78franz
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domenica 2 giugno 2013
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tema molto interessante, ma film amatoriale
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Tema importante, ma film amatoriale
La storia di samir della su famiglia algerina in Italia da 30anni, due figli nati a Firenze ma non riconosciuti italiani e che ogni due anni devono fare richiesta di permesso di soggiorno per rimanere in Italia. Giustissimo il tema e di stretta attualità : ius soli vs ius sanguinis. Ma che dire del film? Ebbene fa acqua da tutte le parti. Interpretazione dilettantesca da parte di tutti. Capisco fare film a basso costo ma , nel caso di specie, gli attori dove sono stati scelti? Alle selezione degli esclusi del grande fratello, probabilmente. Spiccano nella loro incapacità di attori la ragazza di Samir, assolutamente inespressiva incapace di trasmettere alcun tipo di emozione , ma soprattutto l'avvocato: la sua recitazione e' al limite del grottesco.
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Tema importante, ma film amatoriale
La storia di samir della su famiglia algerina in Italia da 30anni, due figli nati a Firenze ma non riconosciuti italiani e che ogni due anni devono fare richiesta di permesso di soggiorno per rimanere in Italia. Giustissimo il tema e di stretta attualità : ius soli vs ius sanguinis. Ma che dire del film? Ebbene fa acqua da tutte le parti. Interpretazione dilettantesca da parte di tutti. Capisco fare film a basso costo ma , nel caso di specie, gli attori dove sono stati scelti? Alle selezione degli esclusi del grande fratello, probabilmente. Spiccano nella loro incapacità di attori la ragazza di Samir, assolutamente inespressiva incapace di trasmettere alcun tipo di emozione , ma soprattutto l'avvocato: la sua recitazione e' al limite del grottesco. Faccio fatica a salvare qualcuno del cast, davvero misero il livello. insomma gli ingredienti c'erano tutti: il tema importante e fortemente dibattuto, la splendida cornice della citta' di Firenze, la denuncia sociale. Peccato che il regista Rashid, evidentemente alle prime armi, con questi ingredienti sia riuscito solamente a comporre un filmetto non di seconda generazione, ma di bassissimo livello.
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jayan
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lunedì 6 maggio 2013
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cittadinanza agli extracomunitari nati in italia
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Un ottimo film sui figli di immigrati che nascono in Italia e non possono avere la cittadinanza come avviene in altri paesi. Said, insieme al fratello e al padre (la madre è morta) è nato in Italia e qui ha vissuto tutta la sua vita. Non è mai andato in Algeria. Parla l'italiano con l'accento toscano (siamo a Firenze), ha una fidanzata italiana e tifa per l'Italia. Studia ingegneria e lavora in nero come panettiere. Quando il padre, dopo aver lavorato 30 anni in una fabbrica, perde il lavoro perché la fabbrica viene chiusa, arriva il decreto di espulsione per tutti e tre. Devono tornare in Patria! Ma qual è la Patria per Said e il fratello? Loro sono nati e hanno sempre vissuto in Italia.
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Un ottimo film sui figli di immigrati che nascono in Italia e non possono avere la cittadinanza come avviene in altri paesi. Said, insieme al fratello e al padre (la madre è morta) è nato in Italia e qui ha vissuto tutta la sua vita. Non è mai andato in Algeria. Parla l'italiano con l'accento toscano (siamo a Firenze), ha una fidanzata italiana e tifa per l'Italia. Studia ingegneria e lavora in nero come panettiere. Quando il padre, dopo aver lavorato 30 anni in una fabbrica, perde il lavoro perché la fabbrica viene chiusa, arriva il decreto di espulsione per tutti e tre. Devono tornare in Patria! Ma qual è la Patria per Said e il fratello? Loro sono nati e hanno sempre vissuto in Italia. L'algeria l'hanno vista solo nelle foto e tramite i racconti dei genitori. Loro lottano per non essere espulsi, li rappresenta un avvocato... ma alla fine niente: devono andar via! Il film è ben fatto, molto realistico su un problema che affligge migliaia di immigrati, bambini e adulti, tutti rovinati da una legge iniqua! L'interpretazione di Said e del padre sono ottime, anche della fidanzata di Said. L'unico neo è che il film, anche se ben fatto, non tocca le corde del cuore, non commuove, e neanche suscita rabbia... forse una rabbia nascosta... gelida... razionale. Comunque è un film da vedere!
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angelo umana
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sabato 4 maggio 2013
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legge ottusa
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“Buona fortuna a voi, ne avete molto più bisogno di me”, così dice ai “nativi” italiani che lo conoscono e lo salutano il 26enne Said Mahran, costretto dalle nostre leggi a veder ripartire – e ripartire poi lui stesso - suo padre Ahmid per l’Algeria, vedovo, dopo 30 anni vissuti a Firenze, durante i quali sono nati i suoi figli, oltre a Said, Amir, ora 23enne. Ahmid ha perso il lavoro perché l’azienda ha chiuso e il permesso di soggiorno non può essere rinnovato. Il giudice che decide sul caso sottolinea questo stato, “Ha perso il lavoro!”, con l’aria di pronunciare un’aggravante. A conclusione dell’udienza getta il fascicolo nel mucchio di altri richiedenti “asilo”, gesto che genera scarse speranze di una sorte migliore per la permanenza della famiglia in Italia.
