pepito1948
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lunedì 25 giugno 2012
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segmentazione di un amore
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Lei ha quindici anni, corpo ancora adolescenziale, tenacia nel perseguire l’obiettivo primario, ombrosa e di poche parole, totalitariamente innamorata. Lui ha qualche anno di più, è già fisicamente un ragazzo, voglia d’amore ma anche di mondo, estroverso, intriso d’amore fino al midollo. Ma c’è una differenza tra l’amore dell’una e quella dell’altra. Camille è chiusa nel suo ossessivo palpitare per Sullivan, non ammette interferenze, non è interessata ad altri orizzonti, è ancorata ad una visione esclusiva ed infantile del (primo) amore. Sullivan, pur profondamente innamorato, non vuole trascurare l’”altro”, il mondo che lo circonda, è spinto da forze centrifughe che allentino il peso dell’invasione sentimentale della giovane compagna e gli consentano nuove esperienze di vita.
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Lei ha quindici anni, corpo ancora adolescenziale, tenacia nel perseguire l’obiettivo primario, ombrosa e di poche parole, totalitariamente innamorata. Lui ha qualche anno di più, è già fisicamente un ragazzo, voglia d’amore ma anche di mondo, estroverso, intriso d’amore fino al midollo. Ma c’è una differenza tra l’amore dell’una e quella dell’altra. Camille è chiusa nel suo ossessivo palpitare per Sullivan, non ammette interferenze, non è interessata ad altri orizzonti, è ancorata ad una visione esclusiva ed infantile del (primo) amore. Sullivan, pur profondamente innamorato, non vuole trascurare l’”altro”, il mondo che lo circonda, è spinto da forze centrifughe che allentino il peso dell’invasione sentimentale della giovane compagna e gli consentano nuove esperienze di vita. Per questo parte per un viaggio lontano, da cui scrive lettere piene di passione e di nostalgia. Ma sono sempre più rare, finchè nella sua cassetta della posta Camille non trova niente altro che stampe e ordinaria corrispondenza. L’incantesimo si rompe e Camille comincia una nuova vita, che la porta progressivamente ad un percorso di maturazione attraverso esperienze di studio, lavoro ed amore. Tra le braccia di un attempato professionista ritrova una nuova dimensione affettiva ed umana, ma, si sa, il primo amore, per quanto (o forse per questo) immaturo, infantile, starato, fuori misura, lascia un’impronta difficilmente cancellabile. Perché è unico, per le sue caratteristiche irripetibili. Ed infatti un occasionale incontro dopo otto anni fa riesplodere l’antica passione, che, nel tepore delle lenzuola di una stanza qualsiasi, annulla ogni differenza. Ma nel frattempo i rapporti di forza sono cambiati, Camille è andata avanti nella ricerca di una consolidata identità, Sullivan sembra più ingabbiato ed impotente a governare una forza travolgente che in qualche modo lei è riuscita ad imbrigliare. Per questo lui ancora una volta stacca la spina, la linea ripresa si rifà segmento, e forse continuerà così chissà per quanto tempo e per quante volte ancora. Camille ha imparato a vivere, Sullivan non ha imparato ad amare…. Un amore di gioventù è girato dalla regista parigina Mia Hansen-Love come se la mdp seguisse e spiasse da vicino e con discrezione le vicende amorose di due giovani alla prima esperienza importante della loro vita; una storia come tante, con i suoi eccessi, i movimenti interni dove passione, tenerezza, paura, voglia di fuga, disperazione si alternano e combinano in un turbinio di sensazioni senza regole, dialoghi talvolta semplici e quasi banali, talaltra profondi e penetranti come scavatrici (soprattutto nei pensieri delle lettere di lui letti fuori campo). Ma nello stesso tempo la regista, facendo una scelta “di campo”, concentra la sua attenzione sul percorso evolutivo della “vittima” Camille, mentre Sullivan, da autore di una fuga auto-salvifica, diventa fuggiasco per incapacità di sostenere un rapporto maturo e consapevole. Il tutto è espresso con una freschezza ed autenticità che solo ritornando alla nostra vissuta dimensione di adolescenti voraci di sconosciute affettività è possibile apprezzare. Hansen-Love torna a “fare” un cinema francese proprio dei grandi del passato come Truffault, Malle o Rohmer (in particolare il suo ultimo film Gli amori di Astra e Celandon), in cui situazioni apparentemente semplici sono rappresentate nella loro valenza di umana generalità. Come la linea segmentata di un amore travolgente di gioventù.
