arriviamo a uno dei problemi più drammatici e insostenibili di questo"film", oltre che di tutta quanta la loro produzione recente: Silvana Fallisi.
Silvana Fallisi è, semplicemente, l'anticristo del cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo: fin da Chiedimi se sono felice la sua presenza scenica con annessi momenti ironici valgono meno di niente...eppure continua a imperversare, ossessivamente e diabolicamente su(quasi)tutti i loro film ed essendone, al contempo, una delle principali cause di devastazione.
Non mi permetto, ovviamente, di giudicare la Fallisi nel privato non avendone ne i mezzi ne il diritto per farlo...ma ritengo di poter esprimermi su di lei circa la sua attività"artistica"all'interno dell'ormai mefistofelico trio.
Silvana Fallisi è il male, e nessuno del trio ha il coraggio di opporsi...e più si avanti negli anni e più la sua presenza scenica diventa tanto inutile quanto ingombrante, tanto vuota e per nulla divertente quanto fastidiosamente ripetetitiva.
Non riesce a offrire al pubblico assolutamente niente...perché è quello che lei è, sul piano squisitamente teatrale e cinematografico: il niente.
Detto questo, non mi resta che tirare le somme di questo scempio: Aldo, Giovanni e Giacomo sono praticamente finiti, ed è meglio che facciano un favore a se stessi prima ancora che a noi: che si ritirino e lascino perdere il grande schermo, del cui profondo linguaggio espressivo, ormai, non conoscono più nemmeno il significato...esattamente come Dario Argento, un altro regista finito.
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gfpc52
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domenica 10 settembre 2017
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un vero strazio
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Già negli ultimi film avevo notato una notevole caduta di stile, ma questo mi ha proprio lasciato basito. Ulteriore conferma a quanto notato da molti fin dall'inizio della loro carriera, ossia che il trio non è mai stato adatto a reggere i tempi di una storia cinematografica, ma è nato ed ha prosperato solo per merito delle loro gag. Forse è più corretto non criticare certi film mal riusciti ma eleogiare quei pochi azzeccati. Non sono nemmeno riuscito a finire di vederlo. Un vero strazio. Peccato poichè la memoria della gente è corta e quindi verranno ricordati solo nel loro declino e caduta. Ho detto tutto.
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dqitos
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sabato 17 giugno 2017
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non forse quel divertimento sublime classico.
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Non male, eccoli li col divertimento del trio comico e un titolo
quasi in codice e quasi di divertimento assoluto,
periferia... di Milano, questo sito di pseudo fenomeni ossia
lo ospizio di tre gatti famosi non sembra
abbandonare niente al caso. Fuga da reauma park..., figuratevi,
col caos dilagante a reuma park e un susseguirsi di gag e comicità
e profughie alternative allo spettacolo classico con balle supersoniche
e di mascalzoni a go go, e che volevano farci la
morale... alcuni personaggi sortiti praticamente dal
niente, con balle supersoniche e comicismo alternativo, a
briscola sarebbe una specie
di primiera vivido ricordo e ancora vivo del comicismo di classe nazionale
e diurno e solare che il trio comico ha cmq posto in essere.
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Non male, eccoli li col divertimento del trio comico e un titolo
quasi in codice e quasi di divertimento assoluto,
periferia... di Milano, questo sito di pseudo fenomeni ossia
lo ospizio di tre gatti famosi non sembra
abbandonare niente al caso. Fuga da reauma park..., figuratevi,
col caos dilagante a reuma park e un susseguirsi di gag e comicità
e profughie alternative allo spettacolo classico con balle supersoniche
e di mascalzoni a go go, e che volevano farci la
morale... alcuni personaggi sortiti praticamente dal
niente, con balle supersoniche e comicismo alternativo, a
briscola sarebbe una specie
di primiera vivido ricordo e ancora vivo del comicismo di classe nazionale
e diurno e solare che il trio comico ha cmq posto in essere.Il divertimento è assicurato
se ne comprende il titolo e l'irriverenza nei
confronti di quelli che non aprrezzavano la comicità classica dei titoli
precedenti, altrettanto comunque rimangono
riflessioni e qualche argomento d'interesse mistico e di divertimento.
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movieseu
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mercoledì 18 gennaio 2017
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fuga dal cinema
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Non e' necessario scomodare i benpensanti
piuttosto una sola domanda:PERCHÉ?
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luck82
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domenica 8 gennaio 2017
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deludente seppur nel divertire
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Film che nonostante sappia a tratti far divertire grazie alle battute dei 3 personaggi ho trovato personalmente deludente, a tratti annoia, una trama quasi inesistente o che regge poco e che prende poco, avrebbero potuto fare di meglio, 3 attori grandi sprecati che perdono parecchio in una trama troppo leggera.
