Goodnight Mommy |
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Un film di Veronika Franz, Severin Fiala.
Con Susanne Wuest, Elias Schwarz, Lukas Schwarz, Hans Escher
Titolo originale Ich seh ich seh.
Horror,
Ratings: Kids+16,
durata 99 min.
- Austria 2014.
- Koch Media
MYMONETRO
Goodnight Mommy
valutazione media:
2,70
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Follia infantiledi Marco Padula (scrittore)Feedback: 1705 | altri commenti e recensioni di Marco Padula (scrittore) |
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venerdì 8 gennaio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film stranissimo. Lento. Spiazzante. Onirico. Logorante. Chi è abituato ad osservare i dettagli delle narrazioni cinematografiche, non faticherà a capire che il fanciullo a cui la mamma ed altre persone si rivolgono è uno solo, non sono due come il regista vorrebbe farci intendere. Due gemelli visceralmente legati l'uno all'altro. Poco a poco si capirà, in maniera del tutto implicita, che un grave incidente automobilistico ha causato lo sfiguramento al volto della madre e la morte di uno dei due gemelli, Lukas. Elias,il gemello superstite, non riuscendo a metabolizzare il dolore per la perdita del fratellino, agisce, vive e si comporta come se Lukas fosse tranquillamente vivo e sempre accanto a lui. Giocano insieme, mangiano insieme, dormono insieme e fanno persino il bagnetto insieme. Alla fine prevarrà la follia assassina di Elias, il quale, non rendendosi conto della nuova realtà e creandone una parallela e alternativa, è ossessionato dall'idea che la donna che si ritrova in casa non sia sua madre e sia una specie di clone o un'amica della stessa alla quale somiglia. Il finale cruento, a questo punto, è inevitabile: nessuna prova convince Elias (e l'anima onnipresente del gemellino Lukas) che quella donna sia davvero la loro mamma. E' troppo diversa, nervosa, avvilita, distante, poco affettuosa. Irriconoscibile. Elias non capisce che anche sua madre ha dovuto fare i conti con la perdita di un figlio, con un delicato intervento di chirurgia plastica al viso e col divorzio dal marito. Per lui ormai la madre è una persona completamente estranea, una sorta di impostore che ha usurpato il posto della vera genitrice. Solo distruggendo tutto con una sorta di fuoco purificatore, in un rogo che tutto annienta, le cose torneranno come prima: i due bambini (si presume che anche Elias sia morto bruciato dalle fiamme) finalmente si ricongiungono con una mamma sorridente e canterina così come la conoscevano prima della tragedia che li aveva colpiti. Tutti e tre finalmente uniti in un oltretomba rurale, ai margini di un campo di granoturco. Abbracciati a cantare la loro canzone preferita come erano soliti fare in vita. Un film disturbante, che vuol dimostrare come un dolore straziante, quando non viene accettato e "digerito" da chi lo prova, può essere fonte di dissociazione mentale totale, di malattia psichica, di follia omicida. Un horror davvero strano e inconsueto, dove le scene "forti" nel senso di sanguinolente e violente, ci vengono riservate dal regita negli ultimi 20 minuti di pellicola. Storia interessante, ma che non lascia un segno profondo. Nessuna paura davvero degna di nota. Tutto si gioca sull'apparente incomprensibilità della situazione e sull'attesa dello spettatore il quale, per più di un'ora, si chiede cosa succederà e perchè. Ecco, la suspence e l'aspettativa sono gli unici ingredienti che funzionano davvero, insieme ad una fotografia dai colori e dalle forme impeccabili.
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