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donni romani
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mercoledì 4 luglio 2012
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un primo amore assoluto e devastante
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Nella vita di ognuno esistono degli incompiuti, siano essi un progetto abbandonato, un incontro fallito, un amore mai compiuto. E questi incompiuti restano sospesi sopra di noi, incombenti come nubi che impediscono a volte di vedere il più limpido dei cieli. Un primo amore vissuto male è sicuramente uno fra gli incompiuti più frequenti, e più dolenti, che accompagnano i primi anni dell' adultità ed è proprio un amore adolescenziale, assoluto e devastante come tutti i primi amori, che la giovane regista Hansen-Love (Il padre dei miei figli) racconta attraverso immagini intense e lente, quasi a voler dilatare quei momenti che invece nella vita reale bruciano in un attimo. Camille ha quindici anni ed è innamorata di Sullivan, che contraccambia la passione ma che non vuole rinunciare a vivere la propria indipendenza, tanto da organizzare un lungo viaggio in Sudamerica con gli amici, escludendo Camille.
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Nella vita di ognuno esistono degli incompiuti, siano essi un progetto abbandonato, un incontro fallito, un amore mai compiuto. E questi incompiuti restano sospesi sopra di noi, incombenti come nubi che impediscono a volte di vedere il più limpido dei cieli. Un primo amore vissuto male è sicuramente uno fra gli incompiuti più frequenti, e più dolenti, che accompagnano i primi anni dell' adultità ed è proprio un amore adolescenziale, assoluto e devastante come tutti i primi amori, che la giovane regista Hansen-Love (Il padre dei miei figli) racconta attraverso immagini intense e lente, quasi a voler dilatare quei momenti che invece nella vita reale bruciano in un attimo. Camille ha quindici anni ed è innamorata di Sullivan, che contraccambia la passione ma che non vuole rinunciare a vivere la propria indipendenza, tanto da organizzare un lungo viaggio in Sudamerica con gli amici, escludendo Camille. Il senso di tradimento e di sofferenza della ragazza, una fragile e cupa Lola Creton, sono i perfetti bronci di ogni adolescente che crede che il proprio amore sia unico, e che il proprio dolore sia il più grande dell'universo. Quando Sullivan dal Sud America interrompe la loro storia Camille affonda nella disperazione fino a tentare il suicidio, ma poi col passare degli anni troverà una sua stabilità accanto ad un professore di architettura, che le darà fiducia in se stessa e coraggio per aprirsi alla vita.L'incontro casuale con Sullivan sette anni dopo rimette tutto in gioco, l'amore riesplode, con sensi di colpa e paure, fino a perdersi di nuovo, forse solo temporaneamente, forse fin quando una vera maturità consentirà loro di capire quali sono i sentimenti che provano uno per l'altra. Se nella prima parte de film è Sullivan a dettare le regole quando i due si rincontrano Camille è palesemente più matura, ha un lavoro stabile e vive con il proprio compagno mentre il ragazzo è ancora alla ricerca di un sentiero da seguire eppure è sempre lui a sottrarsi, e sempre Camille a subire, quasi che i ruoli all'interno di una coppia siano destinati a ripetersi in eterno. Il finale in un magnifico paesaggio lungo il fiume Loira è un presagio di corrente da seguire, di destino cui affidarsi, cui Camille sembra finalmente arrendersi, senza più aggrapparsi ad un passato che è possibile che diventi futuro, ma che può anche rimanere solo e per sempre passato. C'è tanta nostalgia nelle immagini, anche in quelle più luminose dei primi momenti d'amore, quasi che quel velo nello sguardo di Camille sia la consapevolezza che crescere non sarà facile, anche se si è innamorati, anche se si è contraccambiati. I corpi e i volti dei due protagonisti non restano impressi a lungo, e a volte certe lentezze sono un po' insistite - Rohmer ha fatto scuola ma i suoi attimi dilatati erano un'altra cosa - ma nel complesso si percepisce la sincerità di un percorso emozionale che se pur scontato appartiene pur sempre ad ogni essere umano che abbia vissuto il primo amore come se fosse l'unico e il solo. Sullo stesso tema un film indipendente americano del 2011, "Like crazy" faceva un passo oltre, cogliendo i protagonisti nel momento in cui si raggiunge la maturità e la consapevolezza di essere cambiati, di essere diventati altro, di non poter tornare indietro. Confrontate i due film se potete, due stili completamente diversi, ma due finali ugualmente intensi e struggenti.