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giacomo93
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martedì 3 gennaio 2017
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tre uomini e un'occasione (sprecata)
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Peccato, hanno sprecato un'occasione. Anno 2041: tre invecchiati (in tutti i sensi) Aldo, Giovanni e Giacomo si rincontrano in un vecchio ospizio-luna park per celebrare i 25 anni di attività, dimostrando di avere ancora voglia di vivere e scappando a Rio De Janeiro per ricominciare. Il film, che si dà un tono surreale, è una scusa per riciclare se stessi e i vecchi sketch di una volta, quelli che facevano ridere, e ficcarli a forza dentro un film che sa di vecchio fin dall'inizio, fin dal trailer, fin dal titolo. L'idea, di per sé, era molto buona, pregnata di quel surrealismo al quale in Italia spesso non siamo abituati. Purtroppo soffre di una scrittura riuscita male e gestita peggio. Nel film vengono proposti vecchi sketch, vecchie gag e vecchi personaggi, che si muovono, completamente a caso, stanchi e svogliati, su uno spettro di trama inesistente.
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Peccato, hanno sprecato un'occasione. Anno 2041: tre invecchiati (in tutti i sensi) Aldo, Giovanni e Giacomo si rincontrano in un vecchio ospizio-luna park per celebrare i 25 anni di attività, dimostrando di avere ancora voglia di vivere e scappando a Rio De Janeiro per ricominciare. Il film, che si dà un tono surreale, è una scusa per riciclare se stessi e i vecchi sketch di una volta, quelli che facevano ridere, e ficcarli a forza dentro un film che sa di vecchio fin dall'inizio, fin dal trailer, fin dal titolo. L'idea, di per sé, era molto buona, pregnata di quel surrealismo al quale in Italia spesso non siamo abituati. Purtroppo soffre di una scrittura riuscita male e gestita peggio. Nel film vengono proposti vecchi sketch, vecchie gag e vecchi personaggi, che si muovono, completamente a caso, stanchi e svogliati, su uno spettro di trama inesistente. Quello che si vede è un tentativo (dichiarato) di riciclarsi, che però riesce male. Ed è un peccato aver sprecato una bella occasione, invece, per rinascere. Hanno preferito riproporsi come se stessi, come se il tempo non fosse passato. Invece per loro, come nel film, il tempo degli albori è passato, le battute, sempre quelle, adesso fanno fare solo qualche sporadica risata, e il pubblico li anticipa nelle battute che ormai sa a memoria. Forse a teatro è diverso: il comico lo hai lì, e in quel "tempio sacro" del ricordo riesce comunque a trascinarti con sé a strapparti qualche risata. Ma il cinema è diverso. Quando si è stati importanti, quando si è fatta la storia (nel bene o nel male) del panorama italiano per vent'anni, quando le proprie battute sono diventate storia, citazione e mantra, non si può riciclare se stessi all'infinito, perché il pubblico ormai ti conosce a memoria. E a nulla valgono gli espedienti (poveri) di tre anziani uomini e una donna, la moglie di uno dei tre, a risollevare le risate di una sala cinematografica. Aldo Giovanni e Giacomo si lasciano prendere la mano dalla moda dei reboot, dei sequel, del "citare se stessi" per tirare avanti con un altro film che, purtroppo, esce mediocre, e che "affoga" tra la moltitudine dei cine-panettoni e sfornati per questo Natale. La preghiera, per quel trio che, volenti o nolenti, è stato grande nel panoramica televisivo, teatrale e cinematografico italiano, che ha segnato un'epoca con le proprie gag e le proprie battute, è di ritrovare se stessi, quelli degli inizi. Lo sappiamo, non è facile invecchiare nel mondo del cinema: le idee invecchiano, le forze mancano, e il riciclo è la via più facile per "tirare avanti". Ma abbiate cura della vostra comicità, di quello che è stata, e di quello che potrebbe ancora essere, se vi prendeste il tempo di scrivere, di pensare, se trovaste di nuovo la voglia di giocare con voi stessi e, magari, collaboratori migliori.
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ciolo
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martedì 3 gennaio 2017
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melgio un buon ricordo che un terribile presente!
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Unanime è il giudizio su questo film... Aldo Giovanni e Giacomo sono giunti al capolinea! Le idee sono ormai sono svanite, ripetere sempre le stesse gag non è per esaltare una carriera ma per distruggerla! Uscito dal cinema ho avuto molta tristezza per loro.. in sala neanche una risata, molti spettatori hanno lasciato il cinema prima della fine... Da molto tempo che non ne azzeccano più una spettacoli ripetitivi e film sempre sotto tono ma questo è sicuramente il fono.
Si dice che bisogna toccare il fondo per poter risalire...nel loro caso l'unica soluzione e ritirarsi almeno così potranno lasciare un buon ricordo... Sic transit gloria mundi
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