A 4 anni dalla sua produzione, esce a fine estate nelle sale cinematografiche italiane “Sognando Alaska” del regista Bill Taylor, un film intimistico su un percorso di crescita di un’adolescente.
La protagonista è una ragazza di circa 18 anni che ritorna nella sua cittadina natale dopo aver trascorso i mesi estivi in una piantagione in Canada dove ha conosciuto un ragazzo con cui al momento attuale ha in programma di trascorrere l’inverno a lavorare su un peschereccio, appunto, in Alaska. Rimasta senza soldi perché donati al ragazzo per un debito con degli spacciatori di droga, la protagonista ha urgente bisogno di racimolare un po’ di denaro per questo suo tanto agognato viaggio e così ella decide di ritornare nella sua cittadina natale dove vive la propria famiglia. Ma i rapporti con i suoi congiunti non sono affatto buoni, eccezion fatta per il fratello, e pertanto la visite a loro risultano per la giovane pesanti e difficili da affrontare. Rancori, rabbia, rimorsi e parecchie questioni irrisolte le si presenteranno davanti in questi pochissimi giorni di permanenza ma le serviranno anche al fine di capire esattamente come agire e soprattutto dove indirizzare realmente la propria esistenza, cercando di costruirsi una vita futura del tutto nuova e, forse, più positiva.
Il film, prodotto a basso budget, ha nel suo complesso una trama esile, poca azione e poche locations ed è tutto dialogato, ma esso risulta, sia pur non un capolavoro ed affatto originale (poiché in precedenza sono già uscite numerose pellicole di tale genere) abbastanza interessante come rappresentazione di un periodo critico e di confusione di una ragazza e della sua difficoltà a crescere ed a prendere delle decisioni poiché, in ribellione con la famiglia (la motivazione viene appena specificata nel corso della storia), ella è di fatto sola. Dunque, una quanto mai, realistica testimonianza di un percorso di crescita che, sia pure ognuno a suo modo, ogni individuo si è trovato a dover affrontare ed adempiere ed il regista, proprio attraverso le conversazioni profonde condotte dai personaggi della storia in maniera quanto mai realistica da riprodurre quelle quotidiane, ne rende sempre più partecipe lo spettatore. .
I protagonisti sono attori statunitensi da noi ancora poco conosciuti ma perfettamente adatti ed integrati nei ai loro ruoli: spicca su tutti ovviamente la giovane Tommie-Amber Pirie che impersona la ragazza protagonista piena di insicurezze, paura mista ad arroganza, nonché rabbia interiore.
Altro non vi è da aggiungere.
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