Goodnight Mommy

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Un film di Veronika Franz, Severin Fiala. Con Susanne Wuest, Elias Schwarz, Lukas Schwarz, Hans Escher Titolo originale Ich seh ich seh. Horror, Ratings: Kids+16, durata 99 min. - Austria 2014. - Koch Media MYMONETRO Goodnight Mommy * * 1/2 - - valutazione media: 2,70 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Solido dramma-horror famigliare. Valutazione 4 stelle su cinque

di ashtray_bliss


Feedback: 29534 | altri commenti e recensioni di ashtray_bliss
mercoledì 13 luglio 2016

Goodnight Mommy (adttamento del originale Ich Seh, Ich Seh) si presenta come un film minimalista ed essenziale ma esteticamente curatissimo, che rievoca le atmosfere hanekiane specialmente nei diversi frame dove l'azione si svolge in casa. La casa stessa, altro elemento protagonista della pellicola, si presenta subito come un ambiente freddo e distaccato, spaziosa ma impersonale ed inospitale dove regna ovunque un bianco sterile quasi ospedaliero. La casa diventa così sin dalle prime inquadrature l'elemento chiave che lascia presagire l'imminente distacco emotivo e psichico che avverrà nei due protagonisti principali, i gemelli Elias e Lukas. Sin dalle scene iniziali dunque è percepibile un certo grado di irrequietudine e angoscia, l'atmosfera si fa poco a poco sempre più tesa e lo spettatore è ancor più stimolato ed incuriosito nel vedere i risvolti della situazione, mentre la macchina da presa segue maniacamente le vicende dei gemelli. I bambini infatti fanno tutto insieme, mangiano, giocano, dormono...apparendo subito un duo indissolubile e inseparabile, un entità unica divisa in due corpi, e si comprende che stiano aspettando il rientro della madre a casa. La mamma una volta tornata è una figura radicalmente diversa da come se la ricordano i gemelli: avendo subito un'intervento di chirurgia plastica la madre è obbligata a tenere il volto coperto dalle bende e questo singolo elemento (misterioso ed inquetante al contempo) instaura dei dubbi e preoccupazioni sempre maggiori nei due bambini. Da questo momento in poi predominante è il tema dell'identità attorno al quale si avvita la pellicola in questione insieme allo schema del dualismo, istaurando gli stessi dubbi e incertezze negli spettatori. Chi è veramente la madre dei gemelli, e chi la donna col volto coperto? Cos'è reale e cosa invece fa parte dell'immaginario al quale hanno dato vita i gemelli? Le sequenze reali e quelle surreali si intrecciano e si interscambiano mentre cresce la suspence e l'irrequietezza. Le relazioni tra i membri della famiglia raggiungono presto il punto di non ritorno e l'epilogo sarà all'insegna della tragedia più brutale e macabra. 
Le due registe austriache continuano, in un certo senso, la tradizione cinematografica iniziata da Haneke confezionando un ottimo dramma-horror, teso e allucinogeno, che affronta diverse tematiche importanti ed attuali (l'importanza della bellezza estetica, i disturbi mentali, l'elaborazione del lutto etc.) ma di cui il centro gravitazionale resta l'identità degli individui. Più volte infatti le diverse identità e ruoli che ricoprono i protagonisti della pellicola vengono capovolti o completamente distorti: La madre da premurosa e amorevole con i propri figli si trasforma in una figura ostile, severa e distaccata. Questo primo cambiamento nel ruolo della donna farà affondare progressivamente i gemelli in una convinzione ossessiva che quella non è la loro vera madre e a favore di ciò raccolgono prove e segni per rafforzare la loro autoconvinzione distruttiva. Il secondo, e ben più grave, stravolgimento di identità sarà quello che subiscono i gemelli stessi i quali una volta spogliati della loro innocenza, legata naturalmente all'età, si tramutano in efferati assassini e torturatori pur di portare a termine il loro diabolico piano. L'altro tema riccorente nel film è lo schema del dualismo: realta vs immaginazione, verso vs falso, sogno vs incubo. Il distacco e disconoscimento al quale vanno progressivamente incontro i gemelli, e che provocherà il tragico epilogo della vicenda, è frutto del loro disorientamento subito dopo l'incidente stradale e dell'incapacità di accettare il nuovo status delle cose rifugiandosi in una realtà fittizia ed inventata che li distacca completamente dalla realtà. 
Le registe mettono dunque abilmente in scena un solido horror famigliare dove l'ambientazione e l'atmosfera ricreata sono i due elementi fondamentali che attirano lo spettatore e lo trasportano all'interno di questo incubo che prende progressivamente forma. L'atmosfera di distacco ed isolamento, interiore ed esteriore, è perfettamente percepibile anche grazie alla location scelta e gli elementi disseminati nella pellicola: una villa grande ma inospitale, lontana dai centri abitati, il bosco, il campo di mais e il fiume. Elementi naturali che qui sono contestualizzati nel modo giusto per rendere ancora più vivido l'isolamento affettivo e psichico dei protagonisti. Sorretto da un cast di sole tre persone, le Frantz e Fiala riescono a confezionare un prodotto di stile, incisivo che tocca argomenti attuali. Non esente però dal commettere dei passi falsi, come l'eccessiva dose e rappresentazione visiva di violenza nelle scene conclusive del film, forse un tantino troppo autocompiaciute e senza dubbio gratuite. Ridotta all'osso è altresì la caraterizzazione psicologica dei personaggi, dei quali dobbiamo intuire il loro background e stato emotivo solo osservando le loro azioni e prestando attenzione ai dialoghi e altri dettagli sparsi nella pellicola. Impeccabile la forma e solido il contenuto che segue lo stile di narrazione lineare, costruendo lentamente tensione e confusione negli spettatori. Si inceppa sul finale, con l'ostentazione immotivata di tanta violenza. 
In definitiva si tratta di un prodotto particolare e abbastanza inconsueto nel panorama del horror tradizionale di cui il film, eccetto l'ultima parte, non ne rispetta i canoni. Una buona rappresentazione dei risvolti drammatici che affronta una famiglia già provata dal dolore e dalla perdita. Personalmente mi rimase impresso e mi piacque, pur non essendo facile da seguire ma è certamente un film notevole. 4/5. Consigliato.

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