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“Buona fortuna a voi, ne avete molto più bisogno di me”, così dice ai “nativi” italiani che lo conoscono e lo salutano il 26enne Said Mahran, costretto dalle nostre leggi a veder ripartire – e ripartire poi lui stesso - suo padre Ahmid per l’Algeria, vedovo, dopo 30 anni vissuti a Firenze, durante i quali sono nati i suoi figli, oltre a Said, Amir, ora 23enne. Ahmid ha perso il lavoro perché l’azienda ha chiuso e il permesso di soggiorno non può essere rinnovato. Il giudice che decide sul caso sottolinea questo stato, “Ha perso il lavoro!”, con l’aria di pronunciare un’aggravante. A conclusione dell’udienza getta il fascicolo nel mucchio di altri richiedenti “asilo”, gesto che genera scarse speranze di una sorte migliore per la permanenza della famiglia in Italia.
Il film scritto e diretto da Haider Rashid fa capire come il regista conosca bene la situazione di molti immigrati e la “cattiveria” o protervia delle nostre leggi. “Non ci vogliono, non ci amano, siamo sempre stati clandestini”, “appartengo a questi due paesi senza appartenere ad alcuno dei due in realtà”, “nato in un paese sbagliato”, sono frasi del padre. A Said – ben inserito, lavoratore in una panetteria, ha una ragazza che vuole sposarlo benché lui rifiuti questo “espediente” per restare in Italia - appartengono invece frasi incredule, non riesce a ritenere possibile che l’ottusità delle leggi possa voler rimandare nel paese di nascita suo padre e, prima della sentenza, loro due figli stessi. “Questa è casa mia, noi si rimane qua”, “ci stanno sbattendo fuori dal paese”, “quanto è ingiusto ciò che sta succedendo a me, quanto è folle questa situazione”, “a quante cose dobbiamo ancora rinunciare noi di seconda generazione”. Qua e là intona alcune note del nostro inno nazionale, che di fronte alla vicenda suonano sarcastiche.
“Sta per piovere” s’intitola il film, è lecito pensare che possano piovere rane oppure escrementi su un Paese così, dalla giustizia così lunga e dai regolamenti così avversi alle persone, quelle che non hanno mezzi per pagare difensori lautamente. Abbiamo sì bisogno di buona fortuna.
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giuliacanova
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giovedì 2 maggio 2013
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un film che fa breccia nelle nostre coscienze
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Un piccolo film, ma i limiti cinematografici passano subito in secondo piano perchè è grande per ciò che riesce a farci capire, molto più di tante analisi sociologiche sfornate nei patinati salotti politici. Mi ha fatto riflettere su un problema che in tanti sottovalutiamo solo perchè non ci riguarda personalmente. Da vedere per aggiustare il tiro su ciò che pensiamo, spesso con molta superficialità, su questo spinoso argomento.
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fausta
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mercoledì 1 maggio 2013
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bravo baglioni!
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Veramente bello, interessante, coinvolgente....Straordinario Lorenzo Baglioni!
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antares_84
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giovedì 11 aprile 2013
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un problema inascoltato raccontato con realismo
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Finalmente un film italiano che racconta il problema degli immigrati di seconda generazione; gia' questo rappresenta una novita' visto che il tema non era stato ancora rappresentato (che io sappia) nel cinema italiano. La cosa piu' bella del film e' che lo fa senza cadere nei retorici cliche' che puntualmente coinvolgono i temi dell'immigrazione: il regista non racconta qui storie di poverta', di emarginazione o di criminalita' come spesso siamo abituati a vedere o a pensare, ma ci parla di una famiglia perfettamente integrata e attiva all'interno del tessuto sociale e culturale italiano.
Il dramma sfocera' poi dal vedere negato a questa famiglia di "cittadini italiani" il riconosciuto del loro stato, con l'obbligo di doversene improvvisamente andare per motivi legali che stridono dolorosamente con la realta' dei fatti, distruggendo legami e speranze dei protagonisti coinvolti.
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Finalmente un film italiano che racconta il problema degli immigrati di seconda generazione; gia' questo rappresenta una novita' visto che il tema non era stato ancora rappresentato (che io sappia) nel cinema italiano. La cosa piu' bella del film e' che lo fa senza cadere nei retorici cliche' che puntualmente coinvolgono i temi dell'immigrazione: il regista non racconta qui storie di poverta', di emarginazione o di criminalita' come spesso siamo abituati a vedere o a pensare, ma ci parla di una famiglia perfettamente integrata e attiva all'interno del tessuto sociale e culturale italiano.
Il dramma sfocera' poi dal vedere negato a questa famiglia di "cittadini italiani" il riconosciuto del loro stato, con l'obbligo di doversene improvvisamente andare per motivi legali che stridono dolorosamente con la realta' dei fatti, distruggendo legami e speranze dei protagonisti coinvolti.
La storia e' raccontata con grande naturalezza, mostrando con sobria sensibilita' e con realismo gli eventi a cui le persone che si ritrovano in queste situazione sono costrette ad affrontare.
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andresi
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giovedì 11 aprile 2013
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l'emozione dell'umanità
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Un film profondo, semplice, emozionante, che con poco, con i silenzi di una conversazione ci fa sentire il peso della condizione umana moderna. Un film non solo sulle seconde generazioni e l'identità dei "figli di stranieri" ma anche sull'identità dei giovani di oggi, persi e senza basi su cui contare, con la speranza di valori forti su cui costruire un futuro, si spera, più umano.
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crazman
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giovedì 11 aprile 2013
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grande lavoro
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rocchiviola
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giovedì 11 aprile 2013
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che spettacolo
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Un gran bel film che tratta un argomento di attualità, non sempre al centro delle attenzioni nel nostro Paese...consiglio a tutti di andare a vederlo...
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