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renato volpone
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venerdì 22 giugno 2012
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un barlume di luce per fendere l'oscurità dell'amo
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Quanto fa male l'amore e l'abbandono in amore. Il film racconta di Camille e Sullivan che vivono un profondo e intenso amore adolescenziale, ma lui ha bisogno di esplorare il mondo e nonostante il legame fortissimo con la ragazza parte per il Sudamerica. Tornerà quando lei si è rifatta una vita con un architetto, ma l'amore riesplode, non si é mai spento. Camille deve trovare un barlume di luce nell'oscurità per poter sopravvivere e forse lo trova nella rassegnazione, il tempo cancella. Lunghi momenti di silenzio, bellissime inquadrature, forse poco credibile nel fisico il passare degli anni. Comunque brava l'attrice e convincente la sceneggiatura
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achab50
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martedì 23 giugno 2015
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la fotografia
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Condotto con mano leggera ed assoluta linearità (troppi registi sono ancora convinti che ingarbugliando la vicenda con continui flash-back i film migliorino), vorrebbe, sembrerebbe narrare la vicenda della maturazione sentimentale di due ragazzi, fra i quali l'adolescente Camille, la protagonista, interpretata con infinita grazia malmostosa da una Lola Créton di cui non è difficile intravvedere un radioso futuro. La storia procede stancamente per i primi 40 minuti durante i quali si scartocciano tutte le caramelle che ci si è portati da casa e ci si accomoda e riaccomoda sulla poltrona fino ad indispettire l'innocente che sta seduto dietro. Poi all'improvviso la regìa prende corpo e la nave va.
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Condotto con mano leggera ed assoluta linearità (troppi registi sono ancora convinti che ingarbugliando la vicenda con continui flash-back i film migliorino), vorrebbe, sembrerebbe narrare la vicenda della maturazione sentimentale di due ragazzi, fra i quali l'adolescente Camille, la protagonista, interpretata con infinita grazia malmostosa da una Lola Créton di cui non è difficile intravvedere un radioso futuro. La storia procede stancamente per i primi 40 minuti durante i quali si scartocciano tutte le caramelle che ci si è portati da casa e ci si accomoda e riaccomoda sulla poltrona fino ad indispettire l'innocente che sta seduto dietro. Poi all'improvviso la regìa prende corpo e la nave va. La deliziosa Camille viene seguita con affetto lungo tutto il percorso che la conduce all'inferno, all'inferno che ognuno di noi si crea autonomamente per friggere meglio.
Non manca l'architetto convivente un po' tonno che non si accorge dell'accaduto, non mancano le lettere d'amore del primo ragazzo che all'improvviso cessano, non manca la madre che diventa alcoolizzata dopo essere stata lasciata dal marito. Colonna sonora non invadente.
Ma che spicca sopra tutto è la fotografia; splendida, ariosa, con una raffinata scelta dei piani e della giusta temperatura di colore: il contrasto fra l'estate della campagna francese e l'inverno di una Parigi di rara intensità anche sotto la neve accompagna il variare degli stati d'animo della protagonista, e li sottolineano.
Come in ogni storia che si rispetti, c'è il ritorno di fiamma, ma si dovrebbe dire il riscaldamento della minestra, che ovviamente non dura molto. L'epilogo è aperto, ma decisamente incongruo.
Tutto bene dunque? No, la regista si è lasciata prendere la mano ed il passo è risultato molto tranquillo, ed allora è stato indispensabile, in sede di montaggio, effettuare decisi tagli, che purtroppo si vedono tutti e rendono a volte incomprensibili gli avvenimenti se non proseguendo nel film. Peccato. Interpreti giovani, innocenti, candidi, freschissimi. Ah l'amore, questo folle sentimento che...
Film comunque consigliato
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carolina93
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domenica 8 luglio 2012
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un film banale e deludente
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Film nel complesso mediocre.
Il tema non è particolarmente originale (piuttosto banale), e non è ben sviluppato. La caratterizzazione dei personaggi è scarsa. La regia mediocre, il ritmo lento. Pessima e inadeguata anche la colonna sonora. Buona la fotografia.
Il tutto si risolve in un mucchio di immagini che si susseguono senza alcun filo conduttore, lasciando lo spettatore più che perplesso sulle evoluzioni della storia. Ecco, è come se la storia non si evolvesse, almeno non sotto gli occhi dello spettatore: lo spettatore vede fotogrammi indefiniti di momenti di vita della protagonista. E così Camille si trova improvvisamente con Sullivan, poi con un altro uomo, poi di nuovo Sullivan.
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Film nel complesso mediocre.
Il tema non è particolarmente originale (piuttosto banale), e non è ben sviluppato. La caratterizzazione dei personaggi è scarsa. La regia mediocre, il ritmo lento. Pessima e inadeguata anche la colonna sonora. Buona la fotografia.
Il tutto si risolve in un mucchio di immagini che si susseguono senza alcun filo conduttore, lasciando lo spettatore più che perplesso sulle evoluzioni della storia. Ecco, è come se la storia non si evolvesse, almeno non sotto gli occhi dello spettatore: lo spettatore vede fotogrammi indefiniti di momenti di vita della protagonista. E così Camille si trova improvvisamente con Sullivan, poi con un altro uomo, poi di nuovo Sullivan.
Interessante soltanto la prima parte del film; dopo si ha solo voglia di alzarsi dalla poltrona e andarsene. E' lento, pesante, inconsistente, vuoto, direi in una sola parola NOIOSO.
Ridicolo il finale col cappello portato via dalla corrente: mai alcuna metafora è stata meno efficace!
Si vede che la regista è una dilettante.
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