Miss Violence |
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Un film di Alexandros Avranas.
Con Themis Panou, Rena Pittaki, Eleni Roussinou, Sissy Toumasi, Kalliopi Zontanou.
continua»
Drammatico,
durata 99 min.
- Grecia 2013.
- EyeMoon Pictures
uscita giovedì 31 ottobre 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
Miss Violence
valutazione media:
3,53
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Famiglia disfunzionale osservata sullo schermo come in un acquario
di Roberto Nepoti La Repubblica
Quante volte, negli ultimi mesi, abbiamo letto di un film che era "inquietante", "scioccante", destinato a "suscitare polemiche"? Ebbene, Miss Violence (a differenza di tanti altri annunciati come tali) è un film inquietante per davvero. Lo è fin dalla prima scena: in cui l'undicenne Angeliki, mentre festeggia il compleanno assieme alla famiglia, si lancia dal balcone. Lo diventa ancor più dopo, quando si avverte la calma, ai limiti dell'indifferenza, con cui i parenti ne accolgono la morte. I superstiti sono sei: un nonno-padre padrone, una nonna, una figlia adulta e tre ragazzini. Solo gli ultimi quattro hanno un nome, mentre non sapremo mai quelli dei personaggi più anziani. Mentre i servizi sociali indagano (distratti) sull'accaduto, il film ci introduce in un ambiente all'apparenza "norma-le", in realtà letteralmente mostruoso. Se lo spettatore si fa domande sui reali rapporti di parentela tra i membri del clan, non è perché soffra di problemi di comprensione. Nell'unico uomo della famiglia, ragioniere disoccupato, i ruoli (biologici) di nonno e padre coincidono; quello in cui vive la sventurata famiglia è un piccolo universo a parte, a chiusura ermetica, che lascia il mondo esterno fuori dalla porta reggendosi su regole proprie: incluse la prostituzione infantile a la pedofilia con uomini in età, amici del nonno-padre e orchi quanto lui. Tutti succubi, nessuno accenna la minima ribellione all'ignobile patriarca. Emblematica la scena in cui la piccola di famiglia, Alkmini, obbedisce a un suo ordine schiaffeggiando senza fine il fratello Philippos, mentre un movimento di macchina circolare li avvolge nel comune destino. Per un film "scioccante" e destinato a "suscitare polemiche", tuttavia, quello di Avranas ha uno stile di messa in scena tutt'altro che enfatico o declamatorio: al contrario, usa un tono di narrazione "apatico", fatto di lunghe inquadrature fisse e di silenzi, come se la famiglia - a dir poco - disfunzionale fosse osservata attraverso il vetro di un acquario. Un po' come in un film di Michael Haneke, ma senza lo humour (nero) del regista austriaco. Così, la tragedia greca si consuma in modo ancor più inquietante; perché tutto (incesto, violenze, delitto...) vi è come naturalizzato, diventa una serie di fatti privati da vivere dietro le mura domestiche e da cui tutti gli altri sono esclusi. E il modo in cui il regista rappresenta le situazioni lascia pochi dubbi: la sua non è la storia di una famiglia- mostro, ma una rappresentazione estrema della famiglia come istituzione, centro di potere arbitrario e di isolamento dal resto del mondo. Oltre che ad Haneke per la regia, viene da pensare che uno degli ispiratori di Avranas sia Luigi Pirandello, con quel Padre e quella Madre innominati e con la tela di relazioni familiari che porta i minori - gli elementi più deboli - alla rovina. Ci riferiamo ai Sei personaggi in cerca d'autore, naturalmente, che all'epoca del debutto sulle scene (il 1921) fu a sua volta in odore di opera inquietante e scandalosa. Premiato all'ultima Mostra di Venezia con il Leone d'argento e la Coppa Volpi a Themis Panou, attore teatrale chiamato a interpretare l'unico uomo del gineceo, Miss Violenceè un film che poco si presta alle letture sociologiche (la crisi economica in Grecia) o ai facili psicologismi; ma con cui, il giorno dopo averlo visto, ti trovi a rifare i conti nella memoria quasi tuo malgrado. E non è proprio questo, in fondo, l'effetto di un film "inquietante"